domenica, Gennaio 12, 2025

«Abusivismo e depurazione, non fate come Ischia»: albergatore ischitano scrive al presidente delle Seychelles

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Occhio: di questo passo diventerete come Ischia. L’albergatore ischitano invia una lettera al capo di stato delle isole Seychelles, James Michel. Una nota con la quale ammonisce, singolarmente, il premier, invitandolo a fare in modo che l’arcipelago dell’Oceano Indiano, meta turistica privilegiata, non subisca la stessa presunta parabola discendente della nostra isola.
Lui è Sandro Florenzo ed esordisce raccontando di essere stato «in vacanza sulle sue isole in novembre e trovo che in poche parti del mondo la natura sia stata così generosa. Io vengo da un’isola nel golfo di Napoli in Italia che si chiama Ischia – racconta Florenzo – che ha molte analogie con le Seychelles. Anche noi abbiamo una natura lussureggiante, belle spiagge, panorami mozzafiato, un mare ricco di pesci e vegetazione e in più è ricca di fonti termali calde. Nell’anno 2000 abbiamo avuto quasi sei milioni di presenze turistiche e pensi che Ischia ha una circonferenza di soli 44 kmq. Purtroppo – prosegue la nota – dal 2000 le presenze e il fatturato sono diminuite e nel 2013 si sono registrate circa tremilioni e mezzo di presenze. Quasi il 40% in meno. E si prevede per l’anno prossimo un ulteriore calo. Che cosa è successo? Da un isola paradisiaca degli anni 1960 si è passati in quarant’anni ad una quasi città con 70.000 mezzi a motore ( automobili, motorini e furgoni), case e alberghi che hanno soppiantato il verde, mare impoverito dai scarichi reflui non trattati a dovere, confusione e rumore dappertutto. Praticamente il turismo e i soldi hanno portato a snaturare l’isola tanto da non essere più quel paradiso che attirava il turismo. Per cui stiamo attraversando una brutta crisi economica, di identità e culturale con un decadimento e scadimento progressivo del tessuto sociale. Certo, ancora ci sono posti incantevoli ma nel complesso il prodotto Ischia non va più.
Le dico questo – e qui la lettera di Florenzo entra nel vivo-  perché ho notato sulle sue isole i segnali di una trasformazione uguale a quella che ha interessato Ischia e l’ha portata a snaturarsi svalutando il suo prodotto turistico. Per quello che ho potuto vedere nella vacanza fatta sulle sue isole, e cioè l’intensissima attività edilizia, il traffico di Vittoria, il caos e il rumore diffuso, la depurazione dei reflui fognari fatta, credo, con l’immissione diretta in fosse a perdere (che poi arrivano inesorabilmente a mare inquinandolo,) la mancanza, credo, di una politica ambientale adatta a conservare il magnifico ecosistema, a mio avviso questi sono tutti segni inequivocabili che porteranno allo scadimento del vostro prodotto turistico in pochi decenni.
Sa, si può aumentare il benessere e la ricchezza dei suoi isolani anche, anzi forse sopratutto, rispettando e proteggendo la natura che, secondo me, da voi ha dato il suo massimo». E chissà che Florenzo non abbia aperto gli occhi a James Michel, non trovate?
p.r.

3 COMMENTS

  1. Be, ha ragione, Ischia ormai è morta, il turismo finirà in pochi anni, abusivismo, degrado, sporcizia, mare sporco, traffico, servizio pubblico da terzo mondo, i turisti sono inorriditi, consiglio le isole greche, sono meravigliose e si trovano prezzi buoni, non buttate i soldi con Ischia

  2. Condivido appieno l analisi dell articolo sulla situazione della nostra isola ed apprezzo che tanta schiettezza venga da un esponente della classe imprenditoriale del turismo locale. Purtroppo non tutti gli altri hanno la stessa sensibilità: molti sono grandi imprenditori di abusivismo ed i primi a scaricare liberamente e senza controlli in mare. Purtroppo all orizzonte non vedo schiarite: il depuratore continua inesorabilmente a esser fermo e così la rete fognaria, per non parlare poi dell abusivismo … comunque Grazie dell articolo che servirà a scuotere l opinione pubblica. Agostino Mazzella

  3. Un plauso al collega, la condivisione con Agostino ma a Vincenzo dico che non è da ischitano consigliare altre mete e personalmente gradirei che gli ischitani incominciassero ad avere amore e dignità per questa povera isola che turisticamente e commercialmente è prossima al fallimento.
    Marion

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