domenica, Gennaio 12, 2025

Privatizzazione Caremar: Cantone boccia la Regione

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L’affidamento “impossibile”. Anche l’ANAC contro le “vetrellate” della Regione Campania

Mentre i giudici del Consiglio di Stato completano il loro iter e, in queste ore, dovrebbero rendere note le decisioni in merito al ricorso presentato da SNAV/RIFIM avverso la decisione del TAR Campania che aveva annullato l’aggiudicazione della gara e confermato l’esclusione di TTL + 3, alla già dura reprimenda dei giudici amministrativi della Campania, si aggiunge un’altra batosta all’apparato della Regione Campania, quello dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, del più che noto Raffaele Cantone.

L’autorità all’interno della dettagliatissima delibera numero 9 del 14 ottobre 2014 e pubblicata il 21 evidenzia tutte le criticità riscontrate in merito alla “Procedura ristretta per la privatizzazione attraverso cessione totale del capitale di CAREMAR e affidamento alla medesima di contratto di servizio pubblico di cabotaggio marittimo della Regione Campania”

L’Autorità, sulla base di segnalazioni e articoli di stampa, avvià d’ufficio un’istruttoria nei confronti della Regione Campania, per la verifica di presunte anomalie con riguardo alle questioni del versamento del contributo AVCP e delle fideiussioni presentate dai concorrenti e, dopo un’attenta analisi, il risultato è questo: “Il consiglio ritiene che la  Regione Campania nella procedura  per la privatizzazione di CAREMAR e per l’affidamento del contratto di servizio  pubblico di cabotaggio marittimo regionale, abbia  operato in contrasto con i principi  del Trattato UE nonché del Codice dei contratti. Si ritiene, in  particolare, che abbia  violato i principi di par condicio, trasparenza, segretezza delle offerte e  impermeabilità delle fasi di gara, avendo la Commissione di gara consentito agli  offerenti, che avevano prodotto fideiussioni provvisorie prive dei requisiti  prescritti dalla lettera d’invito e dalla legge, di produrre nuove fideiussioni  provvisorie una volta scaduti i termini di perentori di presentazione delle  offerte, omettendo di escluderli dalla gara. Tale  contrasto è ravvisabile anche nel fatto che la Commissione di  gara, in conformità alla lettera d’invito, abbia aperto e dato lettura  contestuale della documentazione amministrativa e delle offerte, tecnica ed  economica, procedendo solo successivamente all’ammissione e/o esclusione degli  offerenti, configurando una  condotta che viola il principio ineludibile di segretezza degli atti di gara e  delle offerte, mirante a garantire la parità di trattamento tra i partecipanti  e ad assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità della  pubblica amministrazione, ex art. 97 Cost., ai quali l’azione amministrativa  deve conformarsi anche in materia di contratti pubblici, ex art.2 del Codice dei contratti”

Sotto accusa la par condicio, la trasparenza, la segretezza delle offerte e  l’impermeabilità delle fasi di gara mica poco? Se le possibilità che SNAV/RIFIM avevano di veder capovolto la pronuncia del TAR Campania erano poche, oggi, dopo la pubblicazione del risultato dell’indagine dell’ANAC sono ancora meno.

Non è questo il tempo dei giudizi e dell’analisi dei possibili risvolti, aspettiamo tutti il Consiglio di Stato, ma certamente, anche se non ce era bisogno, una cosa sembra assolutamente certa: in Regione l’hanno combinata grossa e, come se non bastasse, abbiamo il presentimento che ci hanno messo, ancora di più, nei guai!

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