Torna la fotografia da impatto di Gino Di Meglio. Sono 39 le nuove opere che compongono la mostra dell’avvocato Gino Di Meglio con la passione per la fotografia “antica”, quella da contatto che è stata inaugurata venerdì 29 dicembre 2024, dalle ore 18:00 con l’intrattenimento dei fiori musicali della “Ghirondaia”.
Un viaggio nella foto, appunto, antica che accompagna il visitatore in un viaggio alla scoperta di quello che “resta” sulla carta fotografica.
Dopo “Mediterraneo”, la mostra che si è svolta nei mesi scorsi a Villa Arbusto, Di Meglio replica a Forio, nella villa che fu di Luchino Visconti fino al prossimo 31 gennaio 2025.
Il chimigramma è una fotografia con un tecnica off-camera, cioè che non comporta l’utilizzo di una macchina fotografica, di un ingranditore o di una camera oscura. Si tratta infatti di operazioni che posso essere svolte in luce ambiente. Le immagini si ottengono grazie all’azione delle consuete componenti chimiche (sviluppo, arresto e fissaggio) lasciate agire su una superficie foto sensibile, ad esempio la carta fotografica.
La carta è ricoperta interamente di sali d’argento che la rendono foto sensibile; una volta esposta alla luce, questi sali si riducono in argento metallico e di conseguenza la carta comincia una lenta ma progressiva fase di annerimento. Per ottenere il risultato desiderato è necessario quindi stendere sulla carta una sostanza, detta resist, come il miele, la vernice, la schiuma da barba, lo smalto per le unghie o un altro prodotto in grado di offrire una certa resistenza all’azione degli acidi di sviluppo e, nel contempo, deteriorarsi progressivamente per consentire agli acidi stessi di agire sugli spazi lasciati liberi dal resist per formare l’immagine.
Le stampe che si ottengono sono pezzi unici, irripetibili. La tecnica venne messa a punto a metà degli Cinquanta da Pierre Cordier (Bruxelles, 1933) il quale scrisse: «Come la vita sulla terra, il chimigramma è creato nell’acqua: quella dello sviluppo e del fissaggio. L’acqua è indispensabile per la nascita del chimigramma, poiché erode i materiali per lasciare il posto solo all’immagine».
www.ildispari.it