Privato. Quando questa parola viene usata pensando al gestore del Porto di Lacco Ameno, la mente va a Giuseppe Perrella e alla sua Marina di Capitello. Ora, tuttavia, nonostante il passaggio alla gestione pubblica dell’approdo turistico all’ombra del Fungo, questa parola, Privato, torna in primo piano in tutto il suo significato. E se non fosse per quello che abbiamo già visto nei mesi scorsi, forse oggi, potremmo fare anche un paragone – nonostante le profonde differenze di sistema – con quello che accade (da anni, tra l’altro) a Sant’Angelo. Serrara Fontana fa una gara per affidare i servizi di gestione dell’approdo. Lacco Ameno, invece, ne bandisce un’altra da quasi 700 mila euro che affida il servizio di assunzione dei lavoratori interinali.
Procediamo per gradi. Lacco Ameno, come detto, si prepara ad una nuova fase di gestione diretta del proprio approdo turistico. Il Comune, con la Determina- zione n. 88 del 28 gennaio 2025, ha ufficialmente deliberato l’affidamento di un servizio di somministra- zione di lavoro temporaneo per 20 figure professionali, necessarie al pieno funzionamento della struttura portuale. Un passo significativo che, sebbene volto alla valorizzazione del territorio, solleva perplessità sulla sostenibilità di una spesa che supera i 668.000 euro in un contesto di bilancio comunale da monitorare con attenzione e che, costa circa quattro volte di più rispetto a quello Serrara Fontana che, diciamocelo, oltre alle dimensioni, offre gli stessi servizi per lo stesso tempo. Va aggiunto, tuttavia, che Irene Iacono ha anche svolto un concorso pubblico per la selezione del direttore.
Un passaggio strategico o un’operazione poco chiara? Il porto di Lacco Ameno è da tempo al centro del di- battito. E questo nuovo corso, ovvero quello che ha già portato all’assunzione interinale del figlio della consigliera comunale Car- mela Monti e dei alcuni “amici degli amici” di altri amministratori ora presta il fianco ad un’altra fase: la scelta di affidare a una società esterna la selezione di ben 20 lavoratori. Una scelta che lascia aperti interrogativi sulla trasparenza del metodo adottato e sulla possibilità che si stia riproponendo un meccanismo di gestione clientelare delle assunzioni facendo venire meno quello che è la trasparenza che dovrebbe caratterizzare la pubblica amministrazione.
Il piano di assunzioni
Per rendere operativa questa scelta, il Comune ha deciso di avvalersi di un con- tratto di somministrazione lavoro, uno strumento che consente il reperimento rapido di figure professionali qualificate. La selezione del soggetto che provvederà alle assunzioni, avverrà attraverso una procedura aperta gestita dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana, con l’aggiudicazione basata sull’offerta economicamente più vantaggiosa. L’appalto, del valore complessivo di 668.030,04 euro, permetterà l’impiego di: 1 istruttore (ex Cat. C), per 8 mesi; 2 addetti amministrativi (ex Cat. B), per 8 mesi; 2 segretarie (ex Cat. B), per 8 mesi; 4 ormeggiatori (ex Cat. B), per 8 mesi; 4 ormeggiatori (ex Cat. B), per 6 mesi; 4 ormeggiatori (ex Cat. B), per 4 mesi; 2 ormeggiatori (ex Cat. B), per 2 mesi; 3 guardiani (ex Cat. B), per 6 mesi.
La necessità di attivare rapidamente il servizio è stata una delle principali motiva- zioni alla base della scelta di questa modalità di reclutamento, evitando lunghe procedure concorsuali che avrebbero potuto rallentare l’operatività del porto. Tuttavia, il ricorso al lavoro interinale in un settore così strategico solleva il dubbio se questa sia una scelta lungimirante o solo una soluzione tampone destinata a generare nuovi problemi gestionali in futuro.
Un metodo di selezione opaco è a rischio clientelismo
Oltre agli interrogativi sulla sostenibilità economica, emerge una questione an- cora più delicata: la trasparenza del processo di selezione. L’affidamento a una società di lavoro interinale elimina qualsiasi forma di pubblicità e controllo pubblico sulla scelta del personale, favorendo un sistema che lascia spazio a decisioni discrezionali e poco trasparenti. Un meccanismo che, in passato, ha già caratterizzato altre operazioni nel Comune di Lacco Ameno, sollevando dubbi su favoritismi e selezioni ad personam. Più che una gestione pubblica, questa appare come un “assumificio privato”, dove la logica dell’interesse collettivo rischia di essere messa in secondo piano rispetto a dinamiche di selezione opache e potenzialmente clientelari.
Questo modus operandi, supervisionato direttamente dal sindaco Giacomo Pascale e dal consigliere delegato Giovanni De Siano, è lo specchio delle pratiche opache che caratterizzano la ricerca del consenso elettorale in comuni piccoli come Lacco Ameno, dove il clientelismo è una leva fondamentale per il mantenimento del potere.
Le prospettive per il futuro
Questa operazione amministrativa lascia aperti numerosi interrogativi sulla trasparenza e sull’effettiva equità della gestione del personale pubblico. L’utilizzo di una società di lavoro interinale per il recluta- mento di lavoratori, senza alcuna selezione pubblica effettiva e senza meccanismi chiari di controllo, rischia di rafforzare pratiche poco chiare e alimentare sospetti su favoritismi e clientele. E c’era qualcuno che non voleva il “privato” nel porto, ma si comporta proprio come un “privato.
E sì, spiegatemi a cosa serve assumere un direttore a tempo pieno e indeterminato come ha fatto Irene Iacono a Serrara, quando si e no ci saranno a buttare 7-8 mesi di lavoro da svolgere. Gli altri 4-5 mesi si succhia le dita? Tant’è che a Lacco Ameno il “Barone” ha previsto contratti dai 6 agli 8 mesi.