Era scontato. Antonio Pinto non ci sta a subire le angherie istituzionali di Giosi Ferrandino e reagisce alla scelta politica e agli atti amministrativi che, fino ad oggi, hanno dato solo dimostrazione di superficialità e uso della forza (tra l’altro immotivata!) istituzionale da parte del comune di Casamicciola.
Un comune che negli anni è riuscito a dimostrare solo incapacità gestione e di programmazione con il porto turistico di Casamicciola Terme. Una storia già scritta che, tuttavia, a differenza delle altre, da una parte vede un privato riuscire nella sua missione e nell’offrire qualità e servizi e, dall’altra, un ente pubblico che non è nelle condizioni di poter agire correttamente.
La polemica sulla gestione del porto turistico di Casamicciola Terme, è tutta legata alla delibera n. 2 del 15 gennaio 2025 del Comune di Casamicciola Terme che ha stabilito che l’amministrazione assumerà direttamente il controllo del porto fino al 2033, ponendo fine alla concessione in essere con la società Cala degli Aragonesi S.r.l.
Secondo l’amministrazione comunale, la decisione garantirebbe un maggior beneficio economico per la collettività, eliminando intermediari privati e riportando la gestione nelle mani del Comune stesso. Tuttavia, Cala degli Aragonesi ha duramente contestato la scelta, definendola illegittima e contraria alle normative sulla concorrenza e sul più proficuo sfruttamento dei beni demaniali marittimi.
E, presentando le proprie osservazioni come richiesto dalla stessa delibera ha raddoppiato e ha presentato una formale istanza alla Regione Campania e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), chiedendo un intervento immediato per bloccare l’autoassegnazione dell’infrastruttura e avviare una procedura competitiva trasparente.
Cala degli Aragonesi ha contestato che l’amministrazione comunale, attraverso la delibera n. 2/2025, abbia agito in violazione dell’art. 37 del Codice della Navigazione e del D.P.R. 509/1997, norme che stabiliscono l’obbligo di procedere attraverso una gara pubblica per l’assegnazione di beni demaniali marittimi. Secondo la società, il Comune avrebbe quindi arbitrariamente sottratto il porto alle regole del mercato, generando un abuso di posizione dominante e un grave danno erariale.
La controversia ha dunque assunto una rilevanza regionale, coinvolgendo le istituzioni campane in una disputa che potrebbe ridefinire il futuro della portualità turistica dell’isola d’Ischia.
Una concessione prorogata, ma ancora valida?
Alla base del conflitto c’è la concessione n. 21/2008, rilasciata dalla Regione Campania e assegnata in contitolarità tra Cala degli Aragonesi e il Comune di Casamicciola Terme per un’area complessiva di 45.446,15 metri quadrati. Un particolare, questo, che pone il porto di Casamicciola Terme in una posizione unica rispetto agli altri dell’isola. L’atto concedeva l’utilizzo del porto per la realizzazione di opere infrastrutturali e la gestione dell’attività di ormeggio, con una scadenza inizialmente prevista per il 1° aprile 2023, poi prorogata al 31 dicembre 2024 tramite la deliberazione n. 41/2023 del Consiglio Comunale.
Tuttavia, secondo Cala degli Aragonesi, gli eventi straordinari che hanno colpito il territorio negli ultimi anni hanno alterato l’equilibrio economico-finanziario della concessione, rendendo necessaria una nuova proroga fino al 2027 per compensare le perdite e garantire il completamento degli investimenti.
Nel documento inviato alle autorità competenti, la società ha evidenziato come il porto abbia subito interruzioni operative e difficoltà economiche a seguito di calamità naturali ed eventi eccezionali. Il terremoto del 2017, ad esempio, ha causato danni strutturali alle infrastrutture portuali, compromettendo l’attività ordinaria e rallentando il flusso di imbarcazioni e turisti. Successivamente, la pandemia da Covid-19 ha imposto severe restrizioni alla mobilità e ha ridotto drasticamente l’afflusso turistico, generando un calo dei ricavi e una stagnazione delle attività economiche legate alla portualità. Infine, la frana del 2022 ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo necessario un piano straordinario di investimenti per il ripristino dell’area portuale.
