Il settore dei trasporti è tra i principali responsabili delle emissioni di CO2 in Europa, con il trasporto su strada che contribuisce per il 71,7% alle emissioni totali, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente. Questo rende evidente la necessità di un cambiamento radicale.
L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre l’impatto ambientale della mobilità. Entro il 2030, punta a una riduzione del 60% delle emissioni di CO2 nei trasporti rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo finale della neutralità climatica entro il 2050. Tuttavia, tra il 1990 e il 2019, le emissioni nel settore sono aumentate del 33,5%, complicando il raggiungimento di questi obiettivi.
L’evoluzione delle politiche UE sulle emissioni dei trasporti
Negli ultimi due decenni, l’Unione Europea ha introdotto una serie di regolamenti per ridurre l’impatto ambientale del settore dei trasporti. Nel 2009, sono stati fissati i primi limiti di CO₂ per le auto nuove, stabilendo un tetto di 130 g/km da raggiungere entro il 2015. Successivamente, nel 2014, l’obiettivo è stato abbassato a 95 g/km per il 2021. L’adozione del Green Deal nel 2019 ha segnato un punto di svolta, con l’impegno di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel 2021, il pacchetto “Fit for 55” ha proposto la completa eliminazione delle auto a combustione interna entro il 2035, misura poi approvata dal Parlamento Europeo nel febbraio 2023.
Lo stop alle auto a combustione dal 2035: un cambiamento epocale
Per contrastare questo trend, l’UE ha deciso che dal 2035 sarà vietata la vendita di nuove auto con motore a combustione interna, lasciando spazio solo ai veicoli a emissioni zero. Entro il 2030, le emissioni delle auto nuove dovranno essere ridotte del 55% e quelle dei furgoni del 50% rispetto ai livelli del 2021.
Le auto elettriche sono al centro di questa transizione e stanno crescendo rapidamente nel mercato. Nel 2021, le immatricolazioni hanno rappresentato il 17,8% del totale, un aumento significativo rispetto al 10,7% dell’anno precedente. Tuttavia, il passaggio massiccio a questa tecnologia presenta delle sfide:
- Sviluppo di infrastrutture di ricarica adeguate.
- Impatto ambientale della produzione delle batterie.
- Dipendenza dal mix energetico dei paesi per garantire una mobilità realmente sostenibile.
Criticità e prospettive future
Il divieto delle auto a combustione interna avrà impatti non solo ambientali, ma anche economici e sociali. L’industria automobilistica europea, che impiega milioni di lavoratori, dovrà adattarsi con investimenti in nuove tecnologie e riconversione degli stabilimenti.
Un altro punto critico riguarda la sostenibilità della produzione energetica. Se le auto elettriche vengono alimentate da energia prodotta da combustibili fossili, il loro vantaggio ambientale si riduce. Per affrontare questa sfida, l’UE sta adottando politiche complementari come:
- Un sistema di scambio di emissioni (ETS) per il trasporto su strada.
- Incentivi per l’uso di carburanti rinnovabili.
- Revisione delle infrastrutture di ricarica.
Il futuro della mobilità sostenibile non dipende solo dall’auto elettrica, ma anche da una riduzione complessiva dei veicoli in circolazione, un obiettivo che passa anche attraverso programmi di rottamazione per i modelli più vecchi e inquinanti. In Italia, ad esempio, è spesso possibile rottamare gratuitamente la propria auto attraverso servizi come Rottamazionegratisroma.it, azienda di rottamazione auto su Roma. Car sharing, trasporto pubblico efficiente e soluzioni integrate saranno fondamentali per garantire una transizione efficace.
La scommessa green dell’UE è ambiziosa, ma necessaria. La transizione richiede investimenti, innovazione e il contributo di cittadini e aziende. Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità collettiva di adattarsi a una nuova era della mobilità sostenibile.