mercoledì, Gennaio 8, 2025

Caso Poseidon. Ma si, facciamoci del male!

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Il Giornalino di Lucianburrasca di  Luciano Castaldi

Non occorre essere un Berlusconi (o un De Magistris) per sapere che uno dei peggiori mali del “sistema Italia” è rappresentato da una certa Magistratura giacobina che spesso agisce ben al di là delle leggi e del buon senso, ma sempre nel nome della legge.
In questa nostra epoca di “giustizieri” della notte, di frustrati che invocano “tolleranza zero” (per gli altri, mai per se stessi) bisognerebbe invece tenere a mente l’antica saggezza che metteva in guardia dal pretendere di applicare sempre e comunque la legge nella sua interpretazione più rigida, senza mai tener conto delle attenuanti e delle circostanze. “Summum ius, summa iniuria”, dicevano gli antichi. Che tradotto vuol dire: “Perfetta giustizia, perfetta ingiustizia”. Anche la Bibbia nel libro del Qoelet raccomanda: “Non essere giusto oltre misura”. Ammonimento valido per tutti, ad iniziare ovviamente da quei giudici implacabili e cavillosi che istruiscono processi, passando per i vertici delle nostre diocesi, fino ad arrivare ai giustizieri da bar dello sport (quelli che se comandassero loro, in cinque minuti, risolverebbero tutto). Il furore giustizialista è uno dei tanti mali prodotti dalle ideologie utopistiche moderne che, a partire della rivoluzione francese, hanno sempre provocato il contrario di quel che promettevano, con danni enormi non solo per i singoli, ma per l’intera società. Da questo astrattismo ideologico si sono invece sempre tenuti lontani gli anglosassoni che restano ancora fedeli alla loro “common law”, per la quale non c’è un reato uguale all’altro. Ci sono uomini concreti sulla cui sorte il giudice è chiamato ad emettere sentenza senza mai rimanere prigioniero di una norma scritta e immutabile.

INQUINAMENTO AMBIENTALE
Questa premessa per esprimere amarezza e disappunto per la brutta piega che sta prendendo la oramai arcinota vicenda dei così detti scarichi termali sulla nostra isola. Non voglio fare l’avvocato difensore di nessuno, ma credo sia evidente a tutti che continuando di questo passo Ischia finirà presto per tornare ai tempi della fame.
Non so e non voglio entrare nei complessi meccanismi normativi che hanno determinato questa ulteriore tempesta giudiziaria sulla nostra isola. Di sicuro le tabelle, i parametri, i “criteri oggettivi” per la valutazione degli scarichi nelle fogne sono frutto di ragionamenti attenti e razionali. E se la legge prevede questo o quello, bisogna certamente fare di tutto per adeguarsi. Ma al di là della legge si dovrebbe anche utilizzare il buon senso . Per esempio tener conto della mancanza di un sistema di depurazione (la qual cosa rende illegali tutti gli scarichi in fogna, compresi quelli delle civili abitazioni) e poi , la normativa ha assimilato gli scarichi delle acque termali a quelli domestici. Insomma, per quale recondito motivo, l’acqua delle nostre fonti termominerali inquina come un prodotto industriale ? E come dobbiamo comportarci con le sorgenti di Sorgeto? Mettiamo un tappo e sequestriamo anche lì?
Insomma, come si può facilmente capire, e senza entrare minimamente nei complessi meccanismi normativi, la vicenda sta assumendo toni davvero grotteschi. Più di tutte le altre ha destato clamore la notizia del sequestro di cinque piscine termali e di una piscina olimpionica del noto complesso turistico idro-termale Poseidon di Forio. L’Italia intera ha appreso la notizia che i carabinieri, in esecuzione ad un decreto emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della quinta sezione della Procura di Napoli, hanno apposto i sigilli al simbolo più bello del nostro turismo. Anche per i Poseidon il reato ipotizzato è violazione della normativa ambientale, in particolare per quanto concerne lo “scarico abusivo in mare di acque reflue industriali (?). Attenzione, trattasi di acque provenienti dal sistema di declorazione e sanificazione delle piscine sequestrate! Insomma, ai Poseidon non è bastato neppure dotarsi di questi costosi impianti.

MUTISMO GENERALE
Una vicenda simile, altrove avrebbe suscitato scioperi e proteste di piazza! Da noi nulla. Il sindaco tace. Il consiglio comunale non se ne occupa. I sindacati non esistono. Le forze politiche neppure. Come se il turismo a Ischia non fosse come l’Ilva di Bagnoli, l’Alfa di Pomigliano o la Fiat di Termini Imerese.
Ricordiamocelo: i soli Giardini Poseidon danno lavoro a circa 150 dipendenti, tra cui 10 giardinieri. Ricordiamocelo: Lucia Beringher, l’amministratrice della società che gestisce i Poseidon, nonostante decenni di attività persecutoria subita, con denunce, controlli, ispezioni al limite della legalità (il potentato locale non le ha perdonato di essersi sottratta alla logica dei favoritismi e degli ingressi gratuiti al Parco), , ama Forio e il suo ambiente come nessun altro. I Giardini Poseidon rappresentano infatti un vero e proprio modello ambientale unico nel suo genere. Un unicum che ci invidia il mondo, grazie anche alle intelligenti innovazioni imposte dalla Beringher proprio per tutelare al meglio la natura (come lo facciamo noi locali è superfluo dirlo: basta dare un’occhiata al degrado esistente all’esterno del complesso termale). Da tempo i Poseidon hanno messo al bando ogni recipiente di plastica: piatti, bicchieri, bottiglie. La pulizia delle piscine avviene attraverso un costosissimo sistema che utilizza speciali materiali e la luce solare (!). Per la manutenzione dei giardini sono in uso solo sistemi biologici per evitare ogni ricorso ai fitofarmaci e ai pesticidi. Chi entra ai Poseidon vive, sente, vede e respira un’anteprima del Paradiso, che non a caso significa “giardino”.
Stiamo facendo di tutto per distruggere l’unica nostra fonte di benessere. Stiamo facendo scappare dalla nostra isola, dall’Italia, una manager di livello internazionale. Qualcuno persino gode per le disavventure di questo e quell’altro imprenditore. L’Italia è così. Siamo fatti così. Godiamo a darci martellate sui così detti.

CAINO, L’ECOLOGISTA
“Mi vien da pensare – ha scritto Ettore Gotti “Amare Dio e fare soldi, ediz. Fede e Cultura – che Caino abbia soppresso Abele perché era contro il mercato e Abele era troppo competitivo nell’allevamento ovino. Poi ho riflettuto meglio. No, Caino era ecologista e non tollerava l’inquinamento dell’ambiente che Abele produceva con i suoi continui sacrifici a Dio immolando armenti…”.

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