In piazza antica reggia di Ischia fa bella mostra di se un enorme babbo Natale che é stato giá battezzato dagli appassionati di lettura di Walt Disney col nome di “Timoteo” figlio di nonna Bacheca ed eterno antagonista di braccio di ferro al quale tenta sempre di soffiare la fidanzata Olivia.
Effettivamente questo Timoteo è proprio di cattivo gusto e fa a cazzotti con il bellissimo bosco incantato di via Cortese (questa volta Mr. Omissis al secolo Silvano Arcamone, merita i complimenti così faccio felice anche il mio estimatore Celestino…).
Un mio caro amico che si reca spesso in Russia per comprare le pellicce di ermellino mi ha detto che questo Timoteo travestito da babbo Natale faceva bella mostra di sé in piazza sant’Isacco a San Pietroburgo già prima dell’avvento di Putin.
Poco male se si trattasse solo del riciclaggio di un anacronistico pupazzo, molto preoccupante se invece si trattasse di un segno premonitore.
“Premonitore” delle conseguenze di una Russia che si avvia a una stagione economica difficile che determinerá contraccolpi pesanti sui flussi turistici in Europa e per quello che ci riguarda più da vicino, sull’economia isolana.
È inconfutabile che negli ultimi dieci anni, sulla nostra isola, solo grazie alla manna dei turisti russi, è stato possibile compensare la perdita del mercato tedesco.
Questa manna ha salvato tutti: albergatori e terziario!
Ora la superpotenza di Putin è ufficialmente in recessione, la prima volta dal 2009.
“Il crollo del rublo sembra incontenibile e i prezzi al consumo crescono di giorno in giorno.
Tra le cause principali di tale crollo, le sanzioni occidentali che hanno distrutto la possibilità di reperire crediti all’estero.
E così le associazioni delle agenzie di viaggio hanno fatto sapere che il numero dei turisti russi all’estero l’anno prossimo sarà meno della metà.”
Difronte a tale apocalittico scenario, L’assessore al turismo del Comune d’Ischia, anziché cullarsi solo sugli allori di Timoteo, avrebbe piuttosto il dovere di convocare immediatamente un tavolo di operatori turistici istituzionali ed imprenditoriali per trasformarlo in un’unità di crisi permanente finalizzata a studiare correttivi idonei a limitare i danni della crisi russa, ma soprattutto per studiare iniziative idonee a intercettare flussi turistici alternativi sia in Europa che oltreoceano, nonché a mettere a punto una campagna promozionale non tanto per pubblicizzare l’isola già abbastanza conosciuta nel mondo, ma piuttosto per contrastare l’immagine del nostro scoglio che inesorabilmente si sta inculcando nei tour operator mondiali come di un territorio con 2 tristi primati: il degrado diffuso ed i servizi turistici LOWCOST ad appannaggio prevalente dei TAMARRI.
Ovviamente lo stesso dovere avrebbe il sindaco Giosi Ferrandino che però è ormai da molto tempo in tutt’altre faccende affaccendato…
Timoteo, giostrine, mortadella di cinghiale e bancarelle varie,( le stesse che il Giosi prima maniera contrastava ) vanno anche bene nel breve periodo invernale, ma dopo la befana, in mancanza di una programmazione d’emergenza e di iniziative straordinarie, saranno ca**i da cagare… e come direbbe Trapattoni:
” Was erlaube Struuunz! “ovvero non SARA …una …VITTORIA…