Ore di angoscia nelle case dei familiari dei tre membri di equipaggio della Norman Atlantic
Leo Pugliese | Per tre famiglie isolane, quella di ieri è stata una giornata segnata da ore di paura ed angoscia. Vissute con apprensione per la sorte dei familiari coinvolti nell’incendio della Norma Atlantic. Tre dei ventidue membri di equipaggio erano appunti dell’isola di Arturo.
Luigi Iovine, 45 anni I° ufficiale di Coperta, Gianluca Assante, 39 anni I° ufficiale di Macchine, e Christian Manfredi, 27 anni II° Ufficiale di Coperta.
A casa Assante la paura per la disavventura del familiare si legge sui volti della Mamma Tina, del Papà Franco e della sorella Rosalinda. Al piano di giù di una rigogliosa e caratteristica villetta a Via Marcello Scotti, abita la moglie Lidia, che in lacrime ci accoglie. La compostezza di una famiglia di gente di mare che – come altre centinaia presenti sull’isola – conosce bene le paure quotidiane che accompagnano le mogli dei marittimi durante il periodo di navigazione. Lidia e Gianluca sono sposati da sei anni e hanno due figli di cinque anni uno e nove mesi l’altro.
Lidia ripercorre le intense ore della mattinata con lucidità partendo proprio dall’ultima telefonata che l’ha sconvolta. Dall’altro lato il marito, appena messo piedi a bordo della nave giunta in soccorso : “Amò, Amò, mi hanno salvato con l’elicottero. Sto bene, non so dove mi portano, ma vi voglio rassicurare”. “Mio marito ed io – continua Lidia – ci sentivamo molto spesso su skype, e – avvicinandosi allo schermo del pc – per la precisione ci siamo sentiti ieri all’una. Mi avrebbe ricontattata nel prossimo porto”
In effetti si verrà a sapere di li a pochi minuti che Gianluca era stato classificato come uno dei due dispersi in mare delle prime ore. A confermarlo è stata la stessa Farnesina alla sorella Rosalinda che per tutta la giornata è stata in contatto con Il Ministero degli Esteri. Molto probabilmente Gianluca è caduto in mare dalla scialuppa di salvataggio.
Mamma Tina trattiene le lacrime quando parla del figlio: “Si trovava bene a bordo, erano circa sei anni che aveva lasciato le navi da crociere, aveva paura pensate un po’ di un’eventuale evacuazione, temeva troppo questa evenienza e purtroppo è capitata proprio a lui”. Ricorda bene questo fatto anche la moglie: “Sono sicura che difficilmente mio marito rimetterà piedi su una nave, anche a me raccontava di aver come paura dei luoghi affollati e di una possibile sciagura”. Di altro avviso il Papà Franco, vecchio lupo di mare, oggi in pensione con oltre trent’anni di navigazione sulle petroliere: “ Dopo lo spavento, Gianluca tornerà a navigare. Passato lo shock si rimetterà tutto apposto. Del resto noi conosciamo bene la dura vita del mare, con le sue gioie e i suoi pericoli”.
Gianluca era quasi arrivato alla fine dell’imbarco e il 4 gennaio sarebbe dovuto tornare a casa per riabbracciare moglie, figli e parenti. E più o meno nello stesso periodo un altro procidano si sarebbe dovuto imbarcare, come direttore di Macchine sulla Norman Atlantic
Anche nelle altre due famiglie isolane – ovviamente – la tensione è stata altra almeno fino a quando non sono stati rassicurati dal Comando Generale delle Capitaneria di Porto, dall’unità di crisi della Farnesina e ed essere riusciti a sentire i loro familiari. Uno dei due Christian, purtroppo aveva già perso il padre anni fa a bordo del peschereccio Padre Pio affondato il 29 giugno del 2005. Antonio Manfredi – infatti – era uno dei tre membri dell’equipaggio che fu urtato a largo di Ischia dalla motocisterna “Audace”. Un destino che beffardamente lo lega anche ad un’altra sciagura del mare e cioè la morte dello zio materno, Giuseppe Visaggio, a bordo della Marina D’Aequa trenta tre anni fa nel golfo della Guascogna , in cui morirono altri due procidani.
Per tutta la giornata di ieri non sono mancati gesti di affetto verso i parenti dei marinai procidani, amici e conoscenti anche sui social network hanno manifestato tutta la loro vicinanza ai familiari.
Il Primo Ufficiale di Macchina dovrebbe essere in Macchina, alle pompe antincendio, agli elettrogeni, alle pompe di esaurimento: dovunque a bordo, a coordinare i servizi, non a casa!!!