mercoledì, Gennaio 15, 2025

Al via la Manifestazione di interesse per la gestione di Villa Arbusto

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IDA TROFA | Dopo il tentativo di cessione arriva la gestione in concessione ai privati per Villa Arbusto. Magari, dopo il tentativo di Forza Italia e i salti della quaglia nel PD con il gruppo misto a sostenere il Patto del Nazareno, potrebbe essere la volta di una qualche associazione, no profit oppure profit, ma sempre di stampo PD, a mettere le mani su Villa Arbusto. Negli ambienti si vocifera che si sia proprio un’associazione del PD campano in pole per l’affidamento. La formula è cambiata. Non c’è la vendita, ma una semplice cessione della gestione.
“Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona”. Versi, strofe e rime di secoli antichi che poco meno di qualche mese fa sono ritornati alla ribalta della cronaca, non è un verso dell’Iliade, ma avrebbe potuto esserlo, scriveva Tommaso Montanari dalle pagine di uno dei più grandi quotidiani italiani per rilevare come un tesoro tanto prezioso, risalente alla fine dell’VIII secolo prima di Cristo, ed è dunque contemporaneo alle più antiche parti del poema omerico fosse giunto fino a noi direttamente dall’iscrizione incisa sulla coppa.
Una delle scritte più antiche d’Italia, la più antica in greco, mica un manoscritto qualunque. Ebbene non sono bastate le levate di scudi, il disappunto e gli interventi di esimi studiosi ed esperti, quella coppa che in qualunque altro paese sarebbe tra le glorie nazionali, rischia di finire, ancora e proprio ora, insieme a molti altri reperti, in un recondito progetto di gestione. Già, perché il comune di Lacco Ameno ormai ridotto al lumicino e in un disastroso stato di dissesto economico dal 1 Gennaio 2015, dopo aver valutato in forma privata, tra politici d’alto rango, di vendere a qualche ricco privato, magari ex Forza Italia ora PD, ora paventa l’ipotesi di darla in gestione. Noi de Il Dispari, dopo aver svelato le ipotesi di vendita e i possibili progetti per finalizzare la possibile vendita allo statista Denis Verdini, siamo in grado di anticiparvi in parte l’idea della Giunta Pascale.
In realtà la delibera è praticamente cosa fatta. Indimenticabile finissima metafora del sindaco Giacomo Pacale: ”Io devo curare un tumore, e per molti cittadini il museo è solo un’unghia incarnita”. Parlando poi con Costanza Gialanella, una degli archeologi della Soprintendenza cui si deve la fondazione e l’allestimento del museo, il sindaco ha detto di non poter dare garanzie sul futuro del museo.
L’atto è già pronto sul tavolo del sindaco per la firma, la delibera di giunta per manifestazione di interesse e la cessione della struttura in comodato d’uso. Il pallino, proprio di un assessore del PD locale, è sempre stato quello della gestione di quella che fu la casa del Cavaliere Angelo Rizzoli.
Parliamo della manifestazione d’interesse alla redazione di un progetto che dovrà svilupparsi ed infine essere presentato al governo locale per gestire Villa Arbusto. La proposta, almeno in termini di iniziativa, è stata ideata dall’assessore Cecilia Prota, da sempre interessata alle sorti della Villa. Una iniziativa questa della manifestazione d’interesse fortemente voluta e sostenuta.
Bisognerà poi, nel merito, capire se e come potrà avere un ruolo la Pro Loco Lacco Ameno, a cui fin’ora sono stati assegnati vari compiti e ruoli anche per l’ufficio Turistico locale e la sede ai piedi della Torre Municipale. Resterà fuori?
Certo è che il Museo, nato 26 anni fa proprio per esporre i reperti rinvenuti nel corso degli scavi condotti a Ischia in particolare a San Montano sotto la direzione di Giorgio Buchner, ha vissuto un’inesorabile parabola discendente.
I numeri dei visitatori sono bassi. Fino allo scorso anno di parlava di appena 5 mila all’anno contro i 61 mila che hanno per esempio esplorato i vicini Giardini La Mortella, il Museo giace nel più totale abbandono e disinteresse, preda dell’incuria, del degrado e della mancata manutenzione!
Nessuna informazione, nessun sito Internet aggiornato, per tacere poi delle problematiche legate alla scarsa manutenzione ordinaria, tra infissi con vernice scrostata, ringhiere e colonne in degrado, tegole rotte, una terrazza chiusa per problemi di sicurezza e persino alcune tombe ellenistiche custodite all’esterno della struttura, alla mercé delle intemperie, in parte coperte da alcuni teloni. Stessa sorte di triste noncuranza per l’importante area archeologica di età tardogeometrica, di cui qualche traccia è venuta alla luce durante l’inizio di lavori per la costruzione di un centro congressi giace abbandonata, ricoperta da rovi e affiancata da rottami.
Perché, chi ha orchestrato tutto questo, chi a favorito il declino per poi inneggiare alla cessione, alle gestioni esterne come ultima risorsa per un bene che dovrebbe essere di tutta la comunità? Tutti dovremmo sapere che il futuro del Museo Archeologico di Pithecusae coincide con il futuro economico e civile della loro comunità.
Lo sa bene, infatti, chi ora già si sfrega le mani sapendo di avere in pugno il progetto studiato ed approntato proprio per la Manifestazione d’interesse confezionata dal governo locale. Il solito bando che calzi a pennello per gli amici degli amici.
Inevitabile il richiamo alla vigilanza “il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo al quale la Costituzione addossa l’onore, ma anche la responsabilità, della promozione della cultura e della tutela del patrimonio storico della Nazione”.

