mercoledì, Gennaio 8, 2025

Alain Delon, il sex symbol transalpino. Da “Grand Hotel” di Guerino Cigliano

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Ripubblichiamo la puntata dedicata ad Alain Delon della rubrica “Grand Hotel” che Guerino Cigliano ha curato per diversi anni sulla nostra edizione settimanale. Era il 2012… Sono entrato giovanissimo nel mondo affascinante dei Grand Hotel, da chasseur a direttore, a Ischia, in Italia e in Svizzera. Ho sempre visto il “Grand Hotel” come lo scenario ideale per la commedia umana. Tutti gli ingredienti necessari per scrivere racconti e segreti si trovano al “Grand Hotel”. Lusso, ricchezza, potere, avventure, amore, vizio, intrighi, trasgressione, gossip, morte, cibo, alcol, denaro, capricci, glamour, sesso, gay, spie e puttane, cocktail e risate. Per capire ci è voluto del tempo. Alla fine il “mio” GRAND HOTEL ha iniziato a raccontare e scrivere sui grandi personaggi che ho accolto e incontrato nella mia carriera.

IL SEX SYMBOL TRANSALPINO ALAIN DELON
Guerino e Alain, chi è il più bello? Titolava proprio così una bellissima foto apparsa sul periodico Ischiamondo dei fratelli Lubrano nel 1987. Ci ritraeva insieme all’ingresso del Grand Hotel durante il soggiorno di Alain Delon nell’isola d’Ischia. Doveva ritirare un premio durante “Le Giornate di Luchino Visconti”, organizzate in quell’epoca dalla Fondazione presieduta da Franco Iacono. Và ricordato che Delon negli anni 50/70 è stato sicuramente l’attore più bello e più amato dalle donne. Sguardo tenebroso, volto forte e sfuggente, affascinante come pochi hanno saputo essere prima e dopo di lui. Ancora oggi il profumo EAU SAUVAGE di Christian Dior utilizza una bellissima immagine dei suoi vent’anni.

Interpretazioni mitiche come il seducente principe Tancredi ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti (1963), o il duro dalla faccia d’angelo in “Costello faccia d’angelo” (1967), super in “Borsalino” (1970) oppure il tragico Daniele ne “La prima notte di quiete” (1972).
Aveva frequentato Ischia più volte, ospite di Angelo Rizzoli e di Luchino Visconti. Lo invitai nel mio ufficio dove c’era una bellissima immagine di Rizzoli con la sigaretta in mano. Lui simpaticamente lo imitò nella posa e mi raccontò della grandezza e della bontà di quest’uomo che ha cambiato il volto dell’Isola d’ischia. Venne ad Ischia già alla fine degli anni 50, quando era poco più che ventenne, per interpretare il ruolo di protagonista del film “Plein Soleil” (Delitto in pieno sole) del regista francese Renè Clement. Del film c’è stato poi un remake ad opera di Antony Minghella nel 1999 con Matt Damon, “Il Talento di Mr. Ripley”.

Mi raccontava di un Ischia molto semplice e senza turisti. Pescatori e contadini che vivevano felici in un posto incontaminato dalla natura meravigliosa. Fu colpito da una festa patronale che si sviluppava nel Borgo Antico di Ischia Ponte, ai piedi del Castello Aragonese con una bellissima processione che attraversava le vie del borgo per finire sul mare con una folla di piccole barche imbandierate che suonavano a festa. Capii che si riferiva ai festeggiamenti popolari del Santo patrono di Ischia, concittadino e protettore degli ischitani, San Giovan Giuseppe della Croce.

Gli chiesi poi, come aveva conosciuto Luchino Visconti, ischitano d’adozione e padre del neorealismo italiano. Delon con molta simpatia mi raccontò del suo carattere ribelle in gioventù e di un’infanzia molto difficile. A 17 anni si arruolò come paracadutista nel corpo militare francese in Indocina e dopo pochissimi anni, al momento del congedo, aveva totalizzato ben undici mesi complessivi di prigionia per indisciplina. Ritornò in Francia in una situazione economica difficile, svolgendo lavori più umili e disparati quali facchino, commesso e cameriere, finché la sua bellezza candida ed al tempo stesso glaciale, venne notata da Visconti. L’incontro con Luchino Visconti resterà una tappa fondamentale per la sua consacrazione internazionale. Nel 1960 infatti è uno dei protagonisti del capolavoro del regista “Rocco e i suoi fratelli”, dove interpretò un personaggio puro e intollerante, lontano da quelli che diventeranno i suoi ruoli tipici. Mi raccontò che aveva da poco interrotto la carriera di attore. Col passare del tempo e il velo degli anni cade in depressione.

Nel 2008 lo convinsero a recitare, diventò Giulio Cesare nel nuovo capitolo cinematografico della saga di “Asterix”. Invecchiato, segnato, con un sorriso opaco. Oggi non è più uomo copertina. Vive con i suoi cani e i suoi ricordi: conquistare, amare e poi? E poi nulla, se non le rughe: una ruga per ogni momento d’amore.

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