Tra le questioni di più stringente attualità vi è anche l’approvazione dei piani di attuazione per l’utilizzo delle aree demaniali. Nell’ambito di questa tematica ieri si è svolto un incontro a cui hanno partecipato i sindaci di Forio e Lacco Ameno, Francesco Del Deo e Giacomo Pascale, il commissario prefettizio di Casamicciola Simonetta Calcaterra, mentre il comune di Serrara Fontana era rappresentato da Eugenio Mattera. Delegato dal sindaco Dionigi Gaudioso c’era l’avvocato Alessandro Barbieri, incaricato della redazione del Pad (appunto il piano di attuazione) dai comuni di Forio, Ischia, Serrara e Massa Lubrense.
Entro il 6 marzo si potranno avanzare delle osservazioni per iscritto. Dopo questo primo incontro con le amministrazioni pubbliche, ci saranno altre riunioni con le associazioni di categoria. Successivamente, i comuni avranno sessanta giorni di tempo per dotarsi dei piani attuativi delle aree demaniali.
Ne abbiamo parlato appunto con l’avvocato Barbieri, esperto della materia, per capire meglio il tema e le implicazioni che comporterà: «I piani attuativi obbligheranno gli enti ad aumentare dall’attuale 20% al futuro 30% la quota di spiagge libere negli arenili. Ovviamente sul tavolo ci saranno diversi aspetti su cui si dovrà lavorare: bisognerà rimodulare le concessioni, con una progettualità per i volumi esistenti.
Si varerà una classificazione di categoria misurabile in “stelle” da una a cinque per i vari stabilimenti balneari, in base ai servizi offerti e alla loro qualità. In sostanza si tratta di una riprogrammazione e una nuova pianificazione di tutti gli arenili dei litorali». Riguardo alle tempistiche, visto che siamo già in vista della nuova stagione balneare, l’avvocato Barbieri precisa: «Dalla Regione fanno capire che gli enti devono attrezzarsi per le gare, visto che a quanto pare il Governo non sembra intenzionato a concedere proroghe, o al massimo potrebbe esserci solo per il 2024, momento ultimo per essere pronti con i bandi.
Ciò significa che i Comuni devono subito munirsi del Pad, in quanto devono individuarsi sin da ora i lotti da mettere a gara». In sostanza, il Puad (il piano di utilizzo delle aree demaniali) stabilisce quali sono le aree concedibili, individua le scogliere alte e quelle basse, quelle accessibili e meno accessibili: «Bisognerà quindi pianificare attentamente tutti i tratti costieri, proprio in vista delle gare». Dunque per i vecchi gestori delle aree demaniali il futuro potrebbe diventare un’incognita. Spiega l’avvocato: «La Regione ha precisato che non spetta ad essa entrare nel merito della questione, in quanto riguarda l’attività amministrativa dei comuni, che attendono i decreti ministeriali a cui spetta assegnare un valore agli stabilimenti balneari esistenti. Spetta infatti allo Stato, in base alla Costituzione, stabilire i criteri di concorrenza».
Secondo il professionista, ci sono diversi margini per presentare osservazioni al piano: «Le peculiarità dell’isola comportano la necessità di verificare l’accessibilità dei tratti costieri. Il 30% per le spiagge libere è una percentuale piuttosto importante, e per un’isola come la nostra significa restituire alla libera fruizione della collettività una buona parte delle aree demaniali». Fra l’altro, Barbieri ha illustrato la divisione che è stata fatta tra i comuni dei litorali, delineando una “fascia A” e una “fascia B” degli enti a seconda dei flussi di visitatori, dei servizi e della vocazione turistica, della qualità delle acque. Questi elementi vanno parametrati tramite coefficienti, e si ottengono le due liste citate: «Tutti i comuni isolani sono stati classificati di fascia A, tranne Lacco Ameno – spiega Barbieri – ma non è detto che essere in fascia B sia necessariamente un male: infatti quelli di fascia A dovranno fissare un canone più elevato, mentre quelli di fascia B potranno versare un canone più contenuto».
Spiaggie Libere vicino a i scoli d’acqua e fogna (fascia B) e quelle spiaggie lontano da scarichi e fogne (fascia A) Tanto per farsene na ragione.