Di fronte a queste difficoltà, Cala degli Aragonesi ha richiesto una proroga della concessione fino al 2027, sostenendo che solo attraverso un’estensione della durata del titolo si possa riequilibrare il Piano Economico-Finanziario (PEF) e garantire il recupero degli investimenti effettuati. Tuttavia, il Comune ha scelto di ignorare la richiesta e ha avviato direttamente il procedimento per l’autoassegnazione dell’approdo, senza consultare operatori del settore né esaminare soluzioni alternative.
Le accuse di Cala degli Aragonesi: violato il principio di concorrenza
Nella sua memoria difensiva, Cala degli Aragonesi ha sottolineato numerosi vizi di legittimità nella delibera del Comune di Casamicciola Terme. Anzitutto, l’amministrazione ha deliberatamente omesso di avviare una procedura di evidenza pubblica, in contrasto con le normative nazionali che impongono la trasparenza e il confronto competitivo tra più candidati. La società ha inoltre evidenziato che non è stato effettuato alcun confronto economico-finanziario tra l’opzione della gestione diretta e quella della gestione privata attraverso concessione.
Altro aspetto critico riguarda il conflitto di interessi in cui si troverebbe l’amministrazione comunale, che contemporaneamente riveste il ruolo di soggetto regolatore e gestore dell’infrastruttura. Tale situazione comprometterebbe la neutralità dell’ente pubblico, escludendo dalla competizione gli operatori economici privati.
Secondo Cala degli Aragonesi, il Comune ha inoltre erroneamente classificato il porto come “approdo turistico locale”, mentre la normativa nazionale e regionale lo riconosce come porto turistico di rilevanza regionale, il che implicherebbe regole di gestione diverse e una maggiore tutela della concorrenza.
I precedenti fallimenti della gestione pubblica
Oltre a contestare la legittimità della delibera, Cala degli Aragonesi ha anche ricordato che la gestione diretta del porto da parte del Comune ha già fallito in passato. L’amministrazione aveva infatti affidato l’approdo alla società in house Marina di Casamicciola S.r.l., ma questa ha accumulato ingenti debiti ed è stata posta in liquidazione nel 2012. La società ha evidenziato che, nonostante il fallimento del precedente modello di gestione pubblica, il Comune sta ora riproponendo lo stesso schema gestionale, senza aver previsto piani di investimento credibili né strategie operative in grado di garantire l’efficienza della struttura portuale.
Un porto destinato agli amici degli amici?
Tutti sappiamo che il porto di Casamicciola rappresenta un’infrastruttura chiave per il turismo nautico e per l’intero sistema economico locale. Così come tutti sappiamo quali siano i livelli di qualità e di competenza offerti da Cala degli Aragonesi e quelli che, invece, ha provato ad offrire Marina di Casamicciola. KLa barra del “timone” ora passa alla Regione Campania e all’AGCM affinché intervengano per bloccare il provvedimento comunale e la sua genesi prevaricatrice. Tra le altre cose, va anche evidenziando un altro rischio che questa operazione presenta, ovvero scoraggiare investitori e ridurre la competitività del settore turistico-portuale dell’isola d’Ischia, almeno che il disegno del comune non sia quello di prostrare il porto di Casamicciola al solito giro degli amici degli amici che, in questo settore, hanno tutti nomi e cognomi ben noti.
La Regione Campania e l’Autorità della Concorrenza, conoscono bene Casamicciola ed è facile far risalire alla mente i provvedimenti sbagliati sul municipio di Casamicciola. Qui non si tratta di lavori pubblici o di altri affidamenti, in questo caso dovranno decidere se mantenere la delega al Comune o se revocarla in favore di un modello più aperto alla concorrenza e agli investimenti privati. Quella che si sta combattendo è una battaglia che va oltre la singola concessione: è uno scontro tra modelli di gestione opposti, che potrebbe influenzare il futuro di altre infrastrutture portuali regionali e nazionali.