giovedì, Gennaio 16, 2025

Terzo mandato: sì o no? | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 15 gennaio 2025



Per quel poco che possa interessarVi, visti i problemi che ognuno di noi esseri normali deve quotidianamente affrontare, sarei veramente curioso di conoscere il Vostro punto di vista rispetto al terzo mandato dei presidenti di regione, che negli ultimi tempi sta dominando la scena politica nazionale per quanto concerne Vincenzo De Luca (Campania) e Luca Zaia (Veneto). E poiché per sapere come la pensate dovrò necessariamente attendere i Vostri graditissimi commenti, nel frattempo vengo io a spiegarVi l’idea che mi sono fatto.Ho sempre detto ai tanti amici ischitani, quando si lamentavano nel leggere tra le candidature alle elezioni comunali i nomi di soliti noti che da oltre un trentennio si ostinavano a presentarsi al giudizio degli elettori, che il problema non era certo la loro candidatura bensì il consenso che ricevevano o meno dal corpo elettorale. Trovo, infatti, che il politico “di mestiere”, al pari del dirigente o funzionario pubblico sistematicamente nominato e rinnovato nei secoli dei secoli e, peggio ancora, quelli in quiescenza a titolo gratuito, rappresentano manifestazioni di altissima inciviltà, oltre a una sonora presa per i fondelli alla pubblica intelligenza. Ma come si potrebbe mai ignorare la cosiddetta volontà popolare, all’atto in cui la gente va in cabina e vota di pancia e non certo nell’interesse supremo del Paese e di tutto ciò che appartiene a tutti? Come far capire ai più che il pesce puzza sì dalla testa, ma fino alla sua stessa coda?Questo stesso ragionamento andrebbe esteso, per certi versi, a tutti i ruoli elettivi del nostro attuale sistema e, perché no, anche a quelli di nomina, non solo ai presidenti di regione i quali, a modo loro, rappresentano motivazioni senza dubbio egoistiche ma spesso confortate da un’indiscutibile autorevolezza oltremodo sofferta dalle direzioni di partito e da chi, facendo leva su di esse, ne vorrebbe prendere il posto, ma anche dai sondaggi e dal conseguente suffragio potenzialmente espresso in seno al loro territorio di appartenenza.
L’assenza di un limite di mandati per i presidenti di regione, già sancita per i sindaci dei comuni al di sotto dei quindicimila abitanti, è un tema complesso che riguarda l’equilibrio tra stabilità amministrativa e rinnovamento politico. Da una parte, un presidente con più di due mandati può vantare esperienza e una visione a lungo termine, elementi cruciali per la gestione di territori complessi. Dall’altra, un mandato prolungato può ridurre l’alternanza democratica, favorire la personalizzazione del potere e diminuire la partecipazione politica. Inoltre, il rischio di stagnazione può limitare l’ingresso di nuove idee e competenze. Per molti, un limite ai mandati sarebbe fondamentale per garantire trasparenza, rinnovamento e pluralismo nelle istituzioni regionali; per altri, semplicemente una scorciatoia per dirla alla “lièvete tu ca m’aggia mettere io”. O no?

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