Vittorio Feltri, pur non nascondendo in alcun modo la sua assoluta ignoranza in materia, ha posto l’accento sull’inopportunità che personaggi del mondo dello spettacolo, in modo assolutamente decontestualizzato e gratuito, vengano sollecitati a rivelare al grande pubblico il proprio pensiero politico verso questo candidato o quel governante, vista la “sparata” della cantante Elodie contro la Meloni nei giorni di Sanremo. Ma questo è un fenomeno che parte da molto lontano e oggi continua a manifestarsi -inutilmente, a mio giudizio- non solo negli ambienti culturali radical-chic ma anche nel cosiddetto popolino, quello tutto canzonette, social e soap opera che normalmente corre dietro a queste starlet fino al bordo palco o sotto casa, salvo poi pensarla di testa propria com’è giusto che sia.
Nella seconda, recente cavalcata di Trump verso la Casa Bianca abbiamo avuto la dimostrazione palese di quanto inutile e perdente sia questo genere di strategia legata alla captatio benevolentiæ dell’elettorato. Joe Biden era già morto e sepolto nell’opinione pubblica americana, mentre il tycoon tirava dritto nel suo tour ininterrotto attraverso i cinquanta stati. Non bastavano più gli appelli di Obama e signora, di ex repubblicani assoldati alla causa e di chiunque, pubblicamente, potesse tentare di demonizzare il candidato gop in netto vantaggio. Ecco, quindi, il cambio in corsa: Kamala Harris al posto del presidente in carica fatto ritirare con tutti gli onori (della serie, sei stato il migliore, ma mo lievete ‘a nanze ‘e piere) e via alla sfilata di vip d’ogni genere a sposare la causa della vice-presidente uscente, attribuendole una serie di effimere proposte d’unicità puntualmente rivelatesi tali all’esito del voto e tentando di riversare il male assoluto addosso al suo inarrestabile contendente. Il risultato finale? L’esatto effetto contrario: vittoria schiacciante di Trump e tutti a casa, aspettando che coloro i quali avevano minacciato di cambiare paese fossero consequenziali ai loro propositi (macchè…).
Naturalmente l’esempio americano non è stato tenuto in minima considerazione dalla sinistra italiana, che tuttora continua a cavalcare il filone woke, il lecchinaggio della magistratura, il rischio di restaurazione del fascismo, l’apertura incondizionata all’immigrazione clandestina, le mozioni di sfiducia ad ogni costo, gli appelli alla rivoluzione dei lavoratori tramite il sindacato di bandiera e tante altre menate storiche, tentando di scardinare la solidità di un Governo legittimamente eletto e ottenendo, però, l’effetto contrario in termini di attribuzione di fiducia all’esecutivo da parte della gente comune.
Che ognuno vada avanti per la sua strada, per carità. Ma com’è possibile che il mondo cambi sempre più vertiginosamente, mentre certa politica continui a restare ancorata a schemi totalmente fuori dal tempo e ben lontani dall’interesse di tutti?
Un altro giorno, poi, tornerò anche sul piano locale.
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Daily 4ward di Davide Conte del 14 febbraio 2025