Egregio Direttore,
circa l’articolo comparsa sul Dispari on Line, inerente l’allarme amianto a Monterone, tengo a precisare quanto segue per una chiara comprensione della vicenda: il problema nasce da gravissime infiltrazioni subire dall’immobile del mio assistito, causate, tra l’altro, da una tubazione di scarico in amianto asservita alle proprietà soprastanti delle controparti.
E’ stata, pertanto, attivata la procedura di urgenza per ATP, nel corso della quale, nonostante le vibranti rimostranze del mio assistito, il CTU incaricato, Pubblico Ufficiale nominato dal Giudice per la redazione della perizia, ha di sua iniziativa deciso di portare “a nudo” la detta tubazione in amianto, senza eseguire previe indagini di laboratorio e senza incaricare una ditta abilitata al trattamento dell’eternit. A seguito di quei saggi, la tubazione, prima innocua in quanto cementificata, e’ stata esposta all’aperto, con grave pregiudizio pubblico e privato, essendo stata rinvenuta corrosa, lesionata e spaccata in più punti.
Solo a seguito degli esposti presentati mio tramite dal mio assistito è stata ordinata dal Tribunale di Napoli, Sez. Di Ischia, in persona della dott.ssa Ragosta la sostituzione della tubazione in eternit secondo le formalità previste dalla legge e previo affidamento dell’incarico ad una ditta specializzata. Ciò’ che è sconcertante, è che quel tubo di amianto, rinvenuto spaccato dal CTU all’esito dei saggi eseguito in data 18.11.2022, come dato atto dallo stesso consulente nel relativo verbale di accesso, è stato lasciato in quelle condizioni dal consulente di ufficio per circa tre mesi, senza l’adozione di alcun provvedimento per la messa in sicurezza del sito.
Ad oggi, grazie agli esposti presentati per mio tramite dal mio rappresentato alle Autorità competenti, e’ stato posto rimedio ad una grave emergenza ecologia proprio nel pieno centro di Monterone, con immobili presenti a distanza ravvicinata tra loro ed abitati anche da numerosi bambini in tenera età. La vertenza è, per il resto, ancora in corso e non sono da escludere ulteriori iniziative volte ad identificare i responsabili dei fatti e degli eventi esposti, che hanno posto a repentaglio la salute di numerosi cittadine e cittadini foriani.
Sono certo, conoscendo la Sua innata sensibilità, che Lei vorrà dare la giusta risonanza alla presente nota, affinché la cittadinanza ne sia posta a debita conoscenza, trattandosi di vicende che coinvolgono la salute e gli intereresti comuni. Cordialmente.
Avv. Nicola Trani
Purtroppo sulla questione amianto vi è molta ignoranza. Prima di tutto non è certo che qualsiasi elemento prodotto in eternit possa contenere fibre di amianto. È pur vero che nel dubbio bisogna operare in assoluta sicurezza, e nel rispetto delle norme vigenti. Nel momento in cui i CTU ha eseguito il saggio bisognava verbalizzare l accaduto e farlo presente in corso di causa per accertare dietro prove di laboratorio la presenza o meno di fibre di amianto. L imperizia del CTU è sconcertante poiché ha esposto a seri rischi sia Lo stesso che i presenti all atto del sopralluogo. Ad ogni modo bisognerebbe accertare se la condotta in questione contenga amianto, in caso positivo chi ha sbagliato dovrà pagare
Ciao Francesco.
Nel caso specifico, la presenza di amianto nella tubazione in eternit era stata segnalata al CTU con mie numerose note e con ampio anticipo rispetto alla esecuzione dei saggi, sin’anche con perizia giurata depositata agli atti e ben nota al consulente di ufficio. In maniera approssimativa e sconcertante, il CTU ha tuttavia proceduto, ignorando le contestazioni e gli avvertimenti rivoltigli, senza eseguire previe indagini di laboratorio e senza munirsi di ditta specializzata, alla esposizione all’aperto di quella tubazione in amianto prima cementificata, lasciandola, lesionata e spaccata come era stata rinvenuta al momento della esecuzione dei contestati saggi, alla mercé di chicchessia per circa tre mesi, senza l’adozione di presidi finalizzati alla messa in sicurezza del sito. Di qui, dunque, gli esposti del mio assistito volti a contestare le approssimative e superficiali decisioni del CTU, che hanno posto a repentaglio la salute dei numerosi abitanti della zona. Va dato merito al Giudice coordinatore della Sezione di Ischia, dott.ssa Ragosta, di aver compreso la gravità della situazione, disponendo quelle indagini di laboratorio che il CTU avrebbe dovuto eseguire sin dall’inizio e la rimozione con ditta autorizzata. Ovviamente, saranno valutate le ulteriori iniziative da intraprendere nei confronti dei responsabili di quanto accaduto. Cordialmente.
Avv. Nicola Trani
Preciso, infine, che dalle indagini di laboratorio eseguite dopo l’ordine emesso dal Tribunale di Napoli Sezione di Ischia e’ stato confermato, come contestato sin dall’inizio dal mio assistito e dal tecnico di parte, che la tubazione era in amianto, tant’è che essa è stata rimossa e smaltita successivamente con ditta autorizzata.
Cari saluti.
Avv. Nicola Trani