domenica, Novembre 24, 2024

Abbiamo fallito alla prima tragedia del dopo web

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01 Alle ore 7.00 del 30 aprile 2016, dopo quarantotto ore di pioggia, si stacca parte di Monte Vezzi e, franando a valle, uccide Luigi Buono e le figlie Anna, Giulia e Maria.
02 Alle 8.10 del 9 novembre 2009 un fiume di acqua e fango travolge Piazza Bagni fino al mare di Casamicciola. Muore Anna De Felice.
03 Alle 20.57 del 21 agosto 2017, un terremoto di magnitudo 4 ad una profondità di 5 km ha distrutto parte del comune di Casamicciola Terme e Lacco Ameno. Sono morte Lina Balestrieri e Marilena Romanini.

Qual è la vera differenza tra i tre eventi? Il web.
E abbiamo fallito perché non abbiamo imparato la lezione, quella mediatica e vera, che le altre due ci avevano mostrato. Siamo l’isola degli abusi. E questo marchio, brutto, nessuno ce lo toglierà. Mai.
Anche perché, signori cari, ci piaccia o no, gli abusi li abbiamo fatti. Gli alberghi abusivi li teniamo. Le case abusive le teniamo. I condoni pezzotti li vendono. Le commissioni edilizie corrotte le teniamo. Il sistema lo conosciamo e molti di voi lo oliano ancora. I celloblock si vendono ancora e le case o stanze abusive le fate ancora. Quindi, quando tutti i giornali d’Italia ci chiamano “L’Isola degli Abusivi” hanno ragione.
E i giornali del giorno dopo, quelli che molti di voi non hanno visto, ci hanno descritti come peggio non potevano fare. Il Manifesto ha titolato “Il terremoto è innocente”. Il Fatto quotidiano ha aperto con “L’Isola degli abusivi” scritto in rosso. E via via tutti gli altri.
Abbiamo avuto la ribalta mediatica legata al tragico evento e, abbiamo offerto il nostro lato peggiore. Enzo Ferrandino ha litigato con mezza Rai. Peppe Silvitelli e Ignazio Barbieri hanno picchiato un giornalista de La 7. Qualche altro ha aggredito Conchita Sannino. Discorso a parte per Mr Chiariello. E qualche “vergogna”, “bastardo”, “sciacallo” pure a me.
E perchè tutto questo? Perché, secondo gli ischitani, il problema che ha messo in ginocchio la stagione turistica del 2017 è stato lo sciacallaggio mediatico.
Quello stesso e identico sciacallaggio mediatico che nelle tragedie del 2006 e del 2009 ci aveva colpito in pieno volto. Pacifico l’accostamento nel 2006. Totalmente errato quello del 2009. Questa volta, invece, ci siamo fatti male da soli perché non abbiamo capito chi era il vero nemico. Sono sicuro che, sfogliando gli archivi i titoli, i contenuti, le interviste e gli editoriali fossero li stessi. Anche perché, signori, dal 2006 ad oggi la situazione abusi edilizi è rimasta uguale. Salvo per quei pochi raccomandati che si sono affidati ai geometri di palazzo e hanno avuto il loro permesso a costruire in sanatoria. Pezzotto, of course!
Non lo ha capito il sindaco di Ischia sovraesposto in maniera eccessiva. Non lo hanno capito gli albergatori e gli operatori economici. Non lo ha capito la gente di Ischia. Non lo hanno capito gli abusivi di Ischia.
Il nemico che ci ha messi in ginocchio, in questo assurdo agosto colmo di tragedie (tre morti a Ferragosto!), è il peggiore che avremmo potuto mai avere contro: il terremoto.
La frana, la pioggia, l’attacco terroristico, l’arresto, le azioni della magistratura, l’acqua sporca e la storia recente della nostra storia non sono paragonabili alla parola e all’effetto devastante del terremoto.
E’ questo il nostro nemico. Siamo chiamati a dover dar conto all’intero mondo. Non credo esista notizia più importante di un terremoto. E soprattutto un terremoto che miete due vittime. Ma qui da noi, ad Ischia, abbiamo preferito trovare un nemico più piccolo, che potevamo affrontare con più probabilità di vittoria: la stampa nazionale e questo ipotetico sciacallaggio mediatico.
E facendolo, purtroppo, abbiamo commesso errore su errore. Ancora oggi continuiamo a sottolineare che il terremoto ha fatto danni solo in una piccola parte del nostro territorio. Che il terremoto interessa solo quella piccola zona. Che è stato un piccolo terremoto. E ogni volta che diciamo al mondo queste cose, ci autocondanniamo.
Lo ha fatto Enzo Ferrandino per tutti noi. Lo ha fatto alla “Vita in diretta” e lo ha fatto a “Uno Mattina”, ma oggi, non voglio affrontare il tema degli errori di Enzo. Lo hanno fatto, ancora di più, Peppe Silvitelli e Ignazio Barbieri alla Marina, contro l’inviato de La 7. Filmati nell’aggressione.
E con questi esempi è impossibile affrontare l’emergenza terremoto. Un’emergenza che nel mondo unisce. Che altrove vivono come priorità assoluta. Ma noi no. Abbiamo fatto capannelli contro chi doveva raccontare quello che accadeva. Ci siamo fatti togliere il microfono in diretta TV e non abbiamo capito il mostro che avevamo contro.
