L’imputato, che guidava senza patente, mentì anche ai carabinieri. Ma gli è andata male
Aveva forzato un posto di blocco dei carabinieri a Lacco Ameno per evitare la denuncia perché era alla guida di un’autovettura senza aver mai conseguito la patente. E per non essere accusato di questa grave manovra, si era presentato in commissariato denunciando il furto della sua autovettura. Riteneva di essere così al riparo da guai con la giustizia, invece gli è andata male. Infatti le indagini condotte dai militari dell’Arma hanno consentito di scoprire il raggiro. Durante l’interrogatorio, Marco Napoleone aveva continuato nella messinscena, sostenendo che oltre all’auto gli erano stati rubati anche i documenti, patente compresa. Alla fine però era stato messo con le spalle al muro e i carabinieri avevano interrotto l’interrogatorio, spiegando all’indagato che alla banca dati delle forze dell’ordine non risultava aver mai conseguito qualsiasi tipo di patente.
Una serie di “bugie” che gli sono costate il rinvio a giudizio per falsa denuncia e false dichiarazioni rese ad un pubblico ufficiale.
Il pubblico ministero ha deciso di procedere nei confronti del Napoleone sulla base di un’annotazione di servizio dei carabinieri che raccontano che quel giorno stavano eseguendo un posto di blocco nel comune di Lacco Ameno e ad un certo punto decidevano di fermare l’autovettura dell’attuale imputato per controlli di routine. L’automobilista, invece di fermarsi, accelerò tentando di dileguarsi. Ne nasceva un inseguimento che non portava all’immediato fermo del fuggitivo, che veniva identificato in altra circostanza.