La crisi di governo e la campagna elettorale estiva; il legame affettivo con l’isola d’Ischia e l’impegno nella Fidapa. Di questo e di altro abbiamo parlato con la senatrice Ada Urbani che ieri sera è stata omaggiata di una benemerenza civica da parte del Comune di Lacco Ameno in collaborazione con la sezione Fidapa di Ischia. Una cerimonia quasi privata, che ha un senso profondo e lo scopriremo in questa deliziosa intervista che parte da Mario Draghi e arriva a Ciro il barbiere…
– Si vota il 25 settembre. Cosa ne pensa di questa elezione estiva?
«Penso che l’Italia regala sempre grandi sorprese nella sua bellezza, nella sua immensità. E’ sempre un paese molto particolare. Certo, nessuno pensava di andare a votare adesso e non credo che sia il momento migliore per andare al voto, però la democrazia bisogna rispettarla. Mi sono chiesta tante volte come dei gruppi politici così contrapposti potessero stare insieme, ma è vero che c’era un grande nocchiere. Importante e capace, ma non politico. Per me ha fatto miracoli. E’ difficile tenere insieme gli opposti. Una volta la Democrazia Cristiana con gli opposti estremismi e le conferenze parallele ci riusciva, ma erano dei grandi politici. Adesso di scuola politica non si può parlare, Draghi non è un politico, ma ha fatto miracoli».
– Che differenza c’è tra un tecnico e un politico?
«Il tecnico pensa agli interessi del mandato ricevuto e a portarlo avanti. Draghi è sceso a compromessi e ha fatto un po’ il cerchiobottista poi, alla fine, è chiaro che ha dovuto tirare il freno. Per me l’ha tirato in un momento in cui aveva anche voglia di scapparsene perché la situazione è diventata insostenibile…».
– Ma se n’è andato o ha tirato il freno?
«Io penso che abbia tirato il freno perché capiva che bisognava farlo, ma lo ha fatto con dolore. Draghi non ha bisogno di fare il Presidente del Consiglio. Eravamo noi ad aver bisogno di Draghi».
– Lei ha percorso buona parte della sua vita a fare il politico e ha vissuto molti cambiamenti. Fermandoci un attimo, cosa vede?
«A me non piace fare l’amarcord, mi piace guardare avanti e al futuro. Sono certa che l’Italia è un grande Paese e si riprenderà come si è sempre ripresa. Pensiamo alla guerra, ai bombardamenti… Il nostro tessuto economico, fatto di piccole imprese, riuscirà a sopportare anche questo, però non stiamo bene».
L’IMPEGNO IN FIDAPA
– Il rapporto con Ischia?
«Beh, dopo la visione che ho avuto ieri sera dell’immensità di Ischia dal Castello Aragonese cosa posso dire… E’ più bella che mai! Ho visto tanta, tanta gente fino a tarda ora aggirarsi per le strade. Ho visto tanti turisti, perché sono tornati. Si vede tanta gente in giro anche se non tutti i negozi erano pieni. Soprattutto quelli del made in Italy. Evidentemente le tecnologie moderne, l’on-line, l’internazionalizzazione che hanno saputo raggiungere consente di avere una platea di mercato molto più ampia…».
– La Fidapa?
«La Fidapa è un mondo di certezze. Nella Fidapa ci sono donne che già hanno un ruolo nella vita e pochissime sono casalinghe. Ma le casalinghe hanno un ruolo nella società e nella loro vita. Io ammiro moltissimo chi sceglie la propria realizzazione e quella della sua vita in famiglia. Credo che non dobbiamo dimenticare che siamo donne e che siamo madri e non possiamo rinunciare alla nostra storia. Che le donne raggiungano certi traguardi è la somma di una vita difficile, molto difficile, ma tutte l’hanno scelto e lo fanno senza fatica e senza lamentarsi. Ho visto che le donne sono più capaci di assorbire le difficoltà della vita».
