giovedì, Febbraio 6, 2025

Il degrado delle periferie

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I TEMPI di Giuseppe Mazzella

L’ espressione fu pronunciata come un inciso o una ovvietà nell’ ambito di un discorso più vasto. Renato Mannheimer, il più bravo statistico italiano, presentando lo scorso anno un sondaggio sulla conoscenza dell’ isola d’ Ischia in Italia e le preferenze dei turisti  nella sala principale dell’ Hotel Re Ferdinando di Ischia affermò che “ l’ isola deve essere ospitale prima di tutto per i suoi abitanti”. E’ un aspetto che abbiamo per anni trascurato. Abbiamo sempre discusso della “ preparazione” dell’ isola per i “ turisti”, di mettere tutto in ordine per Pasqua – data fatidica dell’ “ apertura stagionale” – in cui tutto deve essere pronto per “ accogliere” il turista quindi i lavori stradali devono essere chiusi per Pasqua e così debbono essere pronte le spiagge, i giardini, i parchi pubblici, i parcheggi e così via. Insomma un intero sistema economico improntato esclusivamente sul turismo  che dà lavoro a migliaia di persone deve essere pronto per “ accogliere” al meglio il turista di ogni parte del mondo. Bene. Ma l’ isola d’ Ischia è “ anche” di chi ci vive ogni giorno.  Abbiamo una popolazione di circa 63mila abitanti. Abbiamo cioè una popolazione quasi uguale a quella dell’ intera città di Benevento che è capoluogo di provincia. Abbiamo una popolazione scolastica dei 4 istituti superiori di circa 3200 alunni. L’ ex scuola media è presente oltre che nel capoluogo Ischia anche a Casamicciola, Lacco Ameno, Forio e Barano che accoglie anche i ragazzi di Serrara-Fontana. I ragazzi delle ex-medie saranno circa o oltre 1000. Fino al 1963 cioè prima della riforma della scuola media, che portò l’ obbligo scolastico fino a 14 anni , la “ media” non era obbligatoria. Bisognava fare un esame di “ ammissione” dopo la licenza elementare. La “ media” era solo ad Ischia ed i ragazzi che la frequentavano venivano da tutta l’ isola ed erano poco meno o poco più di 300. Le sezioni arrivavano fino alla “ F” ed erano sparse fra la sede centrale in una villa al corso Vittoria Colonna ed in un’altra  nella zona del Macello. Poi vennero le sezioni “ distaccate” della media a Casamicciola e così sempre in espansione a Forio, a Barano e Lacco Ameno,

Abbiamo in 50 anni fatti passi in avanti giganteschi in termini di sviluppo economico e  la scolarizzazione diffusa è un indicatore estremamente significativo.

Ma proprio quando l’espansione economica legata al turismo raggiungeva il suo punto massimo tanto – com’è nella natura stessa del capitalismo – dal 2000 la curva dello sviluppo ha cominciato a decrescere sono emerse tra un Comune ed un altro, una località ed un’ altra, le disuguaglianze sociali. Sono emerse le differenze tra  il Comune capoluogo Ischia e gli altri in termini di “ servizi al cittadino”. Tutti i servizi più importanti sono stati concentrati nel capoluogo con gli Uffici Giudiziari, quelli Tributari, l’ ASL, l’ INPS e così via.

Grazie alla capacità progettuale e realizzatrice del sindaco Enzo Mazzella ( 1937-1990) il Comune di Ischia nel decennio 1978-1988  porta a compimento uno straordinario piano di “ opere pubbliche” che fa di Ischia il “ Giardino d’ Europa”, come recitava un felice slogan degli anni ‘ 80, con l’esproprio delle Pinete ed i parchi pubblici, i parcheggi,lo stadio comunale, il palazzetto dello sport, la piscina coperta, il centro polifunzionale che diventa edificio scolastico, teatro, uffici,locali per la cultura ed il museo e perfino un nuovo mercato comunale.

Grazie a questo programma di opere pubbliche il Comune di Ischia si conferma il “ centro” dell’ isola perché si sviluppa anche tutta la rete commerciale e dei servizi.

Mentre quindi il capoluogo non solo ha la rete scolastica più estesa ma anche le infrastrutture che servono a migliorare la vivibilità non solo per i turisti ma soprattutto per gli abitanti gli altri Comuni diventano le “ periferie” del capoluogo anche perché l’ “ altra capitale” ,come   Wladimiro Frenkel nella sua “ guida” del 1934 chiama Forio, punta allo sviluppo spontaneo con il grande saccheggio edilizio del territorio al quale non fa  riscontro una adeguata politica di opere pubbliche.

Diventano “ periferie” i Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno, Barano e Serrara-Fontana e perfino Forio perché i migliori servizi al cittadino vengono offerti solo dal Comune capoluogo.

Il teatro c’è solo ad Ischia così come i parchi pubblici per i bambini ed anche lo sviluppo “ culturale” si incrementa nel comune capoluogo con la Biblioteca Antoniana ela Torre di Michelangelo e le attività della Diocesi che ha il suo palazzo ad Ischia Ponte.

Il declassamento al rango di “ periferia” si manifesta soprattutto a Casamicciola che sia nel XIX che per un buon ventennio del XX è la località turistica più importante grazie al suo termalismo. Con il grande complesso del Pio Monte della Misericordia Casamicciola è il centro delle attività civili di tutta l’ isola perché solo Casamicciola  aveva  le ampie sale del complesso dove si tennero i convegni fondamentali per progettare lo sviluppo negli anni ‘ 50 del ‘ 900 come ricorda il prof. Vincenzo Mennella ( 1923-1995) nelle sue “ Memorie”. Quel complesso ospitava i concerti di musica classica e le manifestazioni teatrali, le colonie dei bambini, ed era l’ infrastruttura civile decisiva per la vivibilità degli abitanti non solo la più importante struttura  industriale e ricettiva.

In questa “ periferia” si sono accresciute i dislivelli  sociali tra” quartieri” così il Majo è diventata la “ periferia della periferia” tanto che la piazza è di fatto scomparsa e l’ inizio della strada Borbonica è diventato un parcheggio sui due lati della carreggiata  pericoloso per la circolazione degli autoveicoli. Così la “ periferia della periferia”  di Piazza Majo ha perso quasi completamente tutta l’ attività commerciale e non c’è nemmeno una piccola area di parcheggio-giardino che si poteva realizzare nella zona di Santa Barbara.

L’ osservazione sulle “ periferie” si può estendere ad altri “ quartieri” non solo di Casamicciola ma anche di Lacco Ameno, di Barano, di Serrara-Fontana e della stessa Forio.

Un cittadino-residente negli altri Comuni dell’ isola  che deve “ scendere” nel Comune capoluogo per portare il suo bambino nel parco pubblico o deve iscriverlo alla scuola di pattinaggio o vuole vedere una rappresentazione teatrale o andare ad un cinema o ad una conferenza   si sente come il contadino lucano di Carlo Levi nel suo “ Cristo si è fermato ad Eboli” perché deve subire” il peso ed il confronto” con i cittadini  del capoluogo che hanno questi servizi.

Questa mancanza di servizi al cittadino delle “ periferie” crea un disagio sociale, aumenta le disuguaglianze civili perché  si riflette sul paesaggio stesso come avviene in tutto il mondo tanto da essere oggetto di studio con “ le giornate internazionali sul paesaggio” che si tengono a Treviso dal 12 al 23 febbraio 2015 per iniziativa della Fondazione Benetton.

“ Il paesaggio, identità e conflitto” è il titolo di un  articolo di Davide Ferrario apparso su “ La Lettura”, il supplemento culturale de “ Corriere della Sera”, di domenica 8 febbraio 2015 dove Ferrario fra l’ altro scrive parlando del paesaggio degradato delle campagne del casertano sottolinea come tutto ciò che è “ pubblico” viene concepito come “ res nullius, “ cosa di nessuno”  tanto che “ le desolate immagini raccontano un conflitto che si svolge non tra una comunità e l’ altra ma all’ interno della comunità stessa come incofessata schizofrenia”. E’ la stessa sensazione che si può provare vedendo le rovine del complesso Pio Monte della Misericordia o sostando nel rudimentale parco per bambini o frequentando il puzzolente e disordinato mercato ambulante. Un tempo quelle rovine erano un complesso monumentale ma dopo 40 anni sono diventate “ paesaggio” e la gente ci ha fatto l’ abitudine. Se una comunità perde i luoghi civili o non li acquista scende la qualità stessa della classe dirigente – della politica e dell’ economia – perché non ci sono più i luoghi della “ formazione”.

Quando si discute di un unico Comune per l’ isola d’ Ischia si deve discutere  di un efficiente Potere Civile che possa dare la stessa vivibilità e gli stessi servizi a 63mila abitanti oltre a dare un ordinato sviluppo economico. Il vero dibattito è questo.

1 COMMENT

  1. All’orizzonte non sembra esserci alcunchè di particolarmente positivo. La realtà ha un carattere tragico, caro Dr. Mazzella. Non appena potremo eleggere degli “offiziali” al posto degli attuali sindaci incominceremo a costruire la Città del Sole.

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