venerdì, Gennaio 10, 2025

Sblocca Italia, Renzi snobba Ischia
. Che fine farà il depuratore di San Pietro?

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Pasquale Raicaldo | Non arriverà dallo “Sblocca Italia” l’attesa ed auspicata svolta per la costruzione del depuratore di San Pietro, l’impianto che dovrà servire i comuni di Ischia e Barano e che rischia di essere un eterno incompiuto. Matteo Renzi snobba l’intera isola: tra i 128 comuni ai quali il Governo ha assegnato spazi di manovra nel patto di stabilità interno per il 2014 per quasi 200 milioni di euro, fondi che il consiglio dei ministri ha ritenuto finanziabili, non v’è infatti traccia dei nostri sei comuni. Benché qualcuno avesse provato a cogliere al volo l’occasione: tra le 1.467 richieste giunte sulla scrivania del premier, anche quelle di Ischia e Barano, ingolosite dall’opportunità collegata allo sblocco del patto, che avrebbe consentito il finanziamento e l’esecuzione di 269 opere ritenute prioritarie dalle amministrazioni comunali. Il decreto era l’atto conclusivo della procedura avviata lo scorso 2 giugno dal presidente Renzi, con la lettera in cui invitava i sindaci “a segnalare al governo una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare nel loro comune”. Come da decreto, le opere alle quali si riferiscono i pagamenti dovevano essere state preventivamente previste nel Piano Triennale delle opere pubbliche (o dovevano essere d’importo inferiore a 100.000 euro e quindi esenti dall’obbligo d’inserimento nel Piano); i pagamenti dovevano riguardare opere realizzate, in corso di realizzazione o per le quali fosse possibile l’immediato avvio dei lavori da parte dell’ente locale richiedente; i pagamenti per i quali viene richiesta l’esclusione del patto di stabilità devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2014
E l’isola d’Ischia, in questo, aveva i suoi esempi, eccome. A cominciare proprio da quel depuratore per il quale l’ultimo treno era passato lo scorso agosto, con la Regione che non era stata in grado di reperire in tempo utile i fondi necessari al completamento dell’impianto.
Era l’ultima scadenza, puntualmente inevasa: solo con i 7.280.000 euro da girare alla Arcadis, pena la risoluzione della transazione con la Ati SLED, affidataria nel 2004 dei lavori di costruzione dell’impianto, Ischia avrebbe potuto iniziare a intravedere una ripresa dei lavori, a quasi dieci anni dall’avvio dei lavori finanziato, all’epoca, con 42 miliardi delle vecchie lire.
La stessa ditta, in un’intervista esclusiva al responsabile La Marca, aveva sottolineato al “Dispari”, con una significativa apertura, la disponibilità a trovare una soluzione in tempi utili. E invece, ancora una volta, fumata nera.
Così, Giosi Ferrandino aveva provato a bussare alla corte del buon Matteo, spalleggiato al consigliere regionale Pd Lello Topo, già portavoce di una interrogazione a Caldoro.
Attraverso l’architetto Silvano Arcamone, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Ischia, era stato inviato al Ministero dell’Ambiente l’intero incartamento con cui si riassumevano le principale tappe di un’ordinaria vicenda di disamministrazione alla meridionale. E il Ministero non sarebbe stato con le mani in mano, chiedendo con forza chiarimenti alla Regione e all’Arcadis. Ma è tutto fermo, per ora.
E perché anche il completamento dell’impianto di depurazione potesse figurare nel novero degli interventi con agevolazione dello “Sblocca Italia”, il progetto andava di fatto sottratto all’Arcadis e affidato ad un nuovo commissario. A ben vedere, di fronte al preoccupante lassismo di questi mesi, poteva tuttavia essere una soluzione accettabile. E invece la domanda ischitana è stata dichiarata inammissibile.
Una sorte analoga è peraltro capitata ad un altro Comune deluso, Barano. Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolino Buono aveva inviato entro il 16 giugno la sua richiesta, come previsto dal decreto: riguardava la messa in sicurezza e l’adeguamento antisismico della scuola media inferiore “Antonio De Curtis”, un progetto da 3 milioni di euro già redatto dal professor Nunziante e arenatosi tra le pieghe della burocrazia. Nulla da fare, anche in questo caso.
E gli altri Comuni? Nulla. Nessuno ha ritenuto dover chiedere aiuto per sbloccare cantieri fermi o mai cominciati. «Per la verità – spiega Carmine Monti, già sindaco a Lacco Ameno – il nostro cantiere fondamentale partirà, forse già a gennaio. E’ quello relativo all’impianto fognario, che il paese attende da 30 anni. 2 milioni e 400 mila euro, è già stata nominata la commissione di gara».
Ma l’impressione è che ancora una volta l’isola sia taglia fuori dalle logiche dell’Italia che prova faticosamente a rialzarsi e in cui 128 Comuni – da Casnate a Pozzuoli, da Esclaplano a Salsomaggiore Terme – sorridono, finalmente. Non i nostri, ancora una volta.

2 COMMENTS

  1. Benissimo, ha fatto il 1° Ministro Matteo Renzi a snobbare l’isola dei famosi, ovvero l’isola d’Ischia, dato che nel progetto sblocca Italia, l’isola dei famosi, non’è compresa, poiche è considerata una repubblichella autonoma, indipendente dall’Italia. Ma se nel caso in cui arrivassero questi contributi, il popolino come al solito non saprebbe niente, e, i soldi andrebbero a finire nelle solite tasche. Si vede che l’autore dell’articolo è interessa-
    to alla situazione, ma, chi è, il solito ignoto al popolino isolano?
    F.to FRANCESCO ANIELLO CIRO LAMONACA

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