Se solo ci decidessimo una buona volta ad investire sulla nostra storia. Quante volte ce lo siamo detti. Purtroppo il più delle volte a questa lamentela non seguono i fatti. Investire sulla storia sarebbe la nostra miglior carta di credito da spendere col mondo che tanto ama la nostra Penisola. Se pensiamo, però, che per riportare alla luce la storia archeologica di Ischia ci son voluti i tedeschi della Fondazione Thyssen con i loro finanziamenti! Proprio così. L’antica Ischia sta riemergendo pezzo dopo pezzo, come un mosaico. Per ricominciare a scavare son serviti i fondi dei tanto vituperati teutonici. Diversi studiosi, secondo evidenze archeologiche, avevano parlato di possibili scoperte nell’area che interessa l’area prospicente il Museo archeologico di Pithecusae di Villa Arbusto, a Lacco Ameno. E così è stato!
Arrivata nelle scorse settimane a Lacco Ameno, l’équipe guidata da Stephan Faust e Nadine Burkhardt delle Università di Amburgo e di Francoforte, ha finalmente ripreso le indagini, che erano ormai sospese da tempo per carenza di fondi, un problema questo che purrtoppo andrà ad acuirsi nei prossimi anni, con i continui tagli che sono stati fatti ai Beni Culturali.
Ciò che emerso da subito è stato un muro in pietre in trachite squadrate, riconducibile al VI sec. a. C. L’area non è stato ancora del tutto scavata. Spiega Costanza Gialanella, Funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle aree metropolitane di Napoli, Responsabile degli Uffici di Pozzuoli e Ischia: “Il prosieguo dello scavo potrà, una volta poste in luce tutte le strutture, suggerire un utilizzo per l’area, da anni abbandonata: potrà essere infatti destinata a Parco Archeologico, annesso al Museo, o diventare un’area a verde in grado di ospitare funzioni culturali e ricreative”.
Proprio a due passi dalle teche che conservano la Coppa di Nestore, i tedeschi potrebbero, si spera, riportare alla luce nuove testimonianze di unità abitative e produttive del mondo greco arcaico. Proprio in zona fu rinvenuto un peso da bilancia di precisione, che, spiega in Funzionario: “E’ una chiara testimonianza della presenza di un artigianato orafo strettamente connesso con l’ambito greco, con il quale l’antica Pithecusae intratteneva rapporti commerciali ad ampio raggio”. Aggiunge l’Assessore alla cultura del Comune di Lacco Ameno, Cecilia Prota: “Oggi ci siamo, grazie a un progetto, definito d’intesa con la Soprintendenza, che merita piena condivisione”. Speriamo che gli scavi vadano per il meglio e che noi si possa presto fruirne.