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Altro che isolazionista | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 18 settembre 2024

La nomina di Raffaele Fitto a vice-presidente esecutivo della Commissione Europea, parallelamente alla visita del premier britannico Starmer a Roma, che piaccia o no, rappresentano la definitiva consacrazione di Giorgia Meloni nel ruolo di leader indiscussa e ampiamente riconosciuta a tutti i livelli politici e diplomatici.

Per carità, a differenza di dem e sinistri di varia natura, io non ho affatto la pretesa di imporre le mie idee al prossimo, anzi, le rispetto pienamente pur non condividendole. Tuttavia credo che l’agire e il pensare di ciascuno di noi dovrebbe essere sempre condito da un pizzico di sana obiettività.

Proprio per questo credo che oggi qualsiasi italiano di buona volontà, magari pur continuando a non identificarsi nella collocazione politica cui appartiene il Governo in carica e -ricordiamolo- legittimamente eletto dal popolo dopo anni di esecutivi calati dall’alto e figli di pastrocchi tra Parlamento e Quirinale, dovrebbe senza dubbio riconoscere che al di fuori dei nostri confini la dignità e l’autorevolezza dell’Italia hanno trovato in Giorgia Meloni un degno e concreto paladino, con prese di posizione e linee di principio che stanno gradualmente restituendo al nostro Paese il ruolo da protagonista (in Europa e oltre) che qualcuno avrebbe voluto, in tutto o in parte, disconoscere.

Quando la Meloni annunciò di votare contro la rielezione di Ursula Von der Leyen a Presidente della Commissione Europea, tutti i soliti noti di casa nostra cominciarono a sbandierare ai quattro venti quello che venne giudicato come un atteggiamento di rottura, isolazionista, contrario ai principi di un paese fondatore dell’UE quale l’Italia, ormai destinata a ritrovarsi con un pugno di mosche nelle nomine che contano visto l’intervento dei parlamentari verdi in soccorso alla presidente uscente. E invece, nonostante le pressioni di una folta delegazione socialista contro un “conservatore” come Fitto, oggi il nostro Ministro ha ottenuto ben oltre un semplice contentino, dimostrando che la considerazione dell’Italia non può certo dipendere dall’umore della sinistra o dei soliti potentati in seno all’Unione.
Sarebbe auspicabile, pertanto, che per i vari Schlein, Conte, Bonelli, Fratojanni, Renzi e compagni vari dell’opposizione parlamentare italiana cominciasse un percorso un tantino più virtuoso, andando oltre il partito preso, gli steccati e i “motivi di opportunità” e privilegiando la sempre più ignorata tutela dell’Italia e degli italiani più che le loro poltrone. Ugualmente non schioderebbero Meloni e i suoi dai banchi del Governo e della maggioranza, ma di certo ne guadagnerebbero in credibilità, visti gli ultimi sondaggi…

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