Si, perché, abusivismo o no, titoli di giornali o no, programmi tv o no, siamo stati attaccati da un terremoto. E il terremoto non è una cosa dell’uomo. Esistono migliaia di app che avvertono quando la terra trema ovunque nel mondo. E noi pensiamo al titolo o a cosa dice l’editorialista di turno di un pomeriggio o di un TG nel giorno dopo del terremoto.
Ci siamo cascati come i polli. Hanno lasciato Ischia, subito dopo il terremoto solo 17630 passeggeri con 2071 veicoli (immagino tutti non campani). Ad Agosto 2016 abbiamo registrato 686.041 presenze per 109.189 arrivi. Dati ufficiali relativi al movimento Alberghiero e Extra-Alberghiero. Numeri che ci fotografano, bene, la situazione attuale. Dati che non ci hanno permesso di valutare l’impatto turistico.
In questi giorni, quando i leoni da tastiera locali e i webeti isolani hanno identificato in un occhiello di pagina 2 del Dispari di martedì, il loro nuovo nemico da affrontare abbiamo perso di vista l’unica cosa che, davvero, avremmo dovuto calcolare: il rispetto per il terremoto. E invece, con arroganza (e lo ha ben compreso tutta la nazione), abbiamo messo davanti la preoccupazione delle prenotazioni. Per carità, preoccupazione reale, legittima e prioritaria, ma che deve essere inquadrata nel suo contesto.
La stessa paura che ha spinto i 17mila a lasciare lo scoglio, è la stessa sensazione che ha dominato tutti quelli che con il terremoto sono entrati in contatto. Ma noi, avremmo voluto che, mentre i pompieri lavoravano per liberare i tre fratelli di Via Serrato, l’Italia si doveva dimenticare del terremoto, della paura e continuare a vederci come meta turistica. Assurdo.
Oggi pomeriggio, alle 18.00, si scriverà l’ultima pagina pubblica di questa triste vicenda. Dopo domani mattina saremo nuovamente sui giornali poi, come è naturale, torneremo ad essere notizia per la cronaca nera, la cronaca giudiziaria e l’abusivismo edilizio. E tornerà tutto normale. O meglio, dovremo lavorare per risalire la china e combattere contro il mostro del terremoto, delle località emergenti, del low cost e di tanti altri fattori. Ci sarebbe anche un altro elemento, ma mi taccio. E non sarà facile.
Ho letto, divertito, che qualche alce della comunicazione locale si sia vantato di aver fatto cambiare orientamento alla stampa nazionale perché sono iniziati ad arrivare i servizi dove si fanno vedere le “cose belle” dell’isola e dove i messaggi non sono più di terremoti ma di altro. Ieri al TG1 campeggiata un “non abbandonate Ischia”. Tenete presente Norcia? Tenete presente le campagne a cui abbiamo partecipato un po’ tutti. Bene, questo è il giro delle notizie. La paura, i soccorsi, la solidarietà, la ricostruzione. La polemica per la ricostruzione mancata.
Non c’è nulla di strano o di nuovo. E’ la ruota della notizia che gira. Ci è andata bene. I riflettori si sono spenti velocemente e, dopo i funerali, oltre a qualche titolo di cronaca giudiziaria, altro non avremo. L’attenzione finisce oggi alle 18.00. Se solo i nostri politici avessero avuto buoni consiglieri o meglio, avessero avuto un mediatore con l’establishment dell’informazione nazionale, oggi avremmo molto meno danni.
Il video delle mazzate di Silvitelli ha già fatto il giro del web e lo farà ancora. Gli scatti di ira di Enzo anche. E, oggi, oltre a toglierci l’etichetta del terremoto, dovremo toglierci anche quella degli abusivi insofferenti alle accuse.
E sia chiaro, se non rivendichiamo di essere l’isola degli abusi, facciamo ancora peggio perché, il vero problema è proprio questo: la gestione politica dell’abusivismo edilizio.
L’incubo RESA è sempre più preminente. Speriamo in una legge che garantisca una gradualità delle demolizioni e stiamo provando, con tutte le strategie possibili, a salvare le nostre case dalle ruspe di quello Stato che continua a ritenerci una Italia di serie B. Non vorrei ricominciare con il Terzo Condono e l’assurda applicazione della 326/03, ma la realtà delle cose è questa.
Il terremoto, quando trema, non ci chiede di che materiale è il nostro pilastro o che tipo di celloblock abbiamo usato. Il terremoto, il nostro vero nemico, distrugge e basta. Non chiede permesso e neanche se abbiamo la licenza a costruire o il permesso in sanatoria.
Non è il tempo di affrontare l’argomento, ma guardando in avanti, con le leggi attuali, i vincoli attuali, i rischi attuali, le aree di rischio attuali, sicuri che potremo mettere mano a ricostruire? E cosa potremo ricostruire? La questione abusivismo ci torna in faccia. Purtroppo.

dir@ildispari.com

16 COMMENTS

  1. Ma ancora con la storia dell’abusivismo….. se posso permettermi di darle un consiglio l’abusivismo va affrontato ma non è questo il momento ne il contesto, soprattutto nel rispetto di coloro che magari hanno perso un’abitazione “in regola” e magari si sentono additati anche come abusivi…alla luce del comunicato odierno dell’Osservatorio Vesuviano, non sarebbe più logico interrogarsi sull’efficienza di coloro che monitorano la sismologia e quindi la sicurezza dell’isola? ma ci sono anche altri spunti come l’assenza di collegamenti marittimi notturni con la terraferma in caso di emergenza, l’assenza stessa dei piani di evacuazione ecc….continuare una crociata monotematica su un tema già ampiamente discusso, risulta oggi controproducente e dissuasivo rispetto ad altre tematiche di primaria importanza troppo frequentemente accantonate

    • Se ora non lo è, non sarà mai ne il momento ne il contesto di parlare abusivismo. Chiudiamo gli occhi, continuiamo la solita vita come se niente fosse successo aspettando altri drammi?

    • Finalmente un lettore intelligente…… alla luce di quello che ha dichiarato Boschi, ex direttore dell’ INGV, dovrebbero chiederci scusa, chiediamo i danni a questi quattro fetenti che non sanno leggere i dati appoggiati da qualche migliaio di altri fetenti di giornalisti, isolani in testa, che hanno fatto più danni del terremoto stesso.

  2. Bell’articolo! Fa pensare! Ma ha fallito anche la stampa locale che si vende per pochi spiccioli, che pur sapendo chi sono i potenti che hanno realizzato e continuano a realizzare opere abusive o non li vede (allora dovete cambiare mestiere) o peggio finge di non vedere perché collusi! Dovreste denunciare facendo nomi e cognomi, fare “vere” inchieste giornalistiche e costringere i giudici all’azione! Invece vi accontantetate del taglia e incolla, dell’ intervista al politico, fel sentito dire, mentre stuprano il nostro futuro e date solo la colpa agli altri! Un po di esame di coscienza vi farebbe bene…
    Ps…. mi rifersisco a tutti e non ad uno in particolare!

  3. Bravo sig. Di Meglio, anzi bravissimo! Finalmente qualcuno che si esprime onestamente in un articolo che dipinge un’altra volta le realtà ischitane.

  4. Fallite sono perfino le associazioni che si scontrano a proposito della consegna della merce ai terremotati. Siete messi proprio male.

  5. Cit. :” La questione abusivismo ci torna in faccia. Purtroppo.”

    caro e bravo Direttore,è vero tutto quel che hai scritto nell’articolo e soprattutto quest’ultima frase citata,
    in parole povere “se sputi in cielo,in faccia ti torna”,che ci si aspettava,quella zona è una faglia,si è costruito su una faglia e adesso che si pretende,con tutto il rispetto per chi ha perso in termini di vite umane e casa?
    Ma,per dirne una,quando sbarcano autotreni con rimorchio carichi di celloblock,travetti e cementi,foratoni e quanto altro serve a erigere manufatti abitativi,dove sono i controlli stradali?dov’è la GdF?
    Ma soprattutto,tornando alle figurelle fatte sui media nazionali,noi tutti ischitani abbiamo i politici che ci meritiamo,quelli che abbiamo eletto e dei quali ci lamentiamo perchè non hanno mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale,e che cmq vengono a volte confermati e sostenuti,e poi noi ischitani siamo ben strani,diciamola tutta!
    per un tribunale ci siamo mobilitati all’inverosimile,per l’ospedale poco e niente ,bisognerebbe pure sperare x la caserma dei pompieri che sono una necessità imprescindibile,ma non si muove foglia se non quando poi succede qualcosa che ci fa capire,anche se per il solo spazio temporale di un evento nefasto,ma poi che si pretende????
    ieri si è assistito alla sfilata di personalità istituzionali e molti altri si affacceranno su questo scoglio,e cosa cambierà?
    ci sarebbe troppo ancora da dire,ma le chiacchiere stanno a zero,ci vogliono i fatti e la cittadinanza deve cambiare rotta per poter fare cambiare rotta a chi amministra,se lo Stato siamo noi cittadini,siamo noi a doverci muovere e non significa solo puntare il dito e criticare e soprattutto nn serve girarsi dall’altra parte,”se in cielo sputi,in faccia ti torna”.
    Grazie Direttore,ce ne fossero di persone serie così anche e soprattutto nei palazzi del potere di questo scoglio bellissimo in mazzo al mare…

    • “parole povere” ma ricche di senso. Speriamo che le tristissime conseguenze del richiamo proveniente dalla natura faccia riflettere sia il popolo che i politici e tutti quelli che li votano.

      • Si, grande giornalista, grande direttore, e io aggiungo onesto, dato che Gaetano permette a gente come Lei sig. Max (cioè intellettualmente disonesto capace di scrivere una cosa e due ore dopo scrivere tutto il contrario, almeno che abbia una malattia psichica) di esprimersi sul Dispari. Altri non farebbero nemmeno caso dei suoi commenti stupidi ed inutili.

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