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Ischia e la consapevolezza | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 13 novembre 2024



Provate a porVi un quesito: se oggi uno dei Vostri figli si avvicinasse a Voi e Vi chiedesse: “Mamma, Papà, vorrei intraprendere un’attività qui a Ischia per evitare di correre alla ricerca del posto fisso: cosa mi consigliate?”, sareste in grado di indirizzarlo? E Vi siete chiesti, sempre in relazione alle attitudini di un figlio che nessuno conosce meglio dei suoi genitori, cosa potreste realmente suggerirgli di fare? 
Esaminare le attività private sull’intera isola d’Ischia non lascia scampo ad equivoci: se non si possiede già qualcosa di consolidato in famiglia, pensare di punto in bianco di fare impresa dalle nostre parti richiede un coraggio da leoni, un bel po’ di risparmi e non troppi sbocchi merceologici oltre la ricettività alberghiera e il food and beverage. E anche in questi due specifici settori, che una volta rappresentavano fonti di utili da capogiro e sorgenti di posti di lavoro per quasi tutto l’anno, è necessario fare i salti mortali per sbarcare il lunario con formule proficue ed originali al tempo stesso.
Proprio pochi giorni fa riflettevo su quanto il privilegio di aver lavorato una vita in proprio non sempre si traduce in un benessere ricorrente, in particolar modo man mano che ci si avvicina all’età pensionabile durante quella che il mio Sindaco Peppino Brandi ama definire “la parabola discendente della vita”. Personalmente non oso lamentarmi di nulla, ma se intorno a me vedo tante attività chiuse o in corso di ceditura, altre che preferiscono mettersi in discussione riconvertendosi o altre ancora che annaspano incapaci di abbandonare -per presunzione o incapacità- il modus operandi di sempre, mi rendo conto che spesso ci si trova a dover fare i conti con un mix di attività richiedenti tempi e sforzi in prima persona che a ridosso dei sessant’anni avremmo voluto senz’altro evitare o, quanto meno, mitigare.E proprio perché mi ritengo fortunato, alla luce del tempo e dell’esperienza con cui sono riuscito ad avere a che fare anche con una clientela in terraferma che spesso possiede una marcia in più di quella squisitamente locale, continuerò senza soluzione di continuità a suggerire ai miei figli di profondere altrove le loro energie, scegliendo accuratamente una realtà che ne premi gli effettivi meriti e che sappia incoraggiare la loro eventuale intraprendenza. E lo farò fin quando non riuscirò a scorgere un rigurgito d’orgoglio e dignità da parte di una realtà locale, la nostra, ancora troppo ancorata ai giochi di parte, all’invidia, al campanilismo e all’incapacità di comprendere che oltre i nostri meravigliosi quarantasei chilometri quadrati c’è tanto ma tanto di più.
Ischia ha ancora un potenziale enorme da offrire alla generazione dei nostri figli e, forse, anche ben oltre. Basterebbe rendersene consapevoli!

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