martedì, Marzo 4, 2025

Pithekoussai: un emporio internazionale. Un melting pot di rituali funerari

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Ischia, crocevia di culture fin dall’antichità: nuove scoperte sulla cosmopolita Pithekoussai. La necropoli, con oltre 1.300 tombe scoperte, rappresenta una delle più importanti evidenze archeologiche del Mediterraneo antico. Le pratiche funerarie osservate variano notevolmente, riflettendo l’eterogeneità culturale dell’insediamento

Un recente studio scientifico ha portato alla luce nuovi dettagli sulla straordinaria eterogeneità della popolazione di Ischia nell’VIII secolo a.C., confermando il ruolo chiave dell’isola nel complesso intreccio di scambi e interazioni tra popoli del Mediterraneo. Grazie all’analisi isotopica di ossa e denti di oltre 50 individui, gli archeologi hanno dimostrato che la prima colonia greca dell’Occidente, Pithekoussai, non era solo un insediamento ellenico, ma una vera e propria comunità multietnica.

Situata nel cuore del Golfo di Napoli, l’isola vulcanica di Ischia si rivelò un punto di approdo strategico per Greci, Fenici e Italici, che qui coesistevano e si integravano, creando una società dinamica e aperta. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica iScience, si è basato sull’analisi dei resti umani rinvenuti nella necropoli di Pithekoussai, rivelando dettagli inediti sulla mobilità e l’interazione delle popolazioni dell’epoca.

Uno degli aspetti più sorprendenti della ricerca effettuata da Melania Gigante, Carmen Esposito, Federico Lugli, Alessandra Sperduti, Teresa Elena Cinquantaquattro, Bruno d’Agostino, Alessia Nava, Wolfgang Muller e Luca Bondioli riguarda il ruolo attivo delle donne nella migrazione e nell’integrazione. Tradizionalmente, si pensava che fossero solo gli uomini a spostarsi per motivi commerciali o coloniali, ma i dati raccolti dimostrano una presenza femminile rilevante tra gli immigrati. Questo aspetto suggerisce che il processo di colonizzazione e mescolanza culturale fosse più complesso e bilanciato di quanto ipotizzato finora.

Un’altra scoperta significativa riguarda la famosa Tomba della Coppa di Nestore, una delle sepolture più emblematiche di Pithekoussai, nota per contenere un manufatto con una delle prime iscrizioni in alfabeto greco. Grazie alle nuove tecniche di analisi, gli studiosi hanno stabilito che almeno uno degli individui sepolti accanto alla coppa era nato localmente, evidenziando così il precoce processo di fusione tra coloni e popolazioni autoctone.
“Questo studio ci offre una visione più chiara del Mediterraneo dell’Età del Ferro, rivelando un’intensa mobilità e una rete di interazioni culturali e biologiche che contribuirono alla nascita della Magna Grecia”, spiega Carmen Esposito, una delle ricercatrici coinvolte. Il progetto ha visto la collaborazione di esperti di diverse istituzioni, tra cui l’Università di Bologna, La Sapienza di Roma, l’Università di Modena e Reggio Emilia, e la Goethe Universität di Francoforte.

Pithekoussai: un emporio internazionale

Le nuove scoperte dimostrano che Ischia, più che una semplice colonia greca, era un vero e proprio emporio internazionale dove convivevano Greci, Fenici, Italici e popolazioni indigene. L’analisi dei resti umani rinvenuti nella necropoli di San Montano ha rivelato che circa il 28,2% degli individui analizzati non era nato sull’isola, ma proveniva da altre regioni del Mediterraneo. Questa presenza di immigrati suggerisce che Pithekoussai fosse un punto di incontro strategico per commerci, scambi culturali e interazioni sociali.

Mobilità femminile: un ruolo inaspettato

Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dallo studio riguarda la mobilità femminile. Tradizionalmente si è sempre pensato che fossero soprattutto gli uomini a spostarsi per motivi economici o coloniali. Tuttavia, l’analisi isotopica ha rivelato che ben il 38,1% delle donne analizzate erano immigrate, contro il 30,8% degli uomini. Questo dato suggerisce che le donne svolgessero un ruolo attivo nella costruzione della comunità di Pithekoussai, contribuendo alla sua crescita e alla trasmissione di conoscenze e tradizioni tra diverse culture.

Un melting pot di rituali funerari

La necropoli di Pithekoussai, con oltre 1.300 tombe scoperte, rappresenta una delle più importanti evidenze archeologiche del Mediterraneo antico. Le pratiche funerarie osservate variano notevolmente, riflettendo l’eterogeneità culturale dell’insediamento. Le tecniche di sepoltura includevano: Cremazione secondaria, pratica tipica dei Greci; Inumazione in posizione supina o rannicchiata, più diffusa tra le popolazioni indigene; Enchytrismos, ovvero la sepoltura in anfora, spesso riservata ai bambini. Questa varietà di rituali conferma che la comunità di Pithekoussai non era monolitica, ma caratterizzata da una convivenza tra usanze e credenze diverse.

Il ruolo economico di Ischia nell’antichità

Ischia non era solo un centro abitativo, ma anche un importante snodo commerciale. La sua posizione nel cuore del Mediterraneo occidentale la rendeva il luogo ideale per lo scambio di merci tra l’Oriente e l’Occidente. Le analisi archeologiche testimoniano il commercio di ceramiche, metalli e manufatti di lusso, che giungevano sull’isola da regioni lontane. Un reperto emblematico di questo scambio culturale è la Coppa di Nestore, uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica greca, che dimostra come Ischia fosse un punto nevralgico per la diffusione della cultura ellenica.

Un ambiente ostile ma ricco di risorse

L’isola di Ischia, essendo di origine vulcanica, ha sempre rappresentato una sfida per chi vi abitava. Il suolo instabile e le temperature elevate hanno influito sulla conservazione dei resti archeologici, ma hanno anche reso Ischia un luogo ricco di risorse naturali, come le acque termali, sfruttate fin dall’antichità. I risultati della ricerca hanno dovuto tenere conto di queste condizioni ambientali uniche, che hanno reso necessarie metodologie avanzate per l’analisi dei reperti.

Un nuovo sguardo sul passato di Ischia

Le recenti scoperte rafforzano l’idea di Ischia come un centro di scambio e interazione tra popoli, piuttosto che come una semplice colonia greca. L’isola era un vero laboratorio di convivenza multiculturale, dove tradizioni, lingue e costumi si intrecciavano, gettando le basi per la nascita della Magna Grecia.
Oggi, Ischia conserva questa eredità storica, continuando a essere un luogo di grande attrazione culturale e turistica. Gli studi su Pithekoussai non solo ampliano la conoscenza del passato, ma offrono anche un’importante riflessione sulle dinamiche di integrazione e mobilità che hanno caratterizzato il Mediterraneo per millenni. In questo senso, Ischia si conferma un prezioso archivio della storia mediterranea.
Questi risultati gettano nuova luce sul passato di Ischia, confermando il suo ruolo di crocevia culturale e ponte tra civiltà. Le antiche radici cosmopolite dell’isola non solo rafforzano la sua identità storica, ma ne esaltano l’importanza nel contesto del Mediterraneo antico. Oggi, Ischia continua a essere un simbolo di accoglienza e mescolanza culturale, testimone di una storia millenaria che ancora affascina studiosi e visitatori da tutto il mondo.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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