Non bastavano i servizi igienici da terzo mondo con i nuovi e assurdi water-bidè di Trinchetti con la cannula intimo, le camere anguste e strette contrarie ad ogni normativa. Ora gli ambienti consegnati al reparto maternità e ginecologia all’ultimo piano, sebbene i lavori non siano terminati (manca la camera operatoria), rilevano tutti i limiti e le carenze gravi di una progettazione assurda e senza alcun rispetto delle condizioni di vivibilità e praticabilità.
Allo sporco, alle carenze igienico sanitarie e al personale sottodimensionato costretto a lavorare in condizioni al limite della resistenza umana, con lo svelarsi dei lavori eseguiti per la terza sala operatoria, la questione maternità al Rizzoli è ancora peggio. E’ drammatica! Medici e paramedici sono pronti a denunciare tutto alla Procura della Repubblica. Il primo passo è stato quello di segnalare i fatti alla Direzione, ai responsabili della sicurezza su lavoro ed alle OO.SS.
Sul tetto del Rizzoli da anni sono installati due maxy motori per la climatizzazione e le necessità del Nosocomio Lacchese. Ebbene, i climatizzatori, i loro motori potenti e rumorosi sono installati proprio sui locali maternità nuovi di zecca. Peccato che nessuno, l’Architetto Trinchetti per primo, abbia pensato di isolare gli ambienti acusticamente per evitare che il continuo rollio di detti motori si propaghi all’interno dei reparti e nelle zone dove sono ricoverati i pazienti. Non ha progettato correttamente Trinchetti non ha controllato e vigilato il Direttore Sanitario della struttura, la dottoressa Grossi. Una mancanza di non poca rilevanza che sta, di fatto, rendendo impossibile la vita ospedaliera dei Medici e paramedici costantemente esposti a rumore penetrante e cupo. Si parla a volte anche di turni che durano 48 ore di seguito. Come non pensare ai degenti, ai piccoli nascituri su cui il rumore in questione ha gli effetti peggiori. I piccoli, notoriamente ipercinetici e sensibili al trambusto, sono potenzialmente esposti a traumi da una realtà alterata e resa caotica da una condizione innaturale di rumori che si propagano amplificandosi .
Forse anche Trincehtti dovrebbe provare il travaglio in queste condizioni, potrebbe farlo la Grossi che finge di non sapere in che stato sono costretti i suoi colleghi.
Bisognerebbe davvero provate a lavorare, ma non di braccia, bensì facendo un lavoro così delicato ed importante che ha a che fare con la vita umana, con la salute in un luogo dove costantemente c’è un motore a pieni giri in moto! Bisognerebbe farlo per capire. E’ impensabile e sopratutto rischiosissimo. Non si riesce ad essere concentrati, lucidi, non si riesce a riposare ne recuperare un minimo di forze. Lo stesso stress viene percepito nelle camere dove sono ricoverate le gestanti con pericoli e ripercussioni ulteriori.
Sprechi su sprechi che non portano servizi bensì disservizi.
La direzione sanitaria, i vertici ASL hanno scelto in tal senso impiantando un cantiere edile all’interno del reparto di Maternità, Ostetricia e Ginecologia, e dunque all’interno del Nosocomio, infischiandosene delle conseguenze dei reali benefici e degli effetti disastrosi sulla sanità locale. Ora, dopo i danni causati da scelte insensate e scellerate, se ne infischia di chi deve operare e farsi curare in ambienti insalubri ed assordanti.
Siamo dinanzi ad una progettazione fallace e affatto rispondente alle reali necessità. Una progettazione pericolosissima e senza alcuna considerazione dei luoghi e dell’essere umano.
Un’emergenza nell’emergenza di un reparto a cui serviva solo una ritinteggiata e che ora vive nello sporco, nella polvere e sopratutto come se fosse allocato nel cofano di un rimorchiatore . A questo punto è lecito chiedersi chi approva le opere volute dall’Architetto Trinchetta per conto dell’ASL e della Grossi.
Da quando sono in corso i lavori i pazienti vengono accolti e ricoverati con le barelle in camere microscopiche o in corridoio. E atteso lo stato dell’arte questa situazione durerà ancora per molti mesi ancora. Uno stress nocivo. Il sovraccarico di lavoro per i sanitari è una certezza alla luce anche della carenza di organico sotto dotato. I pericoli per la salute di tutti è indubbio.
La pericolosità delle condizioni di vivibilità e operatività hanno già innalzato i toni della protesta. Di quanto accade, della compromissione del benessere lavorativo a seguito dell’inquinamento acustico nella zona destinata al soggiorno del personale della U.O.C.di Ostetricia e Ginecologia come su detto sono già stati informati la direzione sanitaria del P.O. Anna Rizzoli i responsabili della sicurezza sul lavoro, il medico competente, i vari responsabili delle posizioni organizzative gli OO.SS. il direttore di Ostetricia e la Coordinatrice.
In particolare il personale del reparto denuncia con forza “la compromissione del benessere psicofisico e lavorativo della medicheria, zona destinata al soggiorno del personale tutto,Comparto e Medico, per la presenza di forte inquinamento acustico determinato da diverse apparecchiature allocate sul tetto corrispondente che ovviamente crea forte disagio in chi deve permanere durante l’intero orario lavorativo nella suddetta area”.
Per questo richiedono l’intervento di personale competente che quantifichi con esattezza il livello di tali emissioni, se compatibili con la tipologia di lavoro svolto e se compatibili con le aree ad esso destinate, l’eventuale danno biologico derivante al personale soggiornante nella zona in questione e gli appropriati interventi risolutori di porre in essere.
Solo chi non vive davvero le necessità del Rizzoli chi non ne conosce le urgenze e le dinamiche, poteva pensare di autorizzare lavori inutili e pretestuosi in piena estate!Solo costoro potevano pensare di non isolare il reparto dai Motori della Climatizzazione. Solo costoro potevano lasciare disattese le giuste richieste degli operatori di un reparto tanto importante come quello di Ginecologia ed Ostetricia. Sono già passati 16 giorni dall’esposto.
Risulta a questo punto difficile comprendere perché la Maternità debba arrendersi a un’emergenza che tale non è trattandosi di palese ed evidente incapacità organizzativa a vari livelli. L’igiene diffusa, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di ricovero non sono argomento di sterile polemica fine a se stessa, ma una questione di primaria importanza, da perseguire ed attuare quale obiettivo primario.
Sarebbe pertanto auspicabile che le autorità intervenissero per verificare chi e come sperpera il danaro pubblico ed espone i pazienti di un ospedale, i suoi dipendenti a tali rischi.
Arrestateli tutti