Non dovete certo vergognarVi, o cari detrattori di Giorgia Meloni e del centrodestra, dello spargimento di odio che al “pronti, via!” di turno dedicate al Capo del Governo e ai suoi, contribuendovi con tutte le Vostre forze e con tutto il consueto livore che da sempre acriticamente Vi appartiene. Sarebbe senza dubbio più opportuno preoccuparVi, invece, di una realtà di cui anch’io sto scrivendo da tempo (ultimo solo cronologicamente il 4WARD di domenica scorsa): giustizia e democrazia, in Italia, sono fortemente a rischio e non certo per la restaurazione del fascismo paventata da quelli che celebrano la giornata della memoria a senso unico, come se i morti ebrei di oggi avessero zero dignità rispetto a quelli dei tempi della Shoah. Il rischio proviene esattamente da quelli che dovrebbero essere i garanti di giustizia e democrazia e che si stanno rendendo conto che con la prossima riforma la loro pacchia sta finalmente -dico io- per terminare.
Rispetto all’avviso di garanzia ad orologeria per un Presidente del Consiglio dei Ministri, un Sottosegretario alla Presidenza e due Ministri (guarda un po’, Giustizia e Interno), emesso ad hoc dallo stesso procuratore della repubblica che inquisì un altro Ministro del medesimo governo per il famoso “sequestro di persona” in un processo finito di recente con assoluzione piena, lì sì che c’è molto di cui vergognarsi! Bisognerebbe vergognarsi di un Paese a cui una casta bella e buona e storicamente impunita combatte a viso aperto chi per primo intende porre fine a determinati privilegi, ad un sistema giudiziario inefficace, all’esonero da ogni responsabilità per chi sbaglia a incarcerare o processare un innocente senza farsi scrupolo di rovinargli la vita, a chi continua a schierarsi con la propria parte politica tradendo nelle proprie decisioni la sacra imparzialità del suo ruolo, o a chi pensa di poter fare da arbitro in un processo indossando la stessa casacca di una delle due “squadre” in campo.
Non è bastato sentire dal Ministro Nordio parole più che rassicuranti rispetto all’integrità del suo ruolo in seno alla nuova riforma e all’impossibilità che un ex magistrato che ha combattuto le Brigate Rosse si schieri e agisca contro quella magistratura di cui ha fatto orgogliosamente parte. E non è bastato neppure quel che la stessa Giorgia Meloni ha ribadito più volte e ancora ieri pomeriggio (“Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire e vado avanti a testa alta contro chi vorrebbe impedirmi di cambiare”): in Italia chi tocca certi fili rischia di restarci folgorato. E per questi qui non c’è rispetto istituzionale o democratico che tenga, neppure dinanzi all’evidenza di fatti che dimostrano l’assurdità di certi tentativi di demolire il nemico di turno a suon di indagini, addebiti e processi senza alcuna sostanza.
VergognateVi, sì, di tutto questo. Ma innanzitutto preoccupateVene: un giorno potrebbe toccare anche a Voi, non così forti e inattaccabili come Giorgia!
Daily 4ward di Davide Conte del 29 gennaio 2025