– Qual è il consiglio che darebbe ad una sedicenne che si vuole avvicinare alla politica, alla società?
«Deve formarsi, deve studiare. Dobbiamo cominciare ad andare avanti per meriti, assolutamente. Bisogna prepararsi alla vita. Non è semplice, però la vita è bella, se si vive. Non basta respirare, per vivere bisogna darsi da fare a cominciare dalla formazione, sin da quando si è giovani. Bisogna che la famiglia capisca che deve interessarsi delle figlie. Adesso le donne non nascono pensando al principe azzurro. Io non me lo ricordo perché di tempo ne è passato tanto, ma forse quando ero bambina pensavo che un giorno avrei sposato il principe azzurro. Poi ho fatto l’università, ho lavorato, ho lavorato sempre e poi mi sono realizzata e sono anche felicemente sposata da cinquant’anni».
L’OMAGGIO DI PASCALE
– E qual è il segreto di questi cinquant’anni?
«Avere un’educazione simile, avere gusti che, pian piano, si assomigliano ed avere rispetto, molto rispetto. E poi una base di coerenza con quello che si è fatto. Quando ti sposi, il matrimonio non è una cotta che realizzi, il matrimonio è una cosa che pensi di portare avanti per tutta la vita. Se lo fai perché ti piace la cerimonia, per vestirti di bianco, allora sbagli tutto».
– Ieri sera il sindaco Pascale l’ha omaggiata con un attestato di benemerenza per il suo affetto verso Lacco Ameno e l’isola d’Ischia…
«Sono immensamente grata alla Fidapa e all’Amministrazione di Lacco Ameno. Alla Fidapa tengo moltissimo perché a Terni l’ho fondata 23 anni fa. Conosco Caterina Mazzella che è stata la mia presidente nazionale e con lei ho tessuto dei rapporti d’amicizia che spesso ci portano a stare insieme. Questa notizia l’ho appresa a cena, l’altro ieri sera sul Castello Aragonese. Vengo ad Ischia da molti anni. Sono venuta quando avevo bisogno di divertirmi, mentre adesso cerco più il riposo. Quello scoglio, qui al Regina, è favoloso. In questi momenti di afa quello scoglio, poter fare il bagno in quel mare limpido e sentire quella brezza è meraviglioso. Qui c’è sempre tanta cortesia, è bello, si vive bene e poi è vicino. Io abito in Umbria e arrivo velocemente. E poi c’è qualcuno che conosco da tanto tempo, perché Ciro l’ho conosciuto tantissimi anni fa. Lui era il mio parrucchiere e il barbiere di mio marito. E lì ho conosciuto l’attuale sindaco Pascale. Diciamo che siamo cresciuti insieme. Dovrei dire invecchiata, ma io non ci credo alla vecchiaia. La vecchiaia prende i desideri e i pensieri. Ma noi abbiamo ancora idee, gioia di vivere, diciamo che siamo cresciuti insieme. Mi omaggiano per la mia fedeltà a Ischia, ma è Ischia che mi ha dato tanto».
– Qual è il ricordo di Ischia che porta sempre con sé?
«Beh, sono i ricordi legati alla mia gioventù, quando mi divertivo moltissimo. Ischia è bella e mi sono veramente divertita tantissimo. E’ un ricordo di quando studiavo».
IL FESTIVAL DI SPOLETO
– Nella sua vita ha fatto tanto anche per la sua Spoleto e per la sua città. Il Festival e il suo impegno?
«Beh, guardi, dopo 65 anni possiamo dire che non si partecipa al Festival, si vive. E appunto per “vivere” il Festival ho fondato un’associazione che si chiama “Spoleto Festival e Friend”, perché dopo 65 anni di rappresentazioni ho pensato di mettere in rete tutti quelli che riuscivo ancora a ritrovare e avevano desiderio di quel Festival e di quella Spoleto, di rivivere quell’atmosfera. E l’ho fondata a Roma dove ho trovato tante amiche e amici. Spoleto è una creazione di cultura e non una rappresentazione. A Spoleto si fa cultura, non si rappresenta».
