Il tribunale di Napoli, XI sezione penale ha condannato alla pena di sei anni di reclusione e 25mila euro di una provvisionale immediatamente esecutiva il nonno di Serrara Fontana accusato di molestie nei confronti della nipote. Applicando inoltre nei confronti dell’anziano uomo la interdizione dai pubblici uffici e condannandolo al pagamento delle spese processuali e quelle della difesa della costituita parte civile. Il danno da risarcire alle parti civili, ovvero la piccola vittima e la madre, sarà quantificato in sede civile.
Eppure il pubblico ministero, nella requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo che non fosse provata la colpevolezza dell’imputato, che in dibattimento non si fosse ottenuto alcun ulteriore riscontro rispetto a quanto emerso nelle indagini preliminari. Evidenziando anche il particolare contesto familiare in cui si era sviluppata la vicenda, dopo la separazione traumatica tra i genitori della bimba. Avanzando dunque dei dubbi sui rapporti intercorsi tra l’imputato e la nuora dopo questi eventi.
Una posizione contrastata dal difensore della parte civile, che ha sostenuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, emersi anche nell’incidente probatorio. Svoltosi dopo la denuncia presentata dalla madre della piccola, che insieme alla maestra era stata per prima allarmata da un cambiamento nel carattere della figlia. Nei colloqui con psicologi e assistenti sociali, la bambina aveva quindi riferito di queste attenzioni particolari mostrate dal nonno, in particolare nell’aprile del 2009.
I difensori dell’imputato si sentivano sicuri di ottenere un’assoluzione dopo la requisitoria del pm, ribadendo le forti contrapposizioni emerse nel nucleo familiare. Lo stesso anziano si è sempre dichiarato vittima di una macchinazione e totalmente estraneo ai fatti di cui è accusato.
Il collegio tutto al femminile della XI penale nel chiuso della camera di consiglio ha deciso per la colpevolezza dell’imputato. La vicenda ad ogni modo non è chiusa, in quanto dopo il deposito delle motivazioni la difesa ricorrerà alla Corte di Appello.