Ieri l’intervento risolutivo dell’Evi. Ma resta il problema dell’acqua alta
Pasquale Raicaldo | Noi, figli di un dio minore. La Riva Destra fa la conta dei danni dopo una tre giorni da dimenticare: l’acqua alta, mai così impetuosa (ieri l’altro, i clienti banchettavano con i pesci tra le sedie), e un insopportabile tanfo hanno trasformato il salotto dell’isola d’Ischia nello sgabuzzino (per essere buoni). Alimentando il sospetto che l’amministrazione comunale sia poco vicina a ristoratori e commercianti, peraltro a pochi giorni dalle celebrazioni per il 160 anni del Porto d’Ischia.
Ma se neanche si intravede la soluzione al problema dell’acqua alta, che invade la banchina inducendo i turisti a girare alla larga, in queste ore è stata risolta la questione legata ai miasmi che hanno ammorbato la Rive Droite negli ultimi tre giorni. E dopo la denuncia de “Il Dispari”, l’Evi è andata a controllare, scoprendo che si era rotta una valvola di non ritorno dell’impianto di sollevamento fognario situato in località Cantiere. La pompa di sollevamento si ferma quando non c’è niente da aspirare nella vasca di raccolta; ma se la valvola di non ritorno si rompe, c’è un “ritorno” (è il caso di dirlo) di liquami in vasca che, a loro volta, spingono indietro aria puzzolente; i tombini non sono a tenuta stagna, per cui l’aria puzzolente esce all’aperto.
Ad ogni modo, non si sarebbe mai verificato, in questi giorni, che anche i liquami tracimassero: di liquido c’era solo l’acqua di mare, anche se puzzava di fogna.
Ed è mai possibile, ci si chiede, che a fronte di un problema risolvibile con un intervento semplice un’intera fetta, tra le più produttive, del comune di Ischia si pieghi impotente ad un fetore insopportabile? «Abbiamo segnalato più volte al Comune e alla Polizia Municipale il fenomeno» ci spiegano i ristoratori. Ma da via Iasolino nessuno si sarebbe impegnato, anche con una semplice segnalazione, per agevolare la soluzione del problema. Prova inequivocabile che qualcosa nel sistema Ischia non funzioni. Inammissibile che la Riva Destra, crocevia di incontri e relazioni, cuore pulsante della nostra economia, si fermi disorientata di fronte a miasmi risolvibili con una riparazione ad una valvola. E l’impressione, del resto, è che i problemi atavici dell’area non abbiano un referente istituzionale in grado di farsene carico. Non si spiegano altrimenti i “j’accuse” di Francesco Mazzella, riferimento dell’associazione dei ristoratori e dei commercianti della Rive Droite, che proprio ieri lamentava al “Dispari” il lassismo dell’amministrazione, poco solerte nel sollecitare alla Regione una soluzione al problema dell’acqua alta (quella definitiva costa 2 milioni di euro, ma opzioni temporanee volte a limitare i danni non mancherebbero), salvo poi convocare tutti, appassionatamente, per le cerimonie legate ai 160 anni del Porto.