Il sipario sta per chiudersi sulla prima edizione del Premio Aenaria di Teatro. L’ultima esibizione, in programma venerdì 28 novembre, ma fuori concorso, sarà quella della Compagnia “Ischia teatro stabile” diretta da Franco Di Manso che presenta “Il morto sta bene in salute” di Gaetano Di Maio. A fine settimana infatti, ci sarà la premiazione che non sarà certo facile, perché le compagnie sbarcate ad Ischia sono state di ottima qualità, hanno portato a teatro centinaia di ischitani che hanno gioito, si sono entusiasmati, sinceramente contenti e sul viso di ognuno si leggeva la gioia di poter dire che anche ad Ischia, non si era più costretti a frequentare una sala parrocchiale adibita a sala teatrale, ma finalmente si poteva andare a teatro, come in tante città d’Italia.
Un risultato che fa onore agli organizzatori, a chi ci ha creduto ed in particolare, a chi ce l’ha messa tutta, dedicando tutto se stesso. Primo fra tutti, Corrado Visone al quale devono andare i ringraziamenti di tutti.
Conosco Corrado da quando frequentava la scuola media Scotti dove già si dedicava al teatro con passione e intelligenza. Poi l’ho rivisto sul palco del Liceo Classico, quando s’è fatto conoscere da un pubblico più vasto che ha apprezzato sempre più, le sue doti, la sua frizzante comicità.
E’ quindi ovvia la prima domanda: soddisfatto?
Corrado- Moltissimo, soprattutto perché la gente è venuta a teatro spontaneamente, è venuta qui convinta di acquistare il biglietto e di partecipare, voglio dire non c’è stato bisogno di un grande lavoro di prevendita.
E’ stato un bel lavoro no?
Un lavoraccio. Pensa che abbiamo esaminato le opere di oltre 40 compagnie conosciute durante il nostro girovagare in tutta Italia e considera che ogni compagnia ci ha inviato anche più di un DVD da vedere. Abbiamo scremato un bel po’ fino a raggiungere il risultato che tutti avete avuto modo di vedere.
Tutto da solo?
Corrado- Non proprio, fondamentalmente mi hanno aiutato gli amici degli “Uomini di mondo”, ma devo esprimere un sincero ringraziamento anche ad Enzo Boffelli.
Questa prima edizione del Premio Aenaria ci ha permesso di uscire un po’ dalla sala parrocchiale…
Certamente, è vero che si tratta di compagnie amatoriali ma abbiamo toccato con mano la professionalità, non sono dilettanti messi insieme tanto per passare una serata diversa e simpatica.
Eppure non sempre il pubblico ischitano ha capito. Diciamo che il pienone l’abbiamo avuto quando c’è stato il buon nome, vedi Caiazzo o lo stesso lavoro di Dario Fo.
Questo è un altro aspetto. Il nostro impegno ci ha spinto ad offrire una forte diversificazione di lavori, cercando di garantire anche qualche buon nome e l’operazione è stata ben accolta. Vorrei dire comunque, che è la prima volta che facciamo questo tentativo…
Ma ce ne sarà anche un secondo, l’anno prossimo.
A questo punto sì, visti i risultati, solo che spero di non dovermi sobbarcare tutto il lavoro.
Per la cronaca sono costretto a chiederti spiegazioni su qualche mormorio polemico. C’è chi chiede come sia stata scelta la compagnia di Franco Di Manso per chiudere il Premio.
Semplice. E’ l’unica compagnia che ha dato la sua disponibilità, purtroppo qui chi non fa non si espone neppure alle critiche, chi opera entra subito nel mirino dei soliti pronti a mormorare, come dici tu, o a creare inutili zizzanie. Anzi colgo l’occasione per ringraziare Franco per l’impegno e la collaborazione e la compagnia che ha capito il senso e l’importanza della nostra iniziativa.
A parte le zizzanie, una osservazione va fatta: durante tutta la rassegna del Premio non ho visto molti attori provenienti da altre compagnie, eppure avrebbero avuto modo di confrontarsi, di imparare soprattutto, di capire che cosa può essere un attore amatoriale.
E’ vero, noi abbiamo fatto di tutto per offrire delle belle occasioni. Hanno torto gli assenti. Tu hai ragione quando dici che avrebbero potuto imparare, infatti sul palco si sono succeduti personaggi di notevole qualità, come non riconoscerlo? Il teatro è soprattutto confronto, altrimenti ognuno può fare l’attore da solo, dinanzi ad uno specchio in casa, ma con chi comunichi, a chi dai, chi ti vede, chi ti giudica?

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