Da quando seguo le campagne elettorali è la prima volta in assoluto che ascolto toni distesi (anche quelli trionfalistici) da ambo le parti e, soprattutto, prendo atto di un’interpretazione abbastanza comune sul dato forte che emerge dalle urne alle regionali in Emilia Romagna e Umbria: l’astensionismo sempre crescente quale vero vincitore!
Mentre, però, il commento della Schlein col canonico “uniti si vince” e quello della Meloni più orientata sul “bisogna capire cos’è che stavolta non ha funzionato” sembrano voler distogliere l’attenzione dal problema principale, noi umili spettatori di tali vicende non possiamo non prendere atto che ancora una volta la politica nazionale sembra essere del tutto fuori strada rispetto all’interpretazione del ruolo e delle aspettative della gente comune rispetto all’esercizio del diritto di voto.
Per quanto concerne il centrosinistra, andrebbe ricordato sia al PD sia ai Cinquestelle che non può essere tutto derubricato alla necessità indifferibile del campo largo ad ogni costo e al poter contare sul consenso ciecamente affezionato di zone d’Italia, come l’Emilia Romagna, laddove neppure la pessima gestione delle note emergenze è bastata ad allontanare la gente dal voto d’apparato. Così come è deprimente che in seno al centrodestra da una parte si inizi la caccia al colpevole e dall’altra si dimentica, o si fa finta di dimenticare, sia le fughe in avanti che hanno portato, ad esempio, al crollo dei consensi alla Lega sia, nondimeno, la scarsissima qualità dell’organizzazione territoriale e del radicamento in Umbria, che fa il paio con quella che ho denunciato più volte in Campania e che permane ancora oggi ad un anno dalla probabile data del voto per il rinnovo del consiglio regionale.
Per rimanere nell’ambito del centrodestra, devo dire che mi è piaciuto molto lo slancio super partes della Premier nel congratularsi subito con i due presidenti vincitori, dimostrando senza dubbio una grande maturità e visione politica che va ben oltre gli schieramenti e il gioco delle parti. Ma un attimo dopo, mi aspetterei che specialmente in Campania, laddove la lacerazione insanabile tra PD, M5S e il governatore uscente De Luca rappresenta un’occasione più unica che rara per tornare alla guida della regione, si agisse con determinazione e competenza per costituire un gruppo vincente che cominci sin da subito a lavorare a tale risultato, mai come oggi a portata di mano. Lo ha capito da tempo Fulvio Martusciello, coordinatore regionale azzurro e animale politico da campagna elettorale trecentosessantacinque giorni l’anno, oltre le legittime ambizioni personali. Ma solo lui, il suo entusiasmo e gli annunci di tanti candidati già in corsa per la lista di Forza Italia non bastano: servono coralità e gioco d’anticipo. Da tutti.
Daily 4ward di Davide Conte del 20 novembre 2024