Il cuore di un vero tifoso del Napoli dice che non vorrebbe, ancora una volta, ridursi a quel che poteva essere e che, invece, potrebbe rischiare di dissolversi inesorabilmente per un pugno di quattrini non spesi. Un’occasione che pareva insperatamente propizia, ma che potrebbe essere dilapidata non per limiti tecnici insormontabili, non per la forza straripante degli avversari, bensì per una gestione societaria che ha scelto ancora di voltare le spalle al risultato sportivo.
Oggi l’Inter, in testa alla classifica per un solo punto e solo grazie alle occasioni sciupate da un Napoli progressivamente rimaneggiato, non è certo quella corazzata invincibile che alcuni vogliono dipingere. Anzi, è una squadra logorata dagli impegni ravvicinati, che ha già mostrato segni di cedimento fisico e mentale. Il Napoli, nonostante una stagione travagliata e segnata da mille difficoltà, ha ancora nelle mani un calendario che può permettere di tenere vivo il sogno, di lottare fino alla fine. Ma come crederci il tifoso se la società stessa ha scelto, fatti alla mano, di non crederci più di tanto e l’allenatore solo sabato, proprio dopo la sfida con l’Inter, se n’è uscito con un tardivo “Se vogliamo, possiamo!”?
La sessione di mercato di riparazione avrebbe dovuto essere un’occasione per colmare le lacune, per dare a Conte gli strumenti giusti per affrontare il girone di ritorno con ambizione e consapevolezza. Invece, la priorità è stata solo una: rientrare degli investimenti estivi, anche a costo di indebolire ulteriormente una rosa che, con un piccolissimo sforzo economico, avrebbe consolidato il primato in scioltezza. La cessione di Kvaratskhelia, per quanto economicamente vantaggiosa, è un colpo al cuore (ampiamente previsto, per carità) di chi ha sperato in un futuro fatto di continuità e ambizione.
Dove sono finiti i proclami di una società che voleva consolidarsi ai vertici? Dov’è la volontà di ritrovare, dopo la scorsa stagione fallimentare, lo scudetto vinto due anni fa? La sensazione che si ha oggi è quella di un Napoli che ancora una volta ha scelto di fare cassa piuttosto che tornare a vincere. Un Napoli che, con un paio di innesti mirati, avrebbe potuto approfittare di un’Inter non così dominante e di un campionato che, nonostante tutto, rimane tuttora aperto più di quanto non si voglia far credere.
Il rimpianto più grande è sapere che si sarebbe potuto fare di più. Che il Napoli, con i giusti rinforzi, avrebbe potuto mantenere costantemente a portata di mano il sogno del quarto scudetto., anziché soffrire oltre il dovuto. Che l’Inter, così affaticata e tutt’altro che schiacciante, avrebbe potuto essere lasciata dietro e neppure di poco anziché fatta passare avanti. E soprattutto, si sarebbe riusciti a vincere per merito e non per una semplice e fortunata combinazione di fattori tuttora alla portata degli Azzurri. Ma evidentemente, i bilanci vengono prima delle ambizioni, e a pagare, come sempre, sono i tifosi. Quegli stessi tifosi che, ancora una volta, rischiano di dover ingoiare l’amaro boccone del “cosa sarebbe potuto essere”, ma che non smettono certo di sperare. #FNS
Il cuore del tifoso azzurro dice che… | #4WD

Daily 4ward di Davide Conte del 4 marzo 2025