Enrico Scotti porta via con sé una militanza politica di tutto rispetto che, però, resta a quelli che lo hanno conosciuto in tale veste. A cominciare dagli amici liberali. Nel PLI Enrico ha militato dal suo esordio fino alla seconda repubblica, al seguito dell’amatissimo “zio Luca”, venendo più volte eletto consigliere comunale a Ischia e, per un mandato, anche consigliere provinciale di Napoli.
In quest’ultimo ruolo, in particolare, venne fuori quella che fu la vera essenza dell’EnricoScotti-politico e, per noi, lo ricorda il suo amico Abramo De Siano: “L’impegno politico di Enrico era semplicemente un modo di elevare la sua enorme personalità al prestigio del ruolo pubblico, non certo la necessità di una mera affermazione elettorale e men che meno di poter contare nelle spartizioni del potere. Non a caso -ci ha confidato il dottore- lui era di fatto il ventitreesimo consigliere al servizio della maggioranza di Piazza Matteotti, ma non ha mai fatto pesare in alcun modo l’importanza del suo voto in consiglio, anche quando risultava indispensabile.”
E le sue enormi doti relazionali, in barba all’aspetto burbero che lasciava apparire di sé, ma ancor di più la sua proverbiale ed incondizionata franchezza, gli procurarono quel legame fortissimo e soprattutto fiduciario con Enzo Mazzella, che in lui confidava molto più che in tanti suoi amici democristiani. Enzo lo chiamava “Presidentessa” (ed Enrico lo ricordava sempre); insieme vissero momenti importanti e condiviso esperienze ed anche investimenti. Pare, infatti, che insieme acquistarono entrambi una casa a Roma. E quando fu invocata la sfiducia ad Enzo Mazzella per l’incompatibilità tra i ruoli di Sindaco d’Ischia e Assessore Regionale, non ci fu certo Enrico tra i presentatori.
Nella seconda repubblica, capì che era il momento di cambiare e virare in Forza Italia, che nel ’94 elesse con Gianni Buono uno dei primi sindaci berlusconiani d’Italia. Ma si rese anche conto di dover fare personalmente un passo indietro, inserendo in lista futuri consiglieri eletti come il caro fratello Nino e Antonietta Giusto, pur restando più che presente dietro le quinte. Una condizione di seconda linea che lo ha riguardato fino all’ultima campagna elettorale di Enzo Ferrandino, col quale candidò sua figlia Daniela, non eletta, passando per la campagna del 2002 quando fu eletto Peppino Brandi Sindaco ed Enrico, invece, sostenne fino all’ultimo insieme agli ex liberali la candidatura di Gino Di Meglio.