La recente fiction trasmessa da Rai 1 sulla vita di Peppino di Capri ha riscosso un notevole successo di pubblico, raccontando l’ascesa di un’icona della musica leggera italiana. Tuttavia, non sono mancate critiche da parte di chi conosce bene le tappe fondamentali della carriera dell’artista. Due voci autorevoli del panorama locale, Adriano Esposito e Peppino Mazzella, hanno espresso la loro delusione per l’assenza totale di riferimenti a Ischia, isola che ha avuto un ruolo determinante nei primi passi della carriera del cantante. Le loro testimonianze mettono in luce aspetti dimenticati o ignorati dalla sceneggiatura della fiction.
Adriano Esposito: “Peppino? La sua fortuna cominciò a Ischia”
Adriano Esposito, testimone diretto e fratello del proprietario della boutique “Rino’s Shop”, racconta con nostalgia gli anni in cui Peppino di Capri, ancora giovane e poco noto, si esibiva all’iconico night club ischitano “Il Rangio Fellone”, ideato dall’architetto Sandro Petti.
“Lo ricordo mingherlino, piuttosto bruttino, con occhiali dai vetri spessi che rimpicciolivano ancora di più i suoi piccoli occhi. Lo vedevo tuffarsi nelle acque della spiaggia Medusa insieme alla bella Roberta, la sua prima moglie.” Secondo Esposito, fu proprio quell’estate a segnare l’inizio della carriera musicale del giovane artista, grazie anche al supporto di personaggi fondamentali della vita notturna ischitana, come Tonino Baiocco, patron di locali storici come La Lampara, il Jane, il Mamunia e ancora il Rangio Fellone.
“Mi aspettavo che nel film si parlasse almeno una volta di Ischia, e invece nulla. È come se non fosse mai esistita. Ho il sospetto che dietro questa dimenticanza ci sia la solita gelosia dei capresi…”, conclude amaramente.
Peppino Mazzella: “Ischia fu il trampolino. Altro che Capri”
Peppino Mazzella, giornalista e storico ischitano, intervistò Peppino di Capri due volte negli anni ’70 per “Il Giornale d’Ischia”. Conosce bene la storia del cantante e non ci sta a vedere cancellata l’importanza dell’isola verde nel suo percorso artistico. “Peppino arrivò a Ischia nell’estate del 1958 e si esibì al Rangio Fellone insieme ai primi componenti dei Capri Boys. Fu lì che fu notato da un funzionario della Carisch e fu lì che Ugo Calise gli fece cantare Nun è peccato”, racconta Mazzella.
Anche il celebre nome “Peppino di Capri e i suoi Rockers” nacque grazie al chitarrista Mario Cenci, paroliere e autore di molti successi. Ma la fiction non fa menzione né di Cenci né del ruolo fondamentale di Ischia.
“Nel 1969 Peppino suonava al Castello Aragonese durante un momento difficile della sua carriera. In quell’estate, era la ‘seconda orchestra’ in attesa delle grandi star come Mina. Ma anche quello fu un passaggio decisivo. La fiction ignora tutto questo.”
Mazzella sottolinea anche come l’artista sia rimasto legato a Ischia per decenni, tornando ogni estate.
“Nel 2006 scrissi su la Repubblica – Napoli che Peppino non veniva più a Ischia. Poco dopo, lui stesso smentì, dicendo che si esibiva al Negombo. Gli ischitani lo hanno sempre amato.”
Mazzella conclude con un appunto critico: “Un’opera che riceve finanziamenti pubblici e vuole raccontare una figura storica come Peppino non può permettersi di essere storicamente lacunosa. È un omaggio riuscito, ma incompleto.”