– Berlusconi?
«Ho iniziato con la Democrazia Cristiana e oggi sento tanto la mancanza della Prima Repubblica. Ci manca la figura del deputato e del senatore. Io sono stata senatore ma non mi riconosco in quelli di oggi. Berlusconi è stato un dilettante che ha avuto quel carisma, quell’idea, quella forza, quella capacità di abbattere una macchina da guerra, quella di Occhetto, preparata e che era pronta a vincere. Ha fatto dei programmi che gli italiani hanno sposato, non li ha portati avanti soprattutto perché gli alleati non gliel’hanno concesso. E questo succede quando si mettono insieme formazioni politiche che magari sembra siano simili ma hanno interessi diversi».
QUELLI CHE CAVALCANO IL DISSENSO
– E oggi? Qual è il politico che può emergere?
«Mi sono un po’ staccata dalla politica, nel senso che non la faccio più in maniera attivo. Ma questo per mia decisione. Credo sia giusto farmi da parte dopo aver fatto il sindaco, il consigliere comunale e regionale, il vicepresidente della Regione Umbria per 13 anni e il senatore. E al Senato ci sono andata conquistando il mio posto, perché non avevo un posto sicuro. Ho fregato il seggio all’UDC essendo il terzo senatore di Forza Italia. Questo per dire che bisogna sempre conquistarsi il proprio spazio e per questo mi rispettano, perché non sono mai scesa a patti con nessuno. Ora ho pensato che bisognava lasciare spazio agli altri. Ma per mia decisione. Ho deciso che a un certo punto, dopo tanti anni, era giusto che anche i giovani andassero avanti, ma non perché sono giovani. La politica è una cosa seria, la politica è una cosa molto difficile. Ma la colpa non è dei politici, la colpa è dei partiti, perché con questa legge ogni partito può scegliersi chi alza la mano; ci vuole anche l’idiota. Certo non lo sono tutti… I 5 Stelle sono diventati così importanti perché gli italiani erano incazzati da morire. Non avevano un programma perché un programma non può essere quello di aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Ma chi ha fatto vincere i 5 Stelle? Gli italiani. Quindi vuol dire che, come loro, gli italiani sono arrabbiati. Forse i partiti devono capire che era arrivato il momento di fare cose diverse. Lo ha capito Fratelli d’Italia. Bravi, con Giorgia Meloni, che non voglio paragonare ai 5 Stelle perché è una donna intelligente e preparata, però anche lei sta cavalcando il dissenso, è l’unica che non sta al governo insieme all’estrema sinistra e quindi la gente delusa dai 5 Stelle si ribella».
– Lei ha paura, come gran parte della sinistra, di un governo di centrodestra?
«La sinistra ha paura di tutto quello che non può avere. La sinistra ormai è diventata la sinistra che non è più sinistra, perché ci rifletta: io ero democristiana, Letta era democristiano… praticamente il Partito Comunista si è sciolto nella sinistra democristiana. Giorgia Meloni è una donna intelligente, preparata e la ricordo come era quando è stata ministro della gioventù. Mi auguro che dopo che hanno fatto questo patto sul come indicare il leader capisca il ruolo da cosa deve essere sostenuto. C’è bisogno di un leader importante, l’Italia ha bisogno di una persona che abbia credibilità nel mondo. Perché con Draghi abbiamo ripreso questa credibilità che era scemata con la debolezza dei governi che si sono succeduti in passato. Quello che conta è che l’Italia trovi una bella figura, ma un politico. Cioè la politica deve riappropriarsi della politica, non può andare avanti con i tecnici».
Il futuro dell’Italia
«Sono certa che l’Italia è un grande Paese e si riprenderà come si è sempre ripresa. Pensiamo alla guerra, ai bombardamenti… Il nostro tessuto economico, fatto di piccole imprese, riuscirà a sopportare anche questo, però non stiamo bene»