Nei prossimi mesi e anni, migliaia di famiglie campane e, ovviamente, anche ischitane, potrebbero ritrovarsi senza una casa a causa dell’attuale normativa sulle demolizioni edilizie. L’Avv. Paolo Rizzotto, coordinatore regionale della Fiamma Tricolore, oltre a denunciare il rischio concreto per numerosi cittadini di vedersi abbattere la propria abitazione in esecuzione di sentenze vecchie di decenni, ha anche avanzato una proposta legislativa.
La questione giuridica
Il problema risiede nella giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che considerano l’ordine di demolizione previsto dall’art. 31, comma 9, del Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001) come una sanzione amministrativa e non punitiva. Questo significa che tale sanzione è imprescrittibile e può essere eseguita in qualsiasi momento, anche a distanza di decenni dalla sentenza di condanna o di patteggiamento.
La Cassazione, infatti, ha ribadito più volte che l’ordine di demolizione ha una funzione ripristinatoria del bene giuridico leso e non una finalità punitiva. Di conseguenza, può colpire chiunque si trovi in rapporto con l’immobile abusivo, indipendentemente dal fatto che sia l’autore dell’abuso o meno. Una recente pronuncia della Suprema Corte (Sez. 3, n. 51044 del 03/10/2018) conferma questa impostazione.
Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ribadito questo principio con una recente sentenza (CEDU, Sez. I, 12 settembre 2024, n. 35780/18 – L. c. Italia), evidenziando come l’ordine di demolizione non abbia natura punitiva, ma sia finalizzato esclusivamente al ripristino dello stato dei luoghi. Per questo motivo, non può essere soggetto a prescrizione, e il tempo trascorso dall’abuso non incide sulla sua legittimità.
Il rischio per i cittadini
Secondo l’Avv. Rizzotto, questa interpretazione giuridica avrà conseguenze devastanti per migliaia di famiglie in Campania. Infatti, molti cittadini rischiano di vedersi demolire la casa a seguito di condanne risalenti a decenni fa, senza alcuna possibilità di difesa effettiva. “Il senso è questo: saremmo sempre di fronte a una sanzione amministrativa, ma una cosa è avere un contenzioso con il comune, ben altra è trovarsi a fare i conti con la Procura,” spiega Rizzotto.
La proposta di modifica normativa
Per affrontare questa emergenza, l’Avv. Rizzotto propone una modifica all’art. 31, comma 9, del Testo Unico dell’Edilizia. Attualmente, la norma prevede che il giudice, con la sentenza di condanna, ordini la demolizione dell’opera abusiva se questa non è già stata eseguita. La modifica suggerita prevede invece che il giudice trasmetta l’ordine di demolizione all’ente locale competente, affinché sia quest’ultimo a provvedere alla sua esecuzione secondo le procedure previste dall’art. 27, comma 2, dello stesso Testo Unico.
In questo modo, si garantirebbe un maggiore controllo amministrativo sull’esecuzione delle demolizioni, evitando che cittadini vengano colpiti in maniera arbitraria e sproporzionata da ordini di abbattimento emessi dopo molti anni dalla sentenza di condanna.
Il dibattito sulle demolizioni edilizie in Campania è destinato ad accendersi nei prossimi mesi, mentre molte famiglie vivono con il timore di perdere la propria casa. La proposta dell’Avv. Rizzotto rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra il rispetto delle normative edilizie e la tutela del diritto all’abitazione. Resta da vedere se la politica raccoglierà l’appello e se il Parlamento valuterà una modifica normativa che possa offrire maggiore tutela ai cittadini coinvolti in questa drammatica vicenda.