Incontriamo Antonio Carotenuto, neo vicesindaco di Casamicciola Terme.
– Ci eravamo lasciati in una delle ultime interviste come presidente dell’associazione Casamicciola al Centro, che poi è diventata la lista che ha vinto le elezioni con Giosi Ferrandino. Era già un disegno scritto prima oppure la tua nomina a vice sindaco è figlia solo delle dinamiche del Cencelli per trovare la quadra e l’equilibrio in amministrazione?
«No, non era assolutamente nulla di già preordinato. E’ invece risultato di un accordo condiviso con tutta la maggioranza e soprattutto anche di rinunce fatte da quasi tutti i consiglieri. Sai benissimo che per il cosiddetto manuale Cencelli vale la regola dei primi quattro e invece in questo caso si è dato importanza non tanto a questi formalismi, ma ad una vera dinamica di squadra. Partiamo da un’idea di stare insieme al di là di quelli che sono i titoli e le medaglie o le prerogative che ognuno di noi può avere. Un concetto completamente diverso, che era anche, tra l’altro, avulso da quello della precedente amministrazione».
IL RISULTATO ELETTORALE
– Facciamo un attimo un passo indietro. Forse un po’ di delusione per il risultato elettorale c’è stata. Cioè, alla fine, l’elezione di Nuccia solo per l’ordine alfabetico, in qualche modo?
«Assolutamente no, per due ordini di motivi. Il primo è che per la prima volta ho affrontato una campagna elettorale insieme con mia sorella da soli, senza alcun tipo di accordo politico. Dando valore al lavoro svolto negli anni precedenti da mia sorella, anche con il mio aiuto. L’altra cosa che mi ha fatto piacere è che io mi attestava intorno ai 300 voti. Cosa è cambiato anche nelle dinamiche elettorali? La presenza di Giosi ha fatto sì che si alzasse anche il quorum elettorale. Quando c’è un candidato sindaco forte, quando c’è un programma politico vincente, quando c’è l’idea di una squadra forte, è normale che il popolo di Casamicciola, che non è affatto stupido, soprattutto quando si va a votare, si indirizza su un progetto, su quella lista. E quindi è normale che anche il quorum elettorale salga. Per cui noi ci eravamo attestati più o meno intorno ai 300 voti. Sono soddisfatto perché era quello il numero in base sul quale noi ci eravamo proiettati».
– Ovviamente la tua nomina ha comportato le dimissioni di Nuccia e la possibilità della surroga con Antonio Pisani.
«Questo è stato un equilibrio politico burocratico, un modo per far capire a tutti che oggi non vige il personalismo, quindi non vale semplicemente l’essere o l’aver preso i voti. E già durante la fase pre-elettorale, già nella formazione della lista, e anche dopo, durante la campagna elettorale, abbiamo sempre detto la stessa cosa. Vale il concetto di squadra per cui oggi si lavora con il progetto, indipendentemente da quelle che sono le persone. Da parte sua Ignazio, al quale ho riconosciuto acume politico che ancora oggi non vedo in altri politici locali, ha avuto la capacità e la lungimiranza di capire che in quel momento doveva lasciare il posto ad Antonio Carotenuto».
COSA NON FUNZIONAVA CON CASTAGNA
– Veniamo all’aspetto politico. Ovviamente non posso non farti una domanda rispetto alla tua esperienza passata. Nuccia era assessore con Giovanbattista Castagna Tu eri comunque una persona vicina alla maggioranza Castagna, e un anno fa avete firmato la sfiducia. Oggi cosa resta di tutto questo? La valutazione, anche politica…
«Ti dico che oggi, come in passato, non abbiamo mai chiesto nulla. Abbiamo semplicemente detto “siamo a completa disposizione, per cui valutate quali sono gli equilibri da mantenere all’interno della maggioranza per far sì che la squadra sia compatta e possa affrontare il programma elettorale che ci siamo prefissati di realizzare”. E quindi ritorno a due anni fa, quando abbiamo sfiduciato Giovanbattista Castagna. Lo abbiamo fatto con grande rammarico perché quando mi vennero a chiedere la candidatura di mia sorella a febbraio, avevo deciso di mettere fine al discorso politico. Perché per due volte non ero stato eletto. Insistentemente Castagna e il vicesindaco vennero a chiedere la candidatura mia o di mia sorella e io fui molto chiaro: deve esserci rispetto soprattutto tra le persone e fiducia in quello che si fa. E invece dal giorno dopo è cambiato tutto. Non c’era amalgama. Quello che è mancato è il rapporto umano, cosa che invece io ho visto in questa squadra e con le nomine nella giunta. Le rinunce fatte ne sono proprio l’evidenza. Questo invece è mancato nella precedente consiliatura e in più occasioni abbiamo manifestato questo disappunto a Giovanbattista. E la risposta è sempre stata la stessa: di cosa hai bisogno? Che ti senti? Niente. Volevamo essere parte integrante di una squadra con un progetto. Questo è venuto meno. Lo abbiamo avvisato la prima volta, la seconda. Abbiamo poi fatto un manifesto in Consiglio comunale. Abbiamo creato un gruppo a dimostrazione del fatto che qualcosa non andava politicamente, ma anche quello non è servito. Oggi invece questo l’ho visto già al primo approccio. E io ero anche disponibile a rinunciare oltre alla carica di consigliere con mia sorella, anche ad un eventuale incarico in Giunta. Anche Ignazio oggi ha fatto un passo indietro. Questa di Ignazio è stata per me una dimostrazione del valore che ha avuto nei confronti miei e di mia sorella. Ed è questo quello che oggi mi piace di questa squadra, cosa che invece prima non c’era».
