Rosa Iacono non le manda a dire e, dopo l’ennesima ambulanza lasciata “a terra” lo scorso 2 ottobre, scrive oggi, 7 ottobre 2014, una lunga ed articolata lettera al Ministero della Sanità, al Ministero dei Trasporti, all’Assessorato dei Trasporti e della Sanità regionale, alle Capitanerie di Porto, alla Procura e a tutti i sindaci dell’isola d’Ischia.
Una comunicazione dura che porta all’evitenza un comportamento reiterato nel tempo.
“Errare é umano. Perseverare é diabolico” questa la frase di apertura di una lunga lettera che descrive due dei tanti episodi che hanno purtroppo visto un’ambulanza come triste protagonista.
Il tutto inizia dall’episodio del 14 agosto 2014 quando l’ambulanza con personale sanitario a bordo si reca al porto di Ischia alle ore 3.40 per partire con il traghetto Medmar delle 4.30. Operazione impossibile che ha costretto l’ambulanza a diriigersi a Casamicciola per partire poi alle ore 6.20.
Stessa storia ma con orari diversi per quanto accaduto lo scorso 14 agosto: giunti alle ore 5.45 al porto di Ischia per bigliettare per la partenza delle 6.25 i sanitari si sono visti rispondere che il mezzo era pieno. Hanno, allora, ripiegato per Casamicciola, non riuscendo però nemmeno lì ad imbarcare. Rientrati alle ore 6.20 ad Ischia e vedendo la nave partire con ampi spazi in garage, gli oparatori hanno chiesto all’equipaggio spiegazioni ed é stato risposto loro che la nave doveva fermarsi anche a Procida.
Morale della favola l’ambulanza é riuscita a lasciare l’isola alle 7.20.
Una situazione che non fa altro che peggiorare, un comportamento reiterato che attecchisce e indebolisce un servizio fondamentale per la vita stessa dell’isola, come riportato anche nella comunicazione del 2007 allegata alla lettera, che sancisce la destinazione di tre posti nel garage da destinare a autoservizi da Rosa Iacono.
E la coriacea Rosa lancia una sfida: se non sarà dato seguito a questa comunicazione, inizierà uno sciopero della fame che coinvolgerà anche i soci dell’associazione.
Non si può restare indifferenti a storie del genere. Proprio no.