Nel comunicato stampa fiume per spiegare le sue ragioni, ha fatto riferimento a tante cose. Molte in verità sono sembrate pretestuose e stridenti con quella che è stata la realtà…
«Lello Carlino lascia l’Ischia! Ma non l’aveva già lasciata?» E’ questa, grosso modo, la domanda che si pongono i più, all’ennesimo annuncio da parte dell’ex presidente dell’Ischia Isolaverde. Un annuncio che guarda caso arriva sempre nel periodo natalizio, quando tutti sperano in qualcosa di buono da… Babbo Natale. Lo scorso anno ci fu la telenovela della vendita della società all’imprenditore milanese Alessandro Dambra. Trattativa, così come quelle dei mesi scorsi, non concretizzatasi mai. Nel frattempo Lello Carlino aveva dato mandato ad Arturo Di Napoli di smantellare la squadra e mandare via tutti i calciatori con contratti onerosi. In alcuni, inutile nasconderlo, si insinuò il dubbio di una trattativa mai veramente esistita, ma messa in piedi per ottenere le dimissioni del neo diplomato direttore sportivo e la scusa per ridimensionare un progetto forse mai veramente scritto. Chissà! Non bisogna dimenticare nemmeno la storia del famoso panino, che aveva permesso a Lello Carlino di dimettersi da presidente poco dopo l’inizio del campionato e provare probabilmente una prima «ritirata» dall’isola. Un panino “mangiato”, guarda caso, allo stadio Enzo Mazzella nella domenica dei festeggiamenti di una salvezza che aveva senza dubbio il sapore di una promozione. Un panino azzannato con gusto e servitogli da quell’ Antonio Buoninconti, prima cacciato e poi ringraziato! E’ vero, Lello Carlino ha regalato ad Ischia nuovamente la terza serie nazionale. Ha riportato il calcio isolano lì dove un triste giorno d’estate fu estromesso. Oggi non vuole più continuare. Libero di farlo, per carità, come liberamente aveva deciso di impegnarsi e promettere per l’Ischia Isolaverde “mari e monti”. Nel lunghissimo comunicato diramato per spiegare le ragioni del suo abbandono, già più volte annunciato, ha fatto riferimento a tante cose. Molte in verità sono sembrate pretestuose e stridenti con quella che è stata la realtà, raccontata quasi sempre dalla sua bocca. Ci ha colpito un passaggio dove spiega che «il calcio maschile è sporco come la politica». Calcio e politica, un connubio da sempre esistito e molte volte invocato per dare un futuro certo alla maggiore realtà calcistica ischitana. Un connubio che è importante, e in alcuni casi fondamentale, anche in altre realtà italiane. Ad Ischia Lello Carlino, ci sembra, è sbarcato perché convinto dal sindaco di Ischia Giosi Ferrandino, dal quale ha ottenuto l’uso di strutture sportive e non solo. Dalla politica voleva ed ha avuto (al di là di quello che ancora dovrebbe avere…) quella vicinanza che ha permesso di avere una “collaborazione” importante. Qualcuno dice fondamentale. Chi non ricorda i ringraziamenti al Sindaco in tutti i comunicati stampa redatti sia per l’acquisto di un calciatore, che per gli auguri, appunto, per le feste comandate. Tutti sanno, da Nord a Sud, che il progetto del centro commerciale passava per la politica…pardon per il sindaco Giosi Ferrandino, identificato come il rappresentante delle quote societarie della parte isolana. A tutti è ormai chiaro che senza il centro commerciale è caduta tutta l’impalcatura…dell’amore verso i colori gialloblù. In molti ricordano ancora la calda serata di agosto, alla presentazione dell’Ischia targata Sasà Campilongo, all’ombra della Torre di Michelangelo. Una serata in cui Lello Carlino si fece accompagnare da diversi suoi ospiti, giunti numerosi per applaudirlo. Amici ed amiche del mondo dello spettacolo e della stampa napoletana, che presero anche la parola