LA QUESTIONE PORTO
– Però dall’altra parte sostengono che Antonio Carotenuto voleva tutto il porto e non glielo hanno dato, perciò li ha mandati a casa. Oggi hai ancora mire sul porto? Ovviamente immagino vorrai chiarire questa posizione.
«Assolutamente, non ho nulla da nascondere. Ti spiego anche qualsiasi altro passaggio, perché è giusto che ci sia un chiarimento e che la popolazione conosca le dinamiche che si sono verificate sulla tematica del porto nel lontano 2016. Anzi, chiedo scusa, nel 2008, quando ero assessore alle Finanze con il sindaco Enzo D’Ambrosio. D’Ambrosio mi affidò un compito che all’epoca era un assessorato tecnico e curava il bilancio e le finanze e il risanamento delle partecipate. Già in quel momento io avevo una politica, diciamo così, di marketing pubblicitario oltre che di revisione dei numeri per riqualificare soprattutto la società del porto. Quell’esperienza durò un anno e non venne fatto nulla, ma in quel momento io avevo raggiunto una serie di rapporti commerciali con diversi agenti marittimi italiani, non soltanto napoletani, ma anche del Nord Italia.
Lo scopo era proprio quello di proporre sul mercato la Marina di Casamicciola. Successivamente, dopo il primo mandato di Castagna, il sindaco mi volle tra virgolette gratificare e mi chiese se volevo assumere l’incarico di liquidatore della Marina di Casamicciola. Io accettai. Anche in quell’occasione, ad una condizione, purché mi consentisse di risanare la Marina di Casamicciola. Ma è durato poco. Anche perché in quel momento assumere quell’incarico non era soltanto di prestigio. Era un onere economico, perché chi oggi assume l’incarico di liquidatore risponde personalmente con il proprio patrimonio di quelli che sono i debiti aziendali, anche quelli pregressi. Dunque quando accettai, era il 27 dicembre, non lo feci semplicemente perché mi piaceva avere la medaglia di liquidatore, ma perché mi assunsi un onere e un impegno morale, oltre che economico. Ma a una condizione: “il giorno in cui verrà imposto qualche ragionamento diverso da quello che è l’obiettivo del risanamento, io rinuncerò”. E non ho avuto problemi a rinunciare a una poltrona da uno stipendio di circa 1.800 euro, tant’è vero che consegnai le dimissioni il 7 febbraio dell’anno successivo. Essendo entrato nel circuito dello shipping, della marineria, successivamente mi chiesero se volevo continuare ad aiutarli. Al che dissi: “Lo faccio da privato, questa volta, perché pubblicamente non me l’avete consentito. Ora faccio il professionista, faccio l’imprenditore anche con mia moglie. Se avete voglia di risanare o comunque di riqualificare la portualità e il porto di Casamicciola sono a disposizione. Me lo dite e collaboro”. E così cominciò una collaborazione con una società di cui mia moglie è l’amministratrice unica. E abbiamo cominciato attraverso quei rapporti che avevamo creato a promuovere la Marina di Casamicciola sui circuiti internazionali delle fiere e a inviare alla Marina di Casamicciola yacht e mega yacht di una certa importanza. E lo abbiamo fatto senza alcun compenso e senza alcun impegno di carattere economico da parte del Comune.
