Dopo tante battaglie, finalmente entro un mese riaprirà il Psaut di Ischia. E questa, per l’utenza isolana, è di sicuro una notizia positiva. A seguito del ripristino del presidio, i medici del 118 che erano stati trasferiti a Lacco Ameno, – i dottori Salvatore Arcamone, Antonio Mazza, Gaetano Castagliuolo, Raffaella Di Scala, Teresa Cuomo e Teresa Esposito – dovranno tornare alla ex clinica San Giovan Giuseppe. Quello è il loro posto, perché non solo sono medici di emergenza da molti anni, ma hanno i requisiti specifici per tale attività lavorativa. All’epoca della chiusura del Psaut, vennero trasferiti da un giorno all’altro e inseriti nel Pronto Soccorso dell’ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno, essendo ormai in sovrannumero a Ischia.
Adesso giustamente l’utenza potrebbe preoccuparsi che il loro rientro al Presidio di Ischia possa lasciare scoperto l’organico del Pronto Soccorso. In realtà le cose non stanno affatto così, in quanto questi sanitari non sono mai stati inseriti nell’organico del Pronto Soccorso. Furono semplicemente delocalizzati seduta stante, senza alcun assetto organizzativo aziendale dell’emergenza. Si trattava – venne assicurato all’epoca – di un trasferimento temporaneo e avrebbero dovuto svolgere la loro attività in sinergia con i dipendenti del “Rizzoli”, e non lasciati soli come invece è accaduto. Come più volte denunciato, per uno dei tanti “misteri” della sanità isolana, al loro arrivo l’organico del Pronto Soccorso si era completamente “volatilizzato”. Una situazione insostenibile, perché ha sottoposto i medici giunti dal Psaut a un lavoro logorante e stressante, rischiando di ripercuotersi sugli stessi pazienti. In pratica, nonostante non fosse stato modificato l’assetto organizzativo aziendale, e quindi l’organico, i medici del “Rizzoli” che prima lavoravano al Pronto Soccorso coprendo i turni dell’emergenza, da operatori attivi si sono trasformati in consulenti. Un assurdo che non può certamente essere imputato ai sanitari del Psaut, che anzi ripetutamente hanno segnalato questa grave problematica, ma da addebitare a chi regge le sorti della nostra sanità e che adesso dovrebbe attivarsi per ripristinare la normalità al Pronto Soccorso.