mercoledì, Ottobre 23, 2024

A Barano stangata tariffe N.U., mentre il servizio “fa acqua”. L’aumento approvato in sordina nel mese di luglio

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Il Consiglio comunale di Barano, in sordina, con la delibera n. 10 del 19 luglio scorso ha approvato le nuove tariffe della nettezza urbana, che per le attività economiche rappresentano una vera e propria stangata.
Questo nonostante non sia presente il servizio di raccolta a domicilio e chi non ha l’automobile deve andare a conferire i rifiuti percorrendo distanze anche notevoli con i sacchi in mano. E ovviamente sono principalmente gli anziani ad essere penalizzati.
Gli alberghi dei Maronti, che pagano una tariffa elevata, distanziati dal piazzale portano i rifiuti nella piazza centrale percorrendo la spiaggia con le carriole. Le strutture ricettive di Cavascura, oramai isolata per la scomparsa della sabbia, preferiscono conferire a Serrara passando per la località Iesca.

PERICOLO GRIGLIE NON PULITE
Ma non è finita. Le griglie stradali non vengono pulite e in più di un caso il loro stato determina danni consistenti, come in Piazza Testaccio, o sulla Piedimonte-Fiaiano, dove nel diluvio del 26 novembre 2022 la gran massa d’acqua non trovò il giusto rallentamento nella griglia a questo scopo creata e si riversò al di sotto della strada provinciale determinando il dissesto del muro, che proprio in questi giorni è stato rifatto con una spesa di 140.000 euro finanziata dal Commissario Legnini. Infatti la Barano Multiservizi rifiuta la pulizia delle griglie benché questa attività rientri nello spazzamento.
Le strade periferiche non sono vengono pulite da anni, come via Chiummano-Schiappone, via Cesa, via Cantariello, via San Domenico.

Il servizio mostra ulteriori gravi carenze. I numerosi netturbini, che aumentano anche d’estate, stazionano vicino ai camion di raccolta ma non sempre prendono i rifiuti trovandosi talvolta nell’abitacolo. Gli orari di conferimento non tengono conto delle esigenze di quanti vanno a lavorare di buon’ora e, quindi, devono depositare i sacchi prima delle ore 8,00.
E’ un sistema, quindi, che non funziona ed anche la differenziata fa acqua da tutte le parti in quanto il mercoledì, quando si conferisce organico ed indifferenziato, gli stessi addetti dichiarano che vanno mescolati insieme. La percentuale di differenziata è limitata perciò a plastica, carta e cartoni.

CON BARANO MULTISERVIZI SOLO COSTI MAGGIORATI
I beni da rottamare, i tronchi e i rami della potatura vanno conferiti solo il giovedì al centro del Pallarito non automaticamente, come avviene all’Arenella nel centro di raccolta del comune di Ischia, e bisogna attendere anche due o tre settimane. Ancora, le foglie delle spazzamento e delle cimature dei fiori non vengono prelevati con l’organico.
Insomma, la società in house che era stata creata per risparmiare non porta vantaggio. Il canone originario di 2.500.000 euro, che non sarebbe dovuto aumentare, cresce sempre più ed è arrivato a 3.200.000 euro. Le società in house sono state preferite dal legislatore alla gestione diretta in quanto l’Ente avrebbe pagato il canone concordato e poi avrebbe sarebbe toccato all’abilità imprenditoriale della società riuscire a garantire il servizio con il canone, frutto di un calcolo imprenditoriale dei costi. Invece, così non é: la società sfora la somma percepita ed il Comune integra con una indiretta ricapitalizzazione del capitale sociale che non può avvenire automaticamente, ma richiede presupposti giuridici e finanziari.

GLI AUMENTI APPROVATI
Dopo aver illustrato questo quadro desolante, venivamo agli aumenti approvati: alberghi da 18,16 a 22,30 euro; ristoranti da 25,76 a 29,90 euro; bar e pasticceria da 21,86 a 26,00 euro; fruttivendoli, pescherie, fiorai, pizza al taglio da 35,86 a 40,00 euro; negozi di abbigliamento, calzature, cartoleria da 17,19 a 21,33 euro; edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze da 21,86 a 26,00 euro; supermercati da 24,79 a 28,93 euro.

Gli aumenti non sono rigorosamente giustificati con un piano finanziario, a fronte della grave crisi economica che già attanaglia il paese. In particolare gli alberghi, che funzionano per alcuni mesi all’anno trattandosi di turismo balneare, sopportano un peso di decine di migliaia di euro, divenuto per loro intollerabile, visto che già trovano difficoltà a girare la tassa di soggiorno al Comune e subiscono la concorrenza dei numerosi B&B, che pagano la tariffa come civili abitazioni. L’unico rimedio sarà… la chiusura.
I negozi di abbigliamento, le farmacie, le edicole non producono rifiuti organici ed indifferenziati, che incidono sensibilmente sullo smaltimento.

I ristoranti a Barano si sono ridotti di numero; hanno chiuso il Paradise, lo storico Franceschino, il Cantinone; sono rimasti Bellavista, Borghetto, Rosa dei Venti, Onda Verde, U’ Scilatur. Sono state aperte due pizzerie a Via Croce e a Via Vincenzo Di Meglio con finanziamento della occupazione giovanile. Le edicole sono state chiuse a Barano e Testaccio.
E’ rimasto un solo negozio di scarpe in Piazza San Rocco, non vi sono più negozi di abbigliamento al di fuori dell’Upim annesso al Decò di via Vincenzo di Meglio.

In sintesi il territorio di Barano diviene sempre più paese dormitorio, dipendente economicamente dal resto dell’isola e su questo incide la tariffa della nettezza urbana, che è una imposta indiretta, che penalizza sempre di più i cittadini, i quali ritengono il servizio tutt’altro che un’eccellenza.
Chiudiamo con un’ultima “chicca”: il travaso dei rifiuti sul compattatore dinanzi al cimitero, con il nauseabondo olezzo che “delizia” chi si reca a fare visita ai propri cari defunti…

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