IL CONTRATTO PER I MEGA YACHT
«Nei due anni precedenti il secondo mandato, essendo questa banchina per i mega yacht abbandonata, mi dissero di essere intenzionati eventualmente a coprire un costo per garantire un certo introito alla Marina di Casamicciola. Mi dissero: “Ti facciamo questa proposta”. L’anno fatta anche ad altre società, ma non so per quale motivo non hanno accettato. Abbiamo manifestato la disponibilità e abbiamo fatto questo contratto. Che attenzione, non è un contratto con il quale noi abbiamo preso in subconcessione o in gestione una parte del porto di Casamicciola, ma semplicemente abbiamo optato per due-tre posti barca sul pontile, riservandoci poi di inviare le barche a seconda delle prenotazioni che si riceveva. Questo è il contratto che abbiamo sottoscritto, che ripeto è un semplice contratto di ormeggio di più posti barca, e la titolarità è e rimarrà sempre del Comune di Casamicciola, per cui non ci si è mai appropriati di nulla. Ma questo evidentemente ha dato fastidio a qualcuno. Tieni presente che l’anno dopo la sottoscrizione di questo contratto c’è stato il Covid e in tutta Italia non c’è stato un operatore che ha continuato a pagare trovando la giustificazione della pandemia. L’azienda di mia moglie invece, ha pagato anche durante il Covid.
Ritornando ad oggi. Il contratto è scaduto, quindi non c’è più alcun interesse personalistico, ma se c’è, è semplicemente un interesse professionale che qualifichi la mia persona e se questa professionalità la posso mettere al servizio del Comune di Casamicciola e della portualità, con tutti i problemi che oggi ci sono, non vedo quale possa essere il problema. Mi dà fastidio però che nelle due occasioni in cui potevo farlo pubblicamente mi è stato sempre impedito. Quando poi l’ho fatto da privato l’ho fatto bene e ho dimostrato che lo stesso risultato lo si poteva ottenere per la strada pubblica. Un’ultima chiosa: quello che ho fatto a Casamicciola lo potevamo fare a Lacco Ameno. Siamo stati invitati anche a Lacco Ameno a fare lo stesso contratto, ma voglio capire perché la possibilità di avere uno sviluppo portuale con tutto l’indotto che c’è attorno ai mega yacht, poteva esserci a Ischia o Forio, ma non a Casamicciola».
LE UNIVERSITA’ A CASAMICCIOLA
– In conclusione di questa piacevole e lunga intervista, le prime tre cose che hai già condiviso con Giosi, che bisogna portare a termine.
«La prima, perché urgente, è la riorganizzazione della macchina amministrativa. Dire che stiamo già affrontando tematiche come la ricostruzione sarebbe una dichiarazione di routine. Oggi abbiamo una difficoltà anche e soprattutto nell’organizzazione della macchina amministrativa. Il segretario comunale è andato via, non potevamo fare una delibera, abbiamo carenza di dirigenti anche per confezionare un atto. Abbiamo deciso con Giosi di riorganizzare la macchina, sistemare gli uffici e sapere chi deve lavorare per fare cosa. Lo abbiamo fatto anche con gli assessori. C’è un assessore nuovo alla prima esperienza all’area e stamattina, devo dire puntualmente si è presentata alle 08:30 al Comune. La seconda cosa, che è parallela e che è urgente, è avviare subito i lavori di riqualificazione delle scuole e del Comune, perché abbiamo bisogno anche di queste strutture pubbliche. E sempre parallelamente, abbiamo avuto già diversi incontri con il commissario Legnini per snellire e velocizzare le pratiche per la ricostruzione sia pubblica che privata. Queste sono le priorità.
Chiaramente alle nostre spalle c’è il pontone che lavora al porto, una tematica che a me interessa in maniera particolare. C’è un progetto futuro importante di riqualificazione dell’intero porto, così come c’è anche la volontà. Ne abbiamo parlato con Giosi, è un progetto a cui tengo tantissimo. Per la prima volta vorremmo, con il consenso di tutti, ma soprattutto con l’avallo di Giosi, portare le università a Casamicciola, sull’isola d’Ischia. Perché questo ci darebbe tante possibilità, non soltanto per i ragazzi. E quindi partire dalla base per una riqualificazione culturale di quello che è il nostro futuro, i giovani, ma soprattutto per dare anche delle nuove opportunità di lavoro e di sviluppo in generale, che sia turistico o altro. Intorno all’università c’è la possibilità di creare tantissimo, quindi questa è una cosa alla quale stiamo lavorando sin da subito».