sabato, Gennaio 11, 2025

Evade dai domiciliari per acquistare un panino, assolto

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La sentenza del giudice Palagano nei confronti di Marco Pedrizzi. L’imputato, affetto da tumore, era uscito da casa perché doveva assumere i farmaci a stomaco pieno. Viveva da solo e i volontari che lo aiutavano quel giorno non si erano presentati, ma era stato denunciato dai carabinieri

Per il giudicante il fatto non costituisce reato alla luce dello stato di necessità, comprovato dalla documentazione depositata dal difensore avv. Gianluca Maria Migliaccio

Una evasione dagli arresti domiciliari per causa di necessità, legata alle condizioni di salute. E’ questa la motivazione dell’assoluzione dell’imputato Marco Pedrizzi, difeso dall’avv. Gianluca Maria Migliaccio. A giugno del 2018 l’uomo si era allontanato dalla propria abitazione per acquistare un panino, non potendo assumere i farmaci antitumorali prescrittigli a stomaco vuoto e vivendo da solo. Ma i carabinieri che non lo avevano trovato in casa lo avevano denunciato. Il gop della Sezione Distaccata di Ischia dott.ssa Mariafranca Palagano ha però ritenuto che il Pedrizzi non potesse fare a meno di uscire di casa e lo ha mandato assolto con la formula perché il fatto non costituisce reato.
L’imputato all’epoca si trovava agli arresti domiciliari per una storia di dissapori e contrasti familiari peraltro successivamente “superati”, tanto che nel 2019 era stato assolto anche per i reati contestatigli per quella vicenda.

La Procura della Repubblica di Napoli nel 2021 aveva rinviato a giudizio il Pedrizzi con decreto di citazione diretta contestandogli appunto il reato di evasione, «perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in più occasioni, senza giustificato motivo, si allontanava dal luogo di detenzione domiciliare sito in Forio alla Via Provinciale Panza Succhivo, ove si trovava ristretto in regime di arresti domiciliari in virtù di ordinanza del Gip Ufficio 41 del Tribunale di Napoli del 05.04.2018». Fatto commesso a Forio in data 27 giugno 2018.

LE TESTIMONIANZE DEI CARABINIERI
Nella sentenza il giudice Palagano evidenzia subito di ritenere «che nella fattispecie concreta, possa emettersi sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato in considerazione del provato stato di necessità in cui versava l’imputato all’epoca dei fatti».
Nel corso del dibattimento sono stati ascoltati i carabinieri della Compagnia di Ischia che si erano occupati del caso. Il teste Alessandro Pagliaroni, luogotenente assegnato alla Stazione di Ischia, «ha dichiarato di aver eseguito una misura cautelare di arresti domiciliari nei confronti di Pedrizzi Marco, in data 11 aprile 2018».

L’altro appartenente all’Arma, il vicebrigadiere del Nucleo Radiomobile Antonio De Vita, nel corso dei controlli predisposti aveva accertato l’evasione dell’imputato. In aula ha riferito che «il 27 giugno del 2018 si recava insieme al suo collega Di Fonzo Giuseppe, presso il domicilio del Pedrizzi Marco, ma dopo aver bussato, mentre attendevano che l’imputato aprisse la porta, lo vedevano arrivare da un ristorante. Il Pedrizzi riferiva di essersi andato a comprare un panino presso il negozio di alimentari sito ad una trentina di metri dall’abitazione. I militari lo invitavano a rientrare e non uscire più. Si recavano quindi a fare altro giro e al ritorno, ancora una volta, lo trovavano e lo vedevano arrivare sempre proveniente dal negozio di alimentari. A quel punto, i militari procedevano a deferirlo all’Autorità giudiziaria. Il teste ha dichiarato, inoltre, che l’imputato riferiva di essere gravemente malato e di vivere da solo».

IL RACCONTO DELL’IMPUTATO
Una doppia evasione già giustificata dinanzi ai militari della Benemerita, ma all’epoca non era stato sufficiente. Al processo, Pedrizzi ha dettagliatamente descritto la eccezionale situazione di difficoltà in cui si era venuto a trovare quel giorno: «Durante l’esame l’imputato ha dichiarato di essere affetto da tumore e di seguire una terapia farmacologica per la quale ha bisogno di assumere cibo prima di prendere i farmaci. Di essere aiutato da volontari che gli portavano il cibo, ma che quel giorno non si era presentato nessuno e che anche il negozio di alimentari, quel giorno, non aveva nessuno che poteva portargli il cibo ordinato perché il proprietario era da solo. Di essersi recato una prima volta per ordinare il panino e di essersi recato nuovamente, per pagarlo, in quanto la prima volta non aveva tutto il danaro con sé».
Le sue parole hanno convinto il giudice. Tanto più che la difesa, «a sostegno di quanto dichiarato dall’imputato, ha depositato documentazione medica attestante la malattia e la terapia da seguire e la sentenza di assoluzione dai reati che avevano giustificato la applicazione della misura cautelare». Quella evasione contestata, in sostanza, non era dettata da malafede e dalla volontà di sottrarsi alla misura applicatagli dal gip, ma era inevitabile.

LO STATO DI NECESSITA’
La dott.ssa Palagano ha dettagliatamente illustrato i motivi della decisione: «Orbene, lo stato di necessità sussiste allorché l’agente sia stato costretto a commettere il fatto dalla necessità di salvare se stesso dal pericolo attuale di un danno alla persona, pericolo non causato dalla stessa persona, non evitabile in altro modo e sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo».
Nel caso del Pedrizzi«Il pericolo attuale di un grave danno alla salute, nella fattispecie concreta, è certo e concreto e rappresentato dalla circostanza di essere da solo agli arresti domiciliari e di non poter fare affidamento sull’aiuto di volontari, così come accaduto nei giorni precedenti e soprattutto dalla necessità di dover assumere il farmaco salvavita a stomaco pieno».
Di conseguenza, «alla luce di quanto affermato, la condotta tenuta dall’imputato risulta essere giustificata dallo stato di necessità in cui si è venuto a trovare per cause indipendenti dalla sua volontà».
Una assoluzione piena.

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