Pasquale Raicaldo | «Quanti ne erano? E si sono schierati?». E soprattutto: «Ma tu davvero ti sei prestato all’iniziativa di Gianluca Trani?». Doveva e voleva essere, Ischia Wave 1.0, un’iniziativa slegata dalla politica e dai suoi attori. Una vetrina per le idee e per i progetti, la traduzione concreta dell’attivismo virtuale di un gruppo, per l’appunto “Ischia Idee Giovani”, sul quale in molti hanno negli ultimi mesi incanalato proposte e suggerimenti, anche semplici pensieri sull’isola che verrà. Ma è stata, inevitabilmente, anche e soprattutto la “Leopolda” all’ischitana di Gianluca Trani, il presidente del consiglio comunale di Ischia che affila le armi nella guerra contro Giosi e colui che sarà il suo successore designato nell’ora della partenza, probabile, per Bruxelles. Lo è stata benché il piccolo Renzi ischitano abbia provato a camuffare il suo imprinting, collocando il suo intervento (l’unico politico dell’intero pomeriggio di sabato) nel cuore dell’evento, mescolato a progetti sulla depurazione e sul lavoro, sull’e-commerce e sugli orti sociali. Quasi che fosse un intervento tra gli altri e non, come potrebbe confermare il tempo, il marchio di chi dai giovani parte per creare un’alternativa al giosismo. Sensazione confermata dall’assenza di tutta la maggioranza attuale del comune di Ischia: fosse stato un momento di semplice condivisione di idee giovani, l’assenza istituzionale del sindaco o di un suo referente sarebbe stata del resto un vero e proprio autogol. E invece, mescolati tra i giovani (circa 300 le presenze), c’erano – a marcare il territorio – i più convinti assertori dell’alternativa a Giosi, da Luigi Mattera a Davide Conte, da Luigi Telese con Ciro Ferrandino a Mario Basentini.
Intendiamoci, non c’è nulla di delittuoso nel partire dalla base, e dai giovani, per studiare un progetto politico. Carpendone le idee, incanalandone l’entusiasmo, conquistando simpatie.
Ma in questo caso bisognerà comprendere, con il tempo, se il lodevole sforzo di idee, vecchie e nuove, raccolte al Calise evaporerà com’è prassi di una certa fetta del volatile web o, viceversa, saprà tradursi nel concreto. Con o senza politica.
Di certo c’è che qualche mal di pancia la maggioranza sembra averlo avvertito. Catapultandosi in massa all’evento alternativo, il convegno sulla ludopatia della Fondazione Opera Pia Iacono Avellino Conte. E monitorando a distanza, non senza qualche nervosismo, l’andamento della convention traniana.
Gianluca, dal canto suo, ha lasciato intendere dalla squadra di Giosi qualcuno aveva avanzato velate minacce o, quanto meno, messaggi non troppo cifrati, volti a boicottare Ischia Wave 1.0.
E chi è intervenuto, in particolare i più navigati, è stato ammonito, più o meno scherzosamente, quasi che esporre la propria idea “giovane” in quel contenitore significasse l’implicita adesione a un progetto politico alternativo. Preoccupante, questa antidemocratica tendenza all’etichetta.
Più comprensibili le condanne politiche all’intera operazione, veicolate su Facebook dallo staff del sindaco («l’onda si compone per la maggior parte di questuanti, gli stessi che in quest’anno ho osservato mentre mendicavano, con scarsissimi risultati, favori, lavori, spazi e prebende») o dai consiglieri comunali della sua squadra («Tra un cornetto ed un caffè, c’è solo la solita e stucchevole “Costante Anomalia” della politica ischitana» ha scritto Luigi Di Vaia).
E la gente? Si è letteralmente spaccata. Da un lato, l’ottimismo dell’isola che si guarda in faccia scoprendosi “smart” e carica d’entusiasmo. E che pretende meritocrazia. Dall’altro, chi ha intravisto l’ingombrante presenza della “vecchia” politica, anche nel nuovissimo Ischia Wave. «E’ stati forse un mega spot promozionale – ha denunciato Gianmarco Balestrieri, operatore della movida – dove in tanti pubblicizzavano, spacciandole per idee di cambiamento, i propri prodotti. C’erano solo pochi che hanno fatto e vogliono fare qualcosa per Ischia e da quelle persone bisogna ripartire. Basta con i vecchi metodi politici che tendono a buttare tutti dentro per accontentare la massa per i loro fini politici. Ischia ha bisogno di persone nuove che sviluppino idee nuove non di idee nuove affidate a persone con la mentalità della prima repubblica. Io personalmente non ci sto: ho ascoltato ho visto ma non ci sto».
Decisamente più positivo il commento di Ciro Pilato, p.r.: «Ieri c’è stato il primo incontro Ischia Wave: davvero tanta gente, ognuno libero di esprimere la propria idea in merito alle problematiche che affliggono la nostra isola con le relative soluzioni. In molti purtroppo non hanno perso l’occasione per pubblicizzare gratuitamente la propria azienda o attività produttiva,l’intento di questo progetto deve essere un altro,ovvero l’Isola d’Ischia,solo migliorando questa si può successivamente permettere alla gente di pubblicizzare la propria azienda, perchè altrimenti vi rimane solo la pubblicità. L’intento deve essere un altro,soluzioni e concretezza per Ischia e per gli isolani,del resto non me ne frega nulla!».
C’era, tra gli altri, anche Benedetto Valentino, regista del Distretto turistico: «Basta paragonare i due ” grandi eventi” di sabato sera – è il suo invito – Celestino Vuoso ha ottenuto un successo enorme con una “mega” partecipazione di persone. Gianluca Trani ha ottenuto un successo parimenti enorme con la partecipazione di centinaia di giovani. Sono stati eventi diversi con finalità diverse e non paragonabili.
Nn si può dare una chiave di lettura solo localistica e di “politica” locale».
Poi, articolando il suo pensiero, spiega: «Se togliamo l’etichetta politica e le beghe localistiche, si vede l’iniziativa sotto un’ altra luce. Gli organizzatori possono essere più che soddisfatti. Dare ” voce” ai giovani isolani è stato importante. Di idee ne sono venute fuori alcune buone, altre meno, ma nel complesso il convegno è più che riuscito. si vede che c’ è stato il lavoro di un gruppo. Sono rimasto sorpreso da un dato: la fede cieca di tutti i ragazzi nel web». Tranchant, naturalmente, il giudizio di Luigi Telese: «Con Gianluca i voti, con Giosi i …vuoti».
Voti e vuoti, ma soprattutto volti: quelli di un’isola che ha voglia di cambiamenti. E che deve comprendere quale sia la formula giusta.