CHI HA BLOCCATO QUEL PROGETTO
Si voleva che “Villa Arbusto” divenisse un complesso polivalente “dinamico” e operativo tale da produrre ricchezza culturale e turistica. Era però il 1997. L’ascesa dei grandi portatori del verbo berlusconiano ci conduce ai giorni nostri. Quel progetto non fu possibile realizzarlo, cambiarono le amministrazioni, cambiarono gli obbiettivi. In quegli anni si doveva realizzare, anche a seguito di approvazione da parte del Ministero Beni Ambientali della progettazione complessiva per il complesso polivalente di Villa Arbusto una sala congressi stoppata dalla Soprintendenza del settore perché, si disse, nella zona dovevano essere eseguiti gli scavi archeologici: sono passati ben 18 anni quella zona è diventata una discarica coperta da rovi ma di scavi niente. Nel 1998 fu aperto il museo, nello stabile principale, con una pianta organica mastodontica impossibile da mantenere e difatti mai attuata. Ora quella parte finirà nel progetto di cessione in uso ai privati. Poi c’è la Villa Gingerò, l’intero parco, una struttura adibita ad uso commerciale solo per poco tempo aperta e poi definitamente chiusa di cui è indispensabile occuparsene. Poi c’è la casa del custode occupata da privati. Ora c’è il Locale Coppa di Nestore, pronto a divenire una fiorente attività commerciale, magari un bistrot in concessione ad altri privati

3 COMMENTS

  1. Vorrei ricordare il lavoro che stanno svolgendo i volontari,uniche persone competenti in materia,che da soli stanno mantenendo in piedi la baracca nonostante tutto e tutti,nn possono nemmeno spendere un euro dei miseri introiti per cambiare una lampadina.senza di loro il museo sarebbe già chiuso da molto.Ora questi personaggetti vogliono dargli il ben servito per regalare il tutto a qualche amico dell’amico.come ischitano e operatore turistico sono nauseato dal comportamento delle istituzioni e dei concittadini nei confronti dei beni culturali isolani e invito il giornale a continuare a fare luce su questa gestione indegna di risorse così straordinariè.

  2. Il vero tumore di questa isola siete voi gente che bivacca sui comuni per il loro lordo interesse,politicanti da strapazzo che non tengono un minimo di coerenza ,e che allle sorti del proprio territorio non pensano minimamente.persone dozzinali che purtroppo noi abbiamo mandato ad abbuffarsi sui vari comuni isolani.hanno prostituito l’intera isola e se il popolo non si desta da questo torpore e cacciano a calci in culo questi papponi il destino nostro è già miseramente segnato

  3. Il sito web pithecusae.it è aggiornato (indirizzo e-mail, orari e prezzi dei biglietti aggiornati). Inoltre sulla home page ci sono anche i collegamenti ai sociale network del museo

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