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Daily 4ward di Davide Conte del 16 novembre 2024



Sabato scorso, in un’insolita passeggiata solitaria al supermercato, mi è stato chiesto dal mio amico di vecchia data Roberto un chiarimento sull’origine del nome di questa rubrica. Approfitto, quindi, dell’occasione per accontentarlo anche pubblicamente e ricordarlo ai Lettori meno affezionati, riallacciandomi poi al tema del giorno.
4WARD=FORWARD, che in inglese non vuol dire solo “inoltrare”, ma anche “promuovere”, “proporre”, “sostenere”, “proseguire”, “avanzare”. Tutte azioni che, compiute in modo costruttivo, aiuterebbero non poco sia la nostra comunità locale sia quella nazionale. E’ proprio questo, nel mio piccolo, che mi spinge ormai sin dalla nascita di questo giornale e da cinque anni quotidianamente, lunedì escluso, a portare avanti la mission di questa rubrica, che vuol essere in tutta sincerità la testimonianza di quanto è importante tenere in piedi quella giusta dose di cittadinanza attiva che prescinde dall’assunzione o meno di un ruolo pubblico, elettivo o meno che sia.
Non è sempre facile trovare il tempo di scrivere quotidianamente tra mille impegni lavorativi e familiari; così come è complicato quanto importante conciliare la propria capacità visionaria con argomenti e linguaggio in grado di coincidere con l’interesse dei Lettori e la loro condivisione. Il tutto deve, naturalmente, scendere a patti non solo con il piacere e la passione di farlo, ma anche con l’entusiasmo altalenante di percorrere un cammino che fin troppo spesso appare inutile, al pari del tempo che gli viene dedicato.Non a caso, dinanzi al perpetuarsi di comportamenti insostenibili in seno al contesto sociale in cui viviamo, la tentazione a rassegnarsi e rintanarsi in un naturale quanto giustificato egoismo è pari almeno a quella che, dodici anni e mezzo fa, mi spinse a rinunciare definitivamente all’impegno politico locale. Ma poi, piuttosto puntualmente, torna viva la passione civile, unitamente alla stima di tanti Lettori che quotidianamente mi seguono con interesse, perché “serve a tutti i costi qualcuno che gliene dica quattro senza peli sulla lingua”. 
Quel che manca, però, è l’effettiva solidarietà della gente, intesa come la capacità di esporsi pubblicamente, proprio come faccio io, esprimendo nel proprio stile quel pacifico ma non per questo meno efficace dissenso verso le cose che, oggettivamente, proprio non vanno. E sebbene qui a Ischia il malcontento sia sempre più diffuso, si esita ancora fin troppo nell’uscire allo scoperto e dimostrare la giusta intolleranza rendendosi protagonisti del cambiamento in cui si crede.
Dovremmo tutti provare a recitare la nostra parte, e non solo all’insegna del “NON CHIEDERTI COSA IL TUO PAESE PUÒ FARE PER TE, CHIEDITI COSA PUOI FARE TU PER IL TUO PAESE” di kennediana memoria. Ne abbiamo molto più di un buon motivo! Tutti.

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