in ossequio dell’ospite. In quell’occasione tra tanti annunci di amore e proclami Carlino, facendo riferimento all’intenzione sua e dei soci, dichiarò:« Possiamo rimetterci qualcosa il primo anno, forse il secondo, ma al terzo dobbiamo fare business…». Parole legittime, come scrivemmo allora. Evidentemente la politica, secondo Carlino, si è sporcata in questi ultimi tempi. Ecco, ora siamo giunti al terzo anno. In questo tempo passato si sono vissuti momenti bellissimi, ma anche grandi contraddizioni. Anni in cui è parso palese come sono stati usati, in casa Ischia, personaggi che sembravano godere della fiducia incondizionata della proprietà. Poi tutti scaricati all’improvviso. Senza spiegazioni o un perché. Personaggi che lasciati operare quasi da “padroni del vapore”, hanno fatto terra bruciata intorno alla società e sempre difesi dall’ex presidente. Personaggi che sembravano essere fondamentali ed importanti. Come Sasà Campilongo. Quest’ultimo prima usato per dare credibilità ad un progetto, poi magnificato per la vittoria del campionato e dello scudetto, infine scaricato ed accusato di aver fatto spendere tanti soldi alla società. Lo stesso, pressappoco, è quello che è successo con Dino Celentano. Lo scorso ha garantito gran parte della fideiussione. Quest’anno, dopo essere stato messo in un angolo, aveva avuto mandato dal maggiore azionista dell’Ischia, Lello Carlino, di gestire da plenipotenziario la situazione tecnica dell’Ischia. Dopo essersi impegnato con i tifosi e portato ad Ischia Enrico Fedele, è stato delegittimato da Vichi Di Bello. E’ vero che quest’ultimo ha garantito, con una somma importante, l’iscrizione al campionato ed è l’amministratore delegato, ma poi, non essendo nemmeno socio, non può pretendere la collaborazione di altri se non vuole essere intralciato nei suoi…programmi. Giusto per la cronaca: Lello Carlino è dallo scorso anno che dice di essere solo un semplice sponsor. Però guarda caso ha incontrato nei suoi uffici di Nola, tra agosto e settembre, probabili acquirenti della società accompagnati da un ex calciatore di serie A, attuale allenatore di prima categoria, che conosce bene il calcio e l’ambiente isolano. Così come ha contattato ed incontrato un direttore sportivo a cui aveva offerto l’incarico, prima del cambio in panchina di Antonio Porta. E’ da una vita che sostiene che non ne vuole più saperne dell’Ischia. Si era capito dalla storia del centro commerciale al Mazzella, dalle mancate fideiussioni (lo scorso anno garantita per lo più da Celentano e quest’anno da Di Bello), nonché dalla famosa storia del panino. Così come tutti hanno sempre creduto che l’attuazione della media età era solo un modo per rientrare (solo?) di quanto speso negli anni precedenti e non certo per autofinanziare la società. E’ tutto vero? Forse si, forse no. Pure se non è vero, gli eventi sembrano confermare tutto questo. Questa società, alla luce dei fatti attuali, non sembra avere più un futuro. L’Ischia Calcio invece sì. Al di là della categoria, al di là degli sponsor. Senza Carlino e senza progetti faraonici l’Ischia era ritornata da un bel po’ nel calcio interregionale. Probabilmente già un lusso per la realtà locale. Bisogna dire grazie a Lello Carlino? Certo. Ma anche lui dovrebbe (forse è meglio dire: deve) dire grazie all’Ischia Isolaverde, perché quello che è riuscito a dargli il calcio maschile, sotto l’aspetto della notorietà personale, non glielo ha dato né la squadra di calcio femminile, né i tanti cartelloni pubblicitari dei suoi prodotti commerciali sparsi dappertutto. Lello Carlino non lo conosceva nessuno. Ora lo conoscono in tanti, ma spesso la stima e la notorietà non vanno a braccetto.