Le proteste degli ischitani indirizzate contro questa o quell’amministrazione pubblica non riflettono solo una critica alla pur oggettivamente pessima gestione di quel che appartiene a tutti, ma costituiscono troppo spesso il risultato di un certo egoismo diffuso. Molti dei problemi che affliggono l’isola, infatti, non dovrebbero essere portati a galla solo quando ci riguardano direttamente. Tuttavia le rimostranze che emergono riguardano principalmente gruppi di interesse specifici, una specie di corporazioni che vedono minacciati i propri vantaggi economici, le proprietà e, talvolta, le passioni, piuttosto che un interesse genuino per la comunità. Oppure semplicemente il privato che si fa sentire per conto suo ed esclusivamente a difesa dei classici cazzetti suoi.L’altro ieri sera il mio amico Giovanni “TiraTardi” era adiratissimo per alcune veementi proteste di residenti foriani, pronti a lamentarsi di un aumento di pochi euro rispetto ad un canone annuo di sosta auto pari a circa 45€; e, ovviamente, esclamava incredulo e a giusta ragione: “Ma cosa farebbero i foriani se dovessero pagare a Ischia in un solo mese quel che a loro costa un anno intero di sosta?”Un altro esempio quanto mai attuale riguarda le proteste legate al gravissimo ritardo dei lavori che tuttora impediscono la fruizione dello Stadio Mazzella. Una protesta più che legittima, quella dei tifosi dell’Ischia Isolaverde, specialmente dopo le reiterate prese per i fondelli che il sindaco Ferrandino, insieme a Gianluca Trani, hanno perpetrato ai loro danni e in spregio dell’intelligenza altrui e del sostegno alla loro squadra del cuore. Ricordo che nel 1980, per invocare il ripescaggio in interregionale per meriti sportivi dell’Ischia allenata da Giuliano Spignese, la sede municipale fu letteralmente presa d’assalto dai tifosi; e grazie all’intervento del Sindaco Enzo Mazzella, essi riuscirono ad ottenere il risultato -è il caso di dire- a furor di popolo. Non ricordo, in tutta onestà, la stessa costante passione civile verso trasporti, viabilità, turismo in crisi, disoccupazione, diritto alla salute, diritto alla casa, inquinamento, servizi sociali alla deriva, infrastrutture e chi più ne ha più ne metta: tutti temi che dovrebbero unire i cittadini, ma che ricevono attenzioni occasionali, isolate, frammentate, con scarsissimo seguito e spesso gestite da agit-prop che non riescono ad aggregare nessuno se non pochi direttissimi interessati.
Vedete, quando parlo di “comunità corporativistica” intendo proprio questo: dalle nostre parti si riesce a fare gruppo solo ed esclusivamente nella rarissima ipotesi in cui gli interessi personali o le proprie passioni convergono senza se e senza ma. E poiché si tratta di circostanze tutt’altro che semplici da far accadere, ecco dimostrata ancora una volta tutta la nostra ricorrente immaturità sociale.
Daily 4ward di Davide Conte del 18 gennaio 2025