venerdì, Febbraio 7, 2025

Addio depuratori? Servono altri 50 milioni

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50 MILIONI IN PIU’. Il CIPE negli anni scorsi aveva stanziato 42 milioni di euro per quello di Casamicciola e Lacco Ameno e 32 per quello di Forio e Serrara Fontana. La doccia fredda dell’ATO: non bastano. Secondo i tecnici regionali, infatti, per completare le opere ci vogliono altri 50 milioni di euro

Addio depuratori? La storia infinita degli impianti che dovranno garantire la pulizia dei nostri mari si arricchisce di un nuovo capitolo. Nefasto, neanche a dirlo. E non si tratta del depuratore della collina di San Pietro, dove il cantiere è ancora fermo malgrado le ampie rassicurazioni del Governatore Caldoro, lo scorso anno, e la disponibilità dell’Ati Sled a riprendere i lavori, superato il contenzioso. No, stavolta l’asse che preoccupa è quello degli altri quattro comuni. Perché dopo l’incontro romano col sindaco Francesco Del Deo e la delegazione dei comuni di Forio, Serrara Fontana, Casamicciola e Lacco Ameno della settimana scorsa, ieri mattina i nostri amministratori si sono ritrovati insieme con i tecnici dell’ATO della Regione Campania, gli ingegneri Ostrifate e Balestrieri. Doveva essere una riunione propedeutica all’incontro che si terrà mercoledì prossimo presso il Ministero dell’Ambiente in capitale:  invece è stato il de profundis per i depuratori che dovrebbero servire i comuni di Casamicciola e di Lacco Ameno. Un “de profundis” al quale hanno assistito, preoccupati, il sindaco di Forio Francesco Del Deo,  l’inseparabile Luca De Girolamo e il consigliere Tina Iacono, insieme con il sindaco Rosario Caruso per Serrara Fontana, Gaetano Grasso e Loredana Cimmino per Casamicciola. Erano presenti anche il liquidatore dell’EVI Pierluca Ghirelli e il tecnico l’ingegner Francesco Trani.
Veniamo al dunque. Per gli impianti previsti, uno all’attuale parcheggio dell’ANAS per Casamicciola e Lacco Ameno e l’altro al Piazzale Marinai d’Italia a servizio di Forio e di Serrara Fontana, la strada di fa tutta in salita. Motivo? Non ci sono più fondi. O meglio, quello stanziati non bastano.
Il CIPE negli anni scorsi aveva stanziato 42 milioni di euro per quello di Casamicciola e Lacco Ameno e 32 per quello di Forio e Serrara Fontana. La doccia fredda dell’ATO: non bastano. Secondo i tecnici regionali, infatti, per completare le opere ci vogliono altri 50 milioni di euro. Sì,  avete letto proprio bene: altri 25 milioni di euro per ogni impianto.
La faccenda diventa seria. Il Ministero dell’Ambiente, come è stato facile capire, sta pressando la Regione Campania affinchè si chiuda questa pratica “depurazione”: prova tangibile, è l’incontro della settimana scorsa in Capitale e quello in calendario mercoledì prossimo. Secondo Roma, infatti, a Napoli si perde tempo. Ed è proprio in questa ottica che si fa insistente una voce, credibile, secondo la quale si stia pensando ad un commissariamento da parte del Ministero per esautorare l’ATO.
Prima di mercoledì, però, c’è un nuovo incontro in Regione. Lunedì gli amministratori locali, infatti, si confronteranno con il team di ingegneri che stanno analizzando gli impianti per capire come mai sia necessario questo esborso extra e decisamente esoso ad impianto (25 milioni di euro!) e quali sono state le scelte progettuali che portano a queste cifre.
E’ inutile sottolineare che la scelta di far ricadere i costi extra sulla popolazione dei quatto comuni in quanto a tasse e contributi per la realizzazione degli impianti è da scartare a priori. 50 milioni di euro sarebbero un costo che davvero non ci possiamo accollare. Un monito che i nostri sindaci hanno già ribadito ai tecnici della Regione. E allora come se ne esce? E soprattutto: quando?

4 COMMENTS

  1. Che pena leggere questo articolo.
    È da ridere se si pensa a quanti soldi si buttano per feste religiose ogni anno ma poche lire per qualcosa di davvero necessario.
    E mi fá ancor piú ridere il fatto che tutti quei Einstein che abbiamo sull ísola si chiedono come mai il turismo d´elite sta sparendo. Be ragazzi allora guardate ancora una volta la foto dell´articolo e capirete.
    A mio parere il problema non sono i soldi o i politici ma noi stessi isolani , perche quando ci danno “O Torrone i Quaquet e nu poco e Fuoc” allora siamo tutti contenti e quando poi c´e´ da cagare allora si caga tutti in mare.

  2. Non intendo entrare nella questione depuratori, è troppo tecnica e troppo “grossa” perchè un esperto di gestione ambientale possa disquisire con ingegnieri e progettisti di impianti civili.
    Penso però che la vicenda dimostri come la soluzione dei problemi “fognari” nel nostro mare sia una strada lunga e tortuosa.
    Lo sarebbe anche se tutto andasse liscio perchè per costruire un depuratore ed allacciarlo a tutta la rete fognaria ci vogliono anni.
    Torno quindi a ricordare i risultati del workshop che tenemmo nel novembre 2009 ospiti di Luciano Bazzoli al Regina Palace.
    La proposta che ne uscì, e chi c’era lo può ricordare fu di combinare microimpianti diffusi ad alta tecnologia e basso consumo energetico, con aree di rinaturalizzazione degli alvei e, soprattutto gli impianti basati sul modello MUDS a bassa tecnologia ed altissimo rendimento, che l’Area Marina Protetta potrebbe realizzare autonomamente con finaziamenti relativamente modesti.
    Si tratterebbe di sistemi tampone, già sperimentati ma che porterebbero un grande beneficio ambientale e sanitario in attesa dello sbrogliarsi necessario della matassa depuratori.

  3. Ancora una volta si manifesta in tutte le sue proporzioni la iattura della politica ambientale della regione campania… attendiamo altri lustri tanto dai borbone alla attuale classe politica regionale cambia poco! Agostino Mazzella

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