Violazione delle norme edilizie, abuso d’ufficio e falso ideologico in certificati. Quattro persone, nei giorni scorsi, si sono viste notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla procura di Salerno. I reati, tutti collegati tra di loro, riguardano la ristrutturazione di un famoso albergo della Costiera amalfitana, l’ex Saraceno, oggi Hotel Borgo Santandrea.
Un avviso di garanzia che arriva a due anni dall’avvio delle indagini da parte dei carabinieri della compagnia d’Amalfi, partite dopo un controllo al cantiere che non aveva convinto gli uomini del capitano Umberto D’Angelantonio.
La procura aveva nominato un Ctu mentre i lavori andavano avanti e l’hotel a luglio scorso, ha anche inaugurato ed avviato la propria attività. Quattro, dicevamo, gli indagati.
Si tratta di Michele De Siano, presidente del cda della società Marinella srl proprietaria della struttura; Bonaventura Gambardella, direttore dei lavori; Giuseppe Caso, responsabile del settore Urbanistica e Demanio del Comune di Amalfi; Raffaella Petrone, responsabile unico del procedimento.
La zona della quale si trova all’albergo, ovvero località Vettica, è sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale pertanto i quattro sarebbero tutti responsabili della violazione del restauro conservativo così come indicato nel piano urbanistico e territoriale della penisola sorrentina amalfitana, e anche del piano urbanistico comunale perché avrebbero realizzato alcune opere abusive come le modifiche dei prospetti con nuove aperture sulla facciata principale; le modifiche di parte delle aperture esistenti la creazione di strutture di sostegno in conglomerato cementizio armato per pergolati e veri e propri interventi di ristrutturazione di edifici non consentiti in quella determinata zona.
Caso e Petrone sono anche accusati, in concorso con De Siano, di aver dichiarato, nella scheda istruttoria delle opere oggetto della richiesta di avvio dei lavori, che questi erano urbanisticamente consentiti rilasciando, a favore dell’hotel i permessi a costruire e consentendo la realizzazione delle opere in violazione del decreto sulle norme edilizie e sul piano urbanistico e territoriale.
In particolare Gambardella e De Siano, nelle relazioni tecniche allegate alle richieste dei permessi a costruire, avrebbero dichiarato interventi di manutenzione straordinaria e non interventi di ristrutturazione edilizia ritenendoli, per altro, «conformi agli strumenti urbanistici». Cosa, per la procura, non vera.