giovedì, Febbraio 6, 2025

Regno di Nettuno: un’intesa possibile

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intervento di Riccardo Sepe Visconti

La naturale distanza (e diffidenza) che separa un amministratore politico da quello tecnico/scientifico è, evidentemente, la ragione del blocco totale nel quale è precipitata (non da oggi!) la gestione dell’Area Marina Protetta. Questo stato di fatti pregiudica (probabilmente in modo irreparabile) il buon funzionamento di un organismo istituzionale importantissimo che dovrebbe tutelare le coste ed il mare intorno alle isole di Procida ed Ischia. La conseguenza più appariscente (e dannosa) di questa situazione è lo stop imposto dal CdA (per mere ragioni “politiche”) all’incarico che il direttore, dr. Riccardo Strada, aveva affidato all’Associazione Oceanomare Delphis, per monitorare i cetacei (delfini, stenelle, capodogli) che nuotano nelle acque del “Regno di Nettuno” e che molto suggestivamente avevano guadagnato ad Ischia l’appellativo dell’ “Isola dei delfini”. Insomma un disastro! Ma cerchiamo di capire (almeno attraverso il mio punto di vista, ed in estrema sintesi) cosa è successo.
L’AMP, istituita per decreto ministeriale, ha per statuto una gestione, di fatto, bicefala: da un lato la Direzione dell’Area Marina Protetta, assegnata per concorso pubblico al vincitore (per titoli e curriculum professionale), il biologo marino Riccardo Strada; dall’altro l’amministrazione del “Consorzio di gestione” che ha il compito, appunto, di amministrare i fondi e vuole determinare le linee programmatiche di interazione tra l’istituto dell’AMP ed il territorio in cui esso opera. Questo organismo, che presso altre Aree Marine Protette comprende al suo interno anche Associazioni Ambientaliste nazionali e/o Istituti Universitari o di ricerca scientifica (quindi tutti senza scopo di lucro!) dalle nostre parti è totalmente affidato alla politica locale, ovvero i 5 componenti che per statuto siedono ai posti dirigenziali, vengono scelti (con un delicato meccanismo di avvicendamento successivo) secondo le indicazioni dei 6 sindaci dell’isola d’Ischia insieme a quello di Procida. Naturalmente, in seno all’AMP si prendono decisioni che hanno forti ricadute sugli interessi economici del territorio intorno al quale essa è attiva e questo rende altissimo (e tesissimo) il livello di attenzione che i sindaci dedicano alla gestione di questo organismo. A puro titolo di esempio posso ricordare che appena pochi giorni fa s’è svolto un costruttivo incontro tra imprenditori specializzati nella realizzazione di piattaforme galleggianti (World Area Nautic), rappresentanti politici locali e responsabili dell’AMP per valutare la possibilità di realizzare negli spazi previsti dal regolamento ministeriale una sorta di porto galleggiante idoneo a fare da scalo alle navi da crociera ed ai megayachts che desiderano avvicinarsi all’isola. Si tratta di un’opportunità alla quale si legano economie di milioni di euro, e sarebbe davvero ingenuo pensare che la politica locale possa disinteressarsi a vicende capaci di produrre simili guadagni. Questo, sia chiaro, lo sostengo senza alcun doppio senso malizioso, poiché penso sia più che giusto, se non addirittura doveroso, che la politica sorvegli gli interessi e l’economia del paese che amministra. Vorrei solo che ciò fosse fatto davvero per conseguire vantaggi collettivi e non limitati alle solite poche persone vicine al potente di turno, ma questa è un’altra storia. Restando sempre in tema di “interessi economici” si pensi alle tasse di ormeggio, alla realizzazione (e gestione) dei campi boe, alle concessioni per la pesca e a tutte quelle attività legate alla fruizione del mare che in un luogo come Ischia rappresentano una quota importantissima dell’economia locale: è, quindi, evidente come mai intorno a questi temi ci sia tanto (è il caso di scriverlo) “interesse”. E qui arriviamo alle note dolenti: il CdA del Consorzio di Gestione, che vede il suo apice incarnato nelle gentili vesti della presidentessa Donatella Migliaccio, coadiuvata dal direttore del Consorzio Silvano Arcamone (per altro assai esperto di Pubblica Amministrazione, essendo valido capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ischia ed uomo di assoluta fiducia del sindaco Giosi Ferrandino) ha, fin dai suoi primi passi, aperto un fronte di scontro – oserei definire ad “alzo zero” – contro il dr. Strada, contrastandone di fatto moltissime decisioni ed arrivando, come nel caso del monitoraggio dei cetacei, affidato all’associazione Delphis, anche a revocare alcune decisioni prese dalla direzione. Per la verità il CdA contro talune scelte fatte da Strada (che ha ritenuto di avversare o annullare) invoca una paventata irregolarità formale, ed è perfino giunto ad incaricare l’abilissimo avvocato Giuseppino Di Meglio di un’assai articolata e minuziosa attività di contrasto legale che recentemente ha prodotto il deferimento del direttore dinnanzi alla Commissione Disciplinare (oh, quanti ricordi scolastici!…), che altro non è che l’anticamera del licenziamento. Un licenziamento probabilmente voluto per inibire in modo tombale l’eventualità che a fine del suo mandato – che scade alla fine di questa estate – Strada si possa ricandidare ancora a ricoprire il posto di direttore, partecipando al concorso pubblico per titoli (probabilmente Strada a tutt’oggi ha uno dei curricula più corposi e seri in tutta Italia!). La storia potrebbe finire qui e concludersi con l’inevitabile epilogo di un dramma già scritto e già recitato milioni di volte nella storia dell’ingiustizia umana, se alcuni mesi fa non fosse intervenuto a voler dire la sua (anzi, come vedremo, la loro) un personaggio assolutamente estraneo e probabilmente “al di sopra” di tutte queste vicende: si tratta dell’ingegnere Giancarlo Carriero, riconosciuto mecenate di arte, bellezza e natura, nonché proprietario dell’Albergo della Regina Isabella, un uomo che da sempre sorregge, accoglie e protegge tutte le più importanti iniziative a tutela del territorio e della bellezza dell’Isola d’Ischia. Carriero, tra l’altro, è anche il presidente della sezione provinciale del Turismo gestita dall’Unione Industriali, e questo lo rende un interlocutore tanto sensibile ai temi della salvaguardia dell’ambiente quanto autorevole. Ecco, allora, che il suo intervento – al quale peraltro si sono uniti centinaia tra imprenditori locali e semplici cittadini – per giungere ad una mediazione tra le parti, deve necessariamente essere accolto. Carriero, infatti, nella sua funzione di rappresentante di quel mondo imprenditoriale di eccellenza – che permette tutt’oggi all’Isola d’Ischia di non precipitare nel baratro della gestione del turismo low-cost! – è portatore di interessi imprenditoriali legati a un alto profilo di protezione e salvaguardia dell’ambiente naturale e, più in assoluto, della bellezza dell’Isola. Carriero questa bellezza e questa cura dell’ambiente l’ha sempre, massicciamente e pubblicamente difesa, investendo di tasca propria somme importanti: ciò gli conferisce il pieno titolo per partecipare “non da estraneo” a questa vicenda e chiedere – a ragion veduta – di essere ascoltato. Alla luce di questa considerazione apparirebbe improvvido, da parte di chi amministra gli interessi della politica locale, ignorare la richiesta di questa autorevole (e preziosa) parte dell’impresa ischitana che chiede a gran voce di non paralizzare l’attività dell’Area Marina Protetta. Ecco allora che ritornano d’attualità i temi invocati (da sempre) tanto dalla ricercatrice del Benthos, la biologa Cristina Gambi, quanto da esponenti di associazioni ambientaliste quali Bruno Iacono per Nemo (per citarne un paio), di istituire finalmente quel “comitato scientifico” che dovrebbe affiancare (e possibilmente rafforzare) l’attività del direttore e controbilanciare (forti dell’indispensabile onestà intellettuale) le inevitabili interferenze della politica contro le scelte tecniche.
A ben vedere, se non si vuole avere gli occhi foderati di prosciutto, le accuse apparecchiate dallo studio legale dell’avv. Di Meglio all’indirizzo del dr. Strada più che gravi, come egli le definisce, appaiono piuttosto inconsistenti e marginali, ma soprattutto si palesa evidentemente pretestuosa la maggior parte degli addebiti che la componente politica muove all’indirizzo di quella tecnica. Certo, non giova in questo bailamme, il fatto che Strada decida in totale solitudine: l’affiancamento al suo lavoro di un Comitato Scientifico, in casi come questo, sembrerebbe più che opportuno. Sarebbe un modo intelligente e fattivo di risolvere ogni questione e dimostrare che tra il mondo Politico e quello Scientifico, se lo si ricerca, è possibile trovare un punto d’incontro. Sempre che gli interessi di Ischia e Procida, del suo mare, delle sue creature, ed anche di tutti gli operatori turistici che vivono di questo, stiano a cuore davvero a qualcuno.
@ildisparilive

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