CRISTIAN MESSINA | Una sconfitta dura da digerire. L’Ischia gioca bene, ma esce a mani vuote dal campo (disastrato) di un’Akragas cinica e brava ad approfittare degli unici episodi favorevoli del match. I gialloblu sono padroni del campo ma non basta, perché a mancare è sempre la zampata finale: all’Esseneto termina 2-0 con reti di Matteo Di Piazza, l’anno scorso ad un passo dall’Ischia di Maurizi, e del redivivo Giuseppe Madonia. Sono il centravanti palermitano e il fantasista ex Matera i “killer” della squadra di Mister Di Costanzo, che ieri ha schierato per la prima volta il big Manuele Blasi, apparso ancora lontano dalla forma migliore. Ma, al di là di qualche prestazione sottotono e di un campo ai limiti della decenza, i gialloblu si mostrano ancora una volta squadra in salute: Kanouté si conferma su ottimi livelli, Gomes – con la sua fisicità – è il partner ideale del velocissimo senegalese e Di Vicino la mette sempre e comunque sul piano della tecnica. Insomma, certezze non sembrano mancare in casa gialloblu, certezze utili per centrare quella salvezza diretta che, verissimo, non appare impossibile da raggiungere (visti alcuni avversari) ma che adesso è lontana quattro punti, uno in più rispetto alla settimana scorsa.
LA PARTITA…CON UN’ORA DI RITARDO. Alle 14.00 il campo dell’Esseneto si presenta in uno stato pietoso, tanto che i due capitani Armeno e Madonia, accompagnati dall’arbitro Massimi di Termoli, hanno a più riprese verificato le condizioni del terreno di gioco, reso pesante dalle abbondanti precipitazioni cadute sulla cittadina siciliana. A preoccupare è soprattutto la fascia sotto al settore distinti, un vero e proprio pantano in cui, inizialmente, era letteralmente impossibile distinguere le linee di gioco. Dopo un’ora all’insegna di scene d’altri tempi – l’area e la fascia laterale delimitate a mano – la partita può finalmente iniziare.
L’Akragas si schiera con l’ormai solito 4-3-3: le tante assenze in difesa costringono Rigoli a riproporre la coppia di centrali formata da Muscat e Marino; a centrocampo ecco l’intoccabile Urban Zibert, mentre in attacco Di Grazia vince il ballottaggio con Mauri e Leonetti. Novità, invece, in casa Ischia: rispetto al match con il Catanzaro, l’ischitanissimo Filippo Florio viene lasciato in panchina per fare spazio all’esperto Blasi; i gialloblu passano così al 4-3-1-2, con Porcino riproposto terzino sinistro e Di Vicino tra le linee.
Sin dai primi scampoli di gara l’Ischia si dimostra più in palla, nonostante l’Akragas si dimostri molto abile nelle ripartenze (per poco Di Piazza non punisce i gialloblu con venti minuti d’anticipo). La squadra di Mister Di Costanzo è padrona del campo: la scelta di Di Costanzo di proporre l’uno contro uno a centrocampo si rivela azzeccata, e questo nonostante un Blasi ancora non al Top e un campo che, certamente, non asseconda le doti tecniche dei vari Spezzani, Armeno e – qualche metro più avanti – Di Vicino. Sulla mediana l’unico agrigentino che non sembra soffrire è Zibert, talento assoluto che si dimostrerà decisivo.
Gli ischitani macinano gioco ma non riescono ad essere incisivi, mentre gli agrigentini provano sortite veloci con un Di Grazia ispirato e che spesso e volentieri riesce a superare Porcino in velocità (l’esterno di proprietà del Benevento sbaglia qualche disimpegno di troppo). Ma sono solo episodi sporadici: i gialloblu danno l’impressione di controllare il gioco senza particolari preoccupazioni e si affidano alle fiammate di Kanoute (limitato, ma tutt’altro che annullato, da un campo di gioco sconcertante) e alle doti tecniche di Giorgio Di Vicino. Alla mezz’ora, proprio quando l’Ischia sembra pronta a sferrare l’attacco decisivo, arriva il gol – immeritato – degli agrigentini, bravi con Di Piazza a sfruttare un’errore marchiano di Filosa, condizionato dai problemi al ginocchio che lo tormentano ormai da novembre. Subito lo svantaggio e dopo un paio di minuti di defaillance che fanno temere ad un’altra sbandata in stile Catanzaro, l’Ischia si ridesta e sfiora il pareggio con il solito Kanoute: il senegalese, però, è sfortunato e colpisce il palo. I gialloblu ritornano ad interpretare la stessa partita dei primi minuti, ma non riescono a sfondare nonostante gli avanti isolani diano l’impressione di potere punire da un momento all’altro Muscat e compagni. Nel finale, ancora una volta a sorpresa, arriva il raddoppio dei locali: sciagurato fallo in area di Spezzani, fino a quel momento protagonista di una prova superlativa, e rigore trasformato da Madonia. Qui finisce il primo tempo: le cose per l’Ischia si fanno dannatamente difficili.
LA RIPRESA: REAZIONE RABBIOSA, POI LA FLESSIONE. Inizia il secondo tempo e Di Costanzo prova subito la carta Pepe: dentro l’ex Martina Franca, fuori un deludente Porcino. L’Ischia si schiera con un 4-3-3 puro, con Kanoute largo a destra, Pepe dall’altro lato e Gomes al centro; Armeno agisce da terzino sinistro. I primi minuti sono di fuoco: i gialloblu chiudono i siciliani nella loro area di rigore, Kanouté è letteralmente imprendibile e Di Vicino ispiratissimo. Proprio dai piedi dell’ex Napoli parte l’assist d’oro non sfruttato di testa da Gomes; pochi minuti dopo, al 10′, è lo stesso Di Vicino ad impensierire Vono con un bolide dalla distanza. Dal quarto d’ora la pressione gialloblu scema (il campo pesante si fa sentire) e nel frattempo il tecnico Pino Rigoli inizia a coprirsi togliendo Madonia ed inserendo un centrocampista di sostanza come Aloi. Ora i siciliani si schierano con un guardingo 4-4-1-1. Di Costanzo a questo punto vara il 4-2-4 con Manna al posto di Di Vicino, ma il cambio non sortisce alcun effetto, a dimostrazione che in attacco mancano valide alternative per la terza serie. L’Ischia staziona sempre dalle parti di Vono, ma non riesce mai a rendersi pericolosa: Pepe non incide particolarmente, gli ultimi ad arrendersi sono Bruno e Kanoute, ma non basta. Nel finale i gialloblu vanno vicini al gol con lo stesso Pepe, ma Vono è superlativo: la gara, nei fatti, finisce qui. Delusione per la squadra di Mister Di Costanzo: nessun ridimensionamento, ma la netta impressione di avere buttato al vento almeno un punto preziosissimo in chiave salvezza. Ora la mente è già rivolta al match con il Melfi, altro crocevia di una stagione che può ancora essere raddrizzata, nonostante tutto e tutti.