Pasquale Raicaldo | Cinquanta sfumature di Ischia. L’isola non resta insensibile al richiamo del sadomaso take away, affollando il cinema Excelsior nel lungo week end dedicato a “Cinquanta sfumature di grigio”, la trasposizione cinematografica del best seller di E.L. James che ha sdoganato il sesso violento. Una media di duecento spettatori a spettacolo nei giorni infrasettimanali, trecento – quasi tutto esaurito, in prevalenza donne dai 14 ai 40 anni – sabato e domenica: numeri da capogiro per una realtà che non ama andare al cinema.
E per “fotografare” la febbre da “Cinquanta sfumature di grigio”, basta farsi un giro in libreria: il report settimanale di “Imagaenaria” parla di un primo posto incontrastato per il libro, edito da Mondadori. E nella top five dei titoli più acquistati dagli ischitani, compare anche “Cinquanta sfumature di rosso”, il terzo libro della trilogia che spopola in tutto il mondo.
E se altrove la mania è sembrata tradursi, come raccontano i quotidiani nazionali, anche in una corsa all’acquisto per emulare le peripezie da letto (e non solo) della studentessa Anastasia Steele (che accetta un rapporto di totale sottomissione da Christian Grey, amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings Inc), sull’isola – dove non ci sono sexy shop – tentazioni e fantasie post-visione devono aver percorso, eventualmente, altre strade.
Ma il salto dal perbenismo vagamente bigotto dell’isola d’impronta cattolica al voyeurismo divertito di questi giorni, con la sala del cinema gremita e quel massiccio libro a campeggiare sui comodini di molte donne (e non solo) è stato così improvviso?
«Non ho visto il film – confessa Michelangelo Messina, patron dell’Ischia Film Festival – e resto della generazione di “9 settimane e mezzo”. Quanto all’isola, beh, certi tabù restano, eccome. Quando avevo vent’anni, molte ischitane che la domenica andavano a messa con la mamma e con la gonna sotto il ginocchio, a Napoli – negli ambienti universitari – si scatenavano, in tutti i sensi».
Emancipazione lenta, a Ischia. E non è solo una questione di genere, certo. Addii al celibato e al nubilato raccontano notti silenziose nei retrobottega di ristoranti e locande, mentre la piazza – è la provincia, bellezza – sembra continuare a richiedere un certo imperturbabile aplomb.
Lello Montuori non ha resistito alla tentazione di andare al cinema: «L’impatto? Il cinema era quasi pieno. Molte ragazze e donne che parlavano in dialetto tra le spettatrici. Ridevano sguaiatamente. Applaudivano. Il pubblico di un cinepanettone. In effetti il vero film era in sala. Sia chiaro: non ho nulla contro le varianti sessuali. Ci mancherebbe altro, non ho mai giudicato nessuno.
Non comprendo tuttavia perché certe ragazze debbano idolatrare un modello maschile di uomo che le picchia per godere. Tutto qui. Il resto, banalità in una pellicola senza sceneggiatura con un protagonista maschile che aveva meno appeal di Carlo Verdone in “Viaggi di nozze”».
«Voglia di sognare: è questo quello che ha spinto gli ischitani ad andare in massa al cinema. – spiega Luana Pezzuto, che non ha visto il film – Sull’isola diventiamo sempre più bigotti, temendo il confronto con ideologie e realtà più aperte. E non resta che evadere, così».
In molte, all’uscita dal cinema, lamentavano una certa delusione: meglio il libro del film, un classico. Ancora di più, forse, coloro che dopo aver visto il film hanno fatto tappa in libreria: «Per la verità – ci spiegano da Imagaenaria – il trend positivo delle vendite dei tre volumi della trilogia non si è mai interrotto, negli ultimi due anni. L’acquirente tipo? Donna, chiaramente. Di tutte le età. Anche qualche marito, ufficialmente per regalarlo. Chi lo ha comprato ora, dopo aver visto il film, si dice soddisfatto e incuriosito dall’esperienza cinematografica».
«Sto leggendo il libro in questi giorni – racconta Erminia Turco – e certamente ho letto di meglio. Lui bellissimo, ricchissimo ed estremamente sexy. Un principe azzurro, in veste sadomaso.Direi scontato. Il film? Mi hanno detto che è abbastanza soft, chissà che alla fine non siano stati più trasgressivi “9 settimane e ½” e “Ultimo tango a Parigi”».
Dal suo osservatorio privilegiato, Cristian Sirabella, alias Picasso, racconta di aver parlato con donne di ogni età, che hanno visto il film o letto il libro. «Per alcune donne, in particolare quelle adulte e molto adulte, è stato un primo approccio alla pornografia, visto che le più giovani hanno mezzi diversi per accedervi. A cominciare da Internet, che ha certamente contenuti più hard. In generale, credo però che l’effetto di risvegliare gli istinti, riaccendere la passione, qualche volta anche immaginando di essere sotto o sopra mister Gray possa essere un valido aiuto alla routine di coppia…..»
A livello nazionale, il boom della pellicola è stato imponente. “Cinquanta sfumature di grigio” ha fatto registrare in Italia il migliore weekend di partenza da “Sole a catinelle” di Checco Zalone, nel 2013: 8,4 milioni di euro (1 milione 143 mila spettatori) malgrado il divieto ai minori di 14 anni. Sulla scia di un successo planetario, peraltro: 94,3 milioni di dollari negli Usa, oltre 266 in tutto il mondo, con la colonna sonora che ha raggiunto la pole position su iTunes in 61 paesi.
Certo, non tutti si aspettavano che il fenomeno attecchisse così anche sull’isola d’Ischia, su un humus poco fertile per le esuberanze, come attestato dal caso del video porno dei due fidanzati (che si dissero “costretti” ad emigrare, eppure avevano solo condiviso le immagini live di un’esperienza sessuale, per quanto completa e senza tabù) e, ancora prima, dai calendari senza veli delle Ellegi Spettacoli, che pure avevano innescato un chiacchiericcio prima da ridere. Come a dire: quella si spoglia, e si lascia pure fotografare. «Perbenista sì – ammette Erminia Turco – ma dando uno sguardo al passato Ischia è stata meta non solo di omosessuali di una certa levatura: pittori, registi, scrittori e via discorrendo. Anzi, un tempo Ischia era preferita anche per poter trascorrere una vacanza in libertà. Certo, restiamo un’isola, con un pizzico di bigottismo intrinseco».
E chissà che un cinema affollato e una trilogia che racconta di pratiche sadomaso e di sesso senza inibizioni, con giochi di ruolo ben definiti, non finiscano con segnare un nuovo rito di passaggio nell’isola che è meno provincia e più metropoli. A meno che, per dirla con Michelangelo Messina, vada a finire come in quella barzelletta «che mi ha raccontato mia figlia. Che vai a vedere a fare “Cinquanta sfumature” se poi torni a casa e fai l’amore con tua moglie, tu sopra e lei sotto, entrambi coi calzini ai piedi?».