venerdì, Gennaio 24, 2025

Le ferie a IschiAbbiende | #4WD

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“…quindici giorni lavorativi di ferie sono di vostra libera scelta e devono essere indicati nel piano ferie che trasmetterete all’azienda. La restante parte delle ferie dovrà essere concordata con l’azienda, previa verifica delle esigenze operative e della disponibilità dei turni. Inoltre, non sarà possibile presentare richieste di ferie per il periodo dal 15.6.2025 al 15.09.2025, in quanto tale periodo è dedicato a garantire la continuità del servizio in considerazione delle esigenze operative aziendali… Si sottolinea che qualsiasi piano ferie già trasmesso, in contrasto con la presente disposizione e con la disposizione del 7/11/2024 prot. 4621, sarà considerato nullo e privo di efficacia…”
E’ questo il succo di una circolare prot. 283 diffusa ieri al “personale aziendale” di Ischia Servizi s.p.a. (per noialtri nostalgici resterà sempre Ischia Ambiente o “IschiAbbiende”) relativamente alla godibilità delle ferie 2025. Una disposizione con effetti anche retroattivi che precetta per ben tre mesi estivi tutta la forza lavoro della società monnezzara (ormai non più solo tale) e, come se non bastasse, considera nulla qualsiasi richiesta di ferie già presentata e con essa contrastante.
Da un provvedimento del genere emergono diverse riflessioni. Tra tutte, mi sforzo invano a capire quale sia il confine tra i due protagonisti di questa vicenda: da una parte, i “diritti acquisiti” di maestranze ormai ridotte a uno sparuto esercito con tanti raccomandati, composto prevalentemente da generali e pochissimi soldati, tutti pronti -chi più chi meno- a tirare lodevolmente avanti una baracca che avrebbe bisogno di essere ristrutturata e consolidata da testa a piedi; dall’altra, anni e anni di mala gestio, di nomine in CdA che non meritano neppure di essere definite politicizzate e che, una volta tanto imbroccate, venivano sacrificate sull’altare del più becero clientelismo dall’amministrazione di turno, di pensionamenti mai o mal rimpiazzati, di promozioni farlocche, di transazioni senza un minimo di logica, di automezzi più volte inutilmente riparati da compiacenti e costosi meccanici della terraferma (e non solo), di incarichi privilegiati a questo o a quell’incapace, magari recidivo nel mettere le dita nella marmellata ma più vicino di altri al “bottone”. Mi fermo o… vado avanti?Il senso è semplice: ogni contesto lavorativo si compone di diritti e doveri e questo lo sappiamo tutti. Ma quando il pesce puzza dalla testa e il cattivo esempio proviene da chi, anziché prediligere una gestione virtuosa, asseconda solo le esigenze di bassa cucina di chi lo ha nominato, anche il più diligente dei dipendenti si rende indisponibile al sacrificio e, se può, tira legittimamente i remi in barca rispetto alla tanto sbandierata “continuità del servizio” e alle “esigenze operative aziendali”: queste sconosciute, sia in casa Ischia Servizi che -peggio ancora- in Via Iasolino.
 

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