domenica, Ottobre 20, 2024

«Mi chiamava zoccola, puttana e mi picchiava davanti ai nostri figli»: l’incubo di una moglie

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Dopo le ripetute molestie e aggressioni ad agosto la donna ha finalmente deciso di raccontare tutto ai poliziotti. L’uomo, per il quale vengono ipotizzati lo stalking e le lesioni personali, non si è rassegnato alla fine del rapporto ed è accecato dalla gelosia. Intanto non paga per intero l’assegno per il mantenimento fissato dal giudice della separazione

A far scattare le indagini sull’uomo attualmente agli arresti domiciliari per stalking e lesioni personali ai danni della ex moglie è stata la denuncia sporta dalla donna lo scorso agosto agli agenti del commissariato di Polizia di Ischia. All’esito delle approfondite attività investigative, il gip, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare eseguita dagli uomini del vice questore Ciro Re.

I dettagli di questa ennesima triste storia di un rapporto trasformatosi in incubo per la vittima, emergono proprio dal racconto fatto ai poliziotti. E come quasi sempre si verifica in questi casi, dopo la fine del matrimonio l’uomo non si è rassegnato alla perdita della donna “amata” e ha iniziato a perseguitarla e ad aggredirla anche sotto gli occhi dei figli, in preda alla rabbia e alla gelosia. Fino all’ultima aggressione che ha indotto la vittima a rivolgersi ai tutori dell’ordine.

A FEBBRAIO CALCI E PUGNI
Questo il suo racconto: «Premetto di essere regolarmente separata da novembre 2022 dal mio ex marito, di cui non so riferire con esattezza la residenza, con il quale mi ero unita in matrimonio nell’anno 2010.
Da detta relazione nascevano due figli, entrambi attualmente residenti con me.
Voglio precisare, che dall’atto della separazione, la responsabilità genitoriale veniva con giusto dispositivo del Giudice stabilita condivisa, specificando la sola domenica di ogni settimana, quale giorno di incontro tra il mio ex marito e i nostri figli.

Il mio ex marito, non ha mai accettato la fine della nostra relazione, infatti dal 2022, anno della separazione, ha iniziato nei miei confronti atti persecutori, quali, pedinamenti, diverse volte mi ha danneggiato la macchina, e ogni volta che lo incrociavo per strada inveiva nei miei confronti con diversi epiteti ingiuriosi verso la mia persona quali “zoccola, puttana”, sempre proferite nei miei confronti quando ero da sola.
A febbraio c.a., una domenica, – non ricordo di preciso il giorno – il mio ex marito veniva a prendere i nostri figli, e in detto frangente con lo stesso scaturiva una lite dapprima verbale e poi passata per le vie di fatto, in quanto lo stesso davanti ai nostri figli mi colpiva diverse volte sul volto e al corpo, con calci e pugno, sferrati con rabbia e violenza inaudita; il tutto durava pochi instanti, successivamente, si allontanava portando con sé i nostri figli; voglio precisare che il tutto scaturiva in quanto lo stesso il giorno prima, – ovvero il sabato – , non so in che modo, era venuto a conoscenza che ero uscita per mangiare una pizza con un mio amico, e per detto motivo accecato dalla gelosia mi aggrediva; preciso che anche in detta occasione e in presenza dei nostri figli, oltre alla violenza fisica, mi ingiuriava con diversi epiteti ripetuti – “zoccola, puttana”.

Per i fatti sopra esposti, non richiedevo l’intervento N.U.E. e non mi recavo presso il locale nosocomio di Lacco Ameno per farmi refertare; successivamente, per il tramite del mio legale, presentavo nel mese di marzo una richiesta di ammonimento per quanto da me patito.

L’ULTIMA AGGRESSIONE
«In data odierna, alle ore 14:20 circa, dopo aver terminato il mio turno di lavoro presso un’attività commerciale, dopo aver accompagnato a casa un mio collega di lavoro – persona con la quale mi sono confidata nel merito della situazione che sto vivendo e che di fatto in alcune occasioni mi ha aiutato a registrare alcuni video – nel mentre era intenta a percorrere via Acquedotto, Loc. Sant’ Antuono – Comune di Ischia, vedevo giungere dalla corsia opposta il mio ex marito, – già precedentemente da me visto nel mentre ero intenta ad accompagnare a casa il mio collega e di fatto visto anche da quest’ultimo -,il quale faceva inversione di marcia con il proprio motociclo e mi affiancava sul lato sinistro, e in detto frangente dopo avermi ingiuriata con il classico e ripetuto epiteto “zoccola”, con gesto repentino mi sferrava un “schiaffo/pugno”, colpendomi sul labro superiore, per poi allontanarsi celermente.

Successivamente, mi portavo presso la mia abitazione, e dopo poco giungeva anche il mio ex marito, e in detto frangente, per evitare il degenerare della situazione una volta presi i miei figli gli riferivo che mi sarei recata presso il Commissariato di Ischia per denunciare i fatti, e in detta occasione lo stesso mi riferiva che avrebbe segnalato agli assistenti sociali delle mie mancanze verso gli stessi.

COSTRETTA A DUE LAVORI
«Voglio precisare, che per quanto disposto dal Giudice in sede di separazione, il mio ex marito deve versare ogni mese quale assegno per il mantenimento la somma di euro 500,00; lo stesso non è preciso in detti versamenti, di fatto in questo modo saltuario di versare detta somma, in un computo totale mancano la copertura di otto mesi.
Preciso altresì, che lo stesso non rispetta il giorno a lui dedicato della domenica, di fatto alcune volte non viene, e se viene non lo fa mai negli orari prestabiliti; preciso che attualmente non ho nelle mia disponibilità la copia cartacea della sentenza.

Per quanto sopra, sto vivendo un periodo di forte stress, per i suoi modi ossessivi di seguirmi e/o pedinarmi, cerco di non stare mai sola poiché ho paura di incontrarlo; per via del mantenimento saltuario che il mio ex marito stenta a versare, sono stata costretta a trovare più impieghi lavorativi, di fatto ad oggi, lavoro in due esercizi commerciali diversi; preciso altresì, che per via della sua ossessione e modo di fare, sono stata costretta a bloccare il mio ex marito su tutte le piattaforme social nonché il numero di telefono».
Un lungo elenco di molestie e violenze.

Per avere un quadro più chiaro, i poliziotti hanno rivolto alcune domande alla donna: «A.D.R.: attualmente non voglio entrare in un centro antiviolenza; ma non escludo di farlo successivamente.
A.D.R.: temo per la mia incolumità e quella dei miei figli, per gli ultimi accadimenti.
A.D.R.: del mio ex marito non so riferire se ha altra compagnia o cosa faccia.
A.D.R.: non so riferire nel merito se è titolare in modo legittimo o illegittimo di armi».

LE INDAGINI
Nonostante l’immediato avvio del procedimento amministrativo finalizzato al “contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, l’uomo ha continuato nelle citate condotte persecutorie, concretizzatesi sia con pedinamenti che con aggressioni verbali e fisiche, tuttavia mai denunciate dalla donna perché timorosa di incrinare i già instabili rapporti con l’ex marito.
Le attività d’indagine finalizzate a cristallizzare gli eventi penalmente rilevanti hanno richiesto un lungo e faticoso lavoro atteso che oltre all’escussione della vittima e di altri testimoni sono stati acquisiti e analizzati documenti, files audio/video e foto risultati determinanti ad una esatta e completa ricostruzione